In un’intervista pubblicata oggi su MCV, importante rivista di settore inglese dell’industria videoludica, Yosuke Matsuda ha rilasciato diverse dichiarazioni riguardo gli aspetti dell’attività degli editori, sottolineando come Square Enix, tra tutti publisher giapponesi, abbia saputo distinguersi particolarmente. In primo luogo, ha discusso del concetto di sequel. Quando pensiamo al seguito di un titolo che ci piace, generalmente, abbiamo in mente al proseguimento di una storia di cui conosciamo già il principio. Matsuda ha voluto discostarsi da questo concetto, preferendo evitare l’iterazione dell’esperienza videoludica a favore di un approccio sperimentale, offrendo qualcosa di nuovo ogni volta. Basta pensare a NieR: Automata, che mantiene solo il medesimo universo del suo predecessore, o Left Alive, che si basa sull’universo di Front Mission, ma possiede una resa grafica simile a Metal Gear, probabilmente aumentando la sua visibilità in Occidente.
Dobbiamo continuare a fare nuovi giochi, dobbiamo continuare a farli davvero. Siccome i team di sviluppo sono molto più grandi rispetto a un tempo, non è facile creare delle IP significative in quelle condizioni, ma è qualcosa che continueremo a provare a fare prima che le cose si facciano serie.
I giochi, pur avendo lo stesso titolo, non devono necessariamente essere sempre gli stessi, continua il CEO di Square.
Per i Final Fantasy è un po’ diverso; sono numerati, ma essenzialmente sono a modo loro delle IP totalmente nuove. Ogni elemento al loro interno è sempre diverso.
Matsuda-san ha poi spiegato del concetto, popolare tra gli editori, del “gioco come modello di servizio“. Tale principio non va applicato indistintamente su tutti i titoli, ma va fatta una distinzione partendo dal design generale di ognuno di essi. Egli sente che le persone che hanno acquistato un gioco vogliono goderselo e apprezzarlo il più a lungo possibile ed è per questo motivo che è di vitale importanza aggiungere contenuti extra, per dare ai giocatori qualcosa a cui dedicarsi costantemente. Per i mobile games le cose vanno molto diversamente: il pubblico ha aspettative e percezioni differenti se mette in confronto questo mondo con quello delle console, quindi allo stesso modo lo studio che va fatto per essi va ulteriormente diversificato.
Il modo in cui vengono realizzati i giochi per console, il volume dei contenuti e il livello di impegno per la loro creazione, c’è qualcosa in tutto ciò che non si adatta alla mentalità delle microtransazioni.
D’altra parte, Matsuda-san sembra ampiamente favorevole all’aggiunta di contenuti extra, ricordando che anche per i giochi di punta come Final Fantasy XV, l’azienda sta tuttora pensando a come migliorarli e a come permettere ai loro utenti di poter condividere la propria esperienza tra di loro.