Il Gamerome 2017 è un evento dedicato agli sviluppatori indipendenti e non. Nel corso di tre giornate si sono tenuti vari talk e oggi è stato il momento di Giulia Carlotta Zamboni, producer di Gamera Interactive, che ha raccontato la sua esperienza e ciò che le piccole produzioni dovrebbero fare per avere successo. Zamboni ha presentanto il suo lavoro, cominciando con Storm in a Teacup, fino ad arrivare alla compagnia per cui lavora adesso. Gamera Interacitve (Unit 4 – Alaloth) è stata fondata da veterani dell’industria videoludica, segue la filosofia on-time on-budget ed è producer friendly, ciò ha dato buoni risultati allo studio. Lei crede che una piccola produzione non corrisponde a un lavoro ridotto. Nella realizzazione di giochi un ciclo di sviluppo è costituito da fasi specifiche: pre-produzione, produzione (alpha, beta master), release e post release e qualsiasi team si ritroverà ad affrontarli, anche il più piccolo. La pianificazione è la chiave per portare a termine il prodotto in tempi ragionevoli, a volte potrebbe sembrare superflua ma è fondamentale. Non solo viene fatta all’inizio: una buona panificazione viene continuamene aggiornata, permettendo di stare al passo col processo di sviluppo e rimanere preparati ai problemi che possono presentarsi.
La figura fondamentale per la pianificazione è quella del producer. Le produzioni piccole credono di non averne bisogno, anche se si vuole andare in self-publishing è necessaria per capire quando far uscire il prodotto nel momento più efficace. Un producer è focalizzato sulla release del progetto e alleggerisce il team dalle incombenze che non riguardano le proprie capacità. Il producer ha una visione d’insieme che spesso manca nei piccoli team, è a conoscenza della fase in cui si trova il progetto. Questa figura evita che i progetti di sviluppo vadano in fallimento, prima di essere a metà del ciclo produttivo. Il producer pianifica, crea le checklist (fondamentali in certi momenti, come nella consegna), si occupa della comunicazione sia esterna (con publisher o distributori) sia interna (come si sta muovendo il ciclo di sviluppo) e reperisce dati legali e economici.
Il fattore umano è un topic importante, ciascun membro del team è una persona con una propria vita personale. Uno di loro potrebbe lasciare lo sviluppo per motivi propri, andando a scapito dell’intera produzione e rendendo meno efficace il lavoro di tutti. In questi casi interviene il producer per comprendere il problema e trovare una soluzione che non danneggi il progetto. Se i problemi possono capitare, capiteranno: la legge di Murphy funziona anche nel nostro settore e ciò che si può fare è pianificare tenendo in mente il peggiore dei casi (considerare più budget e tempo di quello necessario). In conclusione, Zamboni ha aggiunto che il processo di sviluppo ha delle fasi da cui non si può sfuggire. Le più piccole produzioni non differiscono dalle più grandi e la pianificazione può salvare da un fallimento. La pianificazione sembra facile e banale, ma non lo è, poiché si aggiunge sempre qualcosa che non è stato pensato precedentemente e il consiglio che la producer di Gamera trasmette è, appunto, di pianificare. Zamboni ha dimostrato come la figura del producer viene sottovalutata, ma in realtà si rivela fondamentale anche negli studi più piccoli.
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