Pop-corn e serie tv 2.0 #8: Dark

[NO SPOILER] Dark è una serie originale Netflix che, inizialmente, pesca da Stranger Things e dai lavori di Stephen King, ma che poi li ribalta completamente. Gli antagonisti non saranno clown ballerini o demogorgoni, ma elementi più reali: il tempo e le persone stesse. Dark è un’opera che riesce a mostrare come la Germania non sforni solo opere poliziesche. Il panorama televisivo tedesco non è mai stato noto per i suoi capolavori, ma quest’anno, con Dark e Babylon Berlin le cose sembrano stiano per cambiare. Noi lo abbiamo visto in lingua originale e ne siamo rimasti più che soddisfatti. Se volete sapere cosa accade a Winden, mettetevi comodi e prendete i pop-corn, manca poco all’inizio.

https://www.youtube.com/watch?v=zy0b9e40tK8

Winden, 2019. In questa piccola cittadina tedesca, dove non accade mai nulla di strano, è già scomparso un ragazzo e la polizia e gli abitanti stanno facendo di tutto per ritrovarlo. Un gruppo di adolescenti, per cercare gli oggetti appartenenti al ragazzino ormai disperso, si inoltra nel bosco e, mentre sentono degli strani rumori, fuggono, ma il più piccolo della comitiva sparisce. Da questo punto in poi cominciamo a scoprire tutto ciò che circonda Winden e la sua popolazione. I segreti e il passato di quattro famiglie diverse cominciano a venire fuori, in un intricato mistero che coinvolge tre generazioni.

Jonas fa parte del gruppo di adolescenti.

Non è presente un vero e proprio protagonista: Dark è una serie corale. Ogni puntata si muove fra adulti, adolescenti e bambini, donando allo spettatore indizi che consentono di far sempre più luce sul mistero. Dark rivela gli accaduti e il passato dei personaggi a piccoli bocconi, il che riesce a garantire una continua tensione e un velo di enigma perenne. A muovere la serie sono le relazioni complesse fra i caratteri: drammi adolescenziali, rapporti extraconiugali e società che occultano il loro lavoro. A Winden c’è una centrale nucleare governata da poteri forti, non del tutto onesti, e così, i primi ad essere indiziati sono loro: ma saranno la vera causa di tutto ciò che accade? La psicologia dei personaggi è veramente ben realizzata e le azioni che compiono metteranno in dubbio la vostra morale: cosa siete disposti a compiere per ciò che amate? Dark riesce a far riflettere lo spettatore e a rivoltare i concetti che ognuno crede intrinsechi nella natura umana: siamo liberi di decidere in autonomia o siamo sempre controllati da altri? Cosa ci fare determinate scelte?

Che forma ha l’oscurità?

I viaggi nel tempo sono uno degli elementi principali caratterizzanti la serie e, questo principio, può essere considerato sia il fattore che causa il movimento di tutto, sia l’antagonista dei personaggi, poiché è il tempo stesso che li spingerà a compiere certe azioni, anche quelle che andranno contro la loro natura morale. Dark segue una teoria secondo cui cambiando il passato o il presente, non necessariamente si cambia il corso degli eventi, perché tutto è estremamente connesso. Sono stati inseriti elementi teorici e pratici di fisica, come il ponte di Einstein-Rosen e i buchi neri. Tutti questi fattori che compongono Dark potrebbe farlo sembrare come un calderone di cose aggiunte a caso, ma l’opera funziona bene e la sceneggiatura riesce a muoversi sinuosamente anche tra i paradossi temporali creati.

Le inquadrature sono suggestive.

Dark, a differenza di Stranger Things, presenta un taglio europeo. La sceneggiatura non mette in mostra gli elementi caratterizzanti le opere hollywoodiane e si differenzia totalmente. Le inquadrature sono suggestive ed eccezionali e, unite ad una fotografia fredda, consentono di dare un senso di mistero e cupaggine maggiore. Un ingrediente aggiuntivo, che dona una spinta in più alla serie, sono le musiche: sempre adatte al momento giusto.

Netflix ha di nuovo visto giusto: Dark è una serie più che ottima. Il senso di mistero intrigherà lo spettatore fino al mastodontico finale, che preannuncia una seconda stagione. Nonostante vi siano inseriti molti elementi, la sceneggiatura risulta funzionale e ben scritta. Il prodotto è crudo e rivolto ad un pubblico più maturo e la psicologia dei personaggi consente di provare forte empatia ed immedesimarsi con i caratteri. In conclusione, Dark si solleva rispetto alle altre produzioni: sicuramente non sarà la serie dell’anno (personalmente è Mindhunter), ma riesce a tenere lo spettatore incollato per ore. I molti colpi di scena sbalordiranno il pubblico che, una volta terminati i titoli di coda, rimarrà soddisfatto. Ricordatevi: tutto è connesso.

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