Recensione Doom VFR

La realtà virtuale, almeno per Bethesda, è uno dei campi su cui investire, come abbiamo visto negli ultimi tempi. Con Fallout 4 VR in cantiere e The Elder Scrolls V: Skyrim già sul mercato, l’ultima meraviglia è finalmente giunta da noi: Doom VFR (vi lasciamo intuire per cosa sta la F) è disponibile per PlayStation VR e HTC VIVE. Se distruggere i demoni non fosse bastato quasi due anni fa, la celebre saga fa il suo storico approdo nel campo della realtà virtuale e, headset alla testa, è pronta a farvi sventare la minaccia nemica, sempre che non siano loro a prendervi prima.

La nostra prova è avvenuta su PlayStation VR, l’headset di casa Sony, e vi diciamo sin da subito che ci riteniamo soddisfatti. Prima di tutto, stiamo parlando di un capitolo con una storia diversa e più breve rispetto all’originale, che è forse l’unico problema della produzione. Si, perché in appena due ore porterete a termine la vostra avventura, rimanendo di fatto stanchi, ma affascinati dall’esperienza vissuta. Se avessimo avuto l’occasione di giocare una campagna leggermente più longeva, probabilmente staremo parlando di un must buy per i possessori di PlayStation VR, anche perché il prezzo (29,99€) lasciava presagire una mole di contenuti superiore.

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Il telefrag, contro ogni previsione, ci ha soddisfatto.

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Nonostante la breve esperienza, il lavoro svolto da Bethesda per rendere l’esperienza il più fruibile possibile è degna di nota. Il telefrag, ovvero la possibilità di teletrasportarsi, è una meccanica azzeccata a dir poco: oltre a essere comoda, ci consentirà di fare a pezzi i demoni storditi dai nostri colpi, andando così a sostituire l’esecuzione violenta del capitolo originale. Anche il downgrade grafico, che ovviamente c’è stato, non mina l’esperienza, anzi risulta molto più leggero di quanto ci si poteva aspettare. Se questi due punti li andiamo a sommare al fatto che stiamo parlando di un Doom da vivere in prima persona, immersi al 100% nella realtà dell’opera targata iD Software, ecco che capiamo il motivo numero uno per il quale una persona non dovrebbe esitare ad acquistarlo.

Pronti a far strage di mostri?

Per quanto riguarda la resa del titolo sul visore, anche qui ci sentiamo di promuoverlo, ma non a pieni voti. Non aspettatevi di fare lunghe sessioni di gioco, perché Doom VFR, proprio come il prodotto originale, vi affaticherà, costringendovi dunque a prendere una pausa dopo una mezzora per evitare di stancarvi troppo. Certo, in molti potrebbero dare la colpa all’headset, ma in questo caso ci sentiamo di schierarci a difesa del visore e del team di sviluppo: Doom è sempre stato un titolo frenetico, e la sua versione VR doveva necessariamente riprendere i pro e contro per regalare un’esperienza unica, come in parte è stato. Oltre alla stanchezza provocata, non abbiamo riscontrato motion sickness, da cui il prodotto sembra essersi salvato.

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Il PlayStation Move risulta fin troppo scomodo.

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Dove invece si poteva fare di più, è sicuramente nella gestione del PlayStation Move, privato del sistema di movimento libero. I device Sony potevano essere sicuramente un plus per il titolo, e il team di sviluppo avrebbe dovuto tenerne conto per sfruttare al meglio questa opportunità, invece ha deciso di limitarlo sensibilmente, lasciandoci delusi a dir poco. Per fortuna, il Dualshock è nelle case di tutti i videogiocatori e risponde bene agli imput dati, ma l’immersività ne ha sicuramente risentito, e non poco.

In sostanza, Doom VFR è uno dei prodotti di punta per il visore di casa Sony, ma non è esente da difetti. Una campagna più longeva sarebbe stata forse la chiave di un eventuale successo, non che il titolo sia condannato a fallire, sia chiaro. La qualità del prodotto è comunque eccezionale: dal punto di vista grafico, siamo davanti al massimo livello visto per questo headset, e l’assenza del motion sickness è un plus non da poco, anche se la mancata ottimizzazione del PlayStation Move ancora scotta. A conti fatti, Bethesda sembra aver capito come far rendere un titolo VR, e questa è una vittoria di un’importanza incredibile.