In questi giorni a Roma si tiene il Gamerome 2017, evento dedicato agli sviluppatori. Fra i vari talk, c’è stato l’intervento di Giuseppe Crugliano, che lavora in PlayMagic, azienda che realizza giochi e hardware. La compagnia crea platform su licenze, ma adesso stanno realizzando qualcosa di nuovo. Loro hanno creato progetti dal mobile alla realità virtuale, con Oculus hanno collaborato per il controller per gli fps. Dopo l’introduzione, Crugliano ha parlato di product planning e pitch for dummies, cominciando dal cosa e perché. La domanda principale da porsi è cosa e perché produciamo. A volte abbiamo idee che non hanno senso di essere realizzate, qualcosa di cui il mercato non ha bisogno. Creare videogiochi è un processo che deve essere pianificato ed è necessaria una strategia, perché è un cammino lento, doloroso e difficile.
La competizione è feroce e abbiamo a che fare con un mercato internazionale, che ha strumenti e menti migliori. Al mercato non importa del romanticismo nella creazione, ma solo dei numeri. Completare un progetto è difficile, fare i soldi su quello lo è ancora di più. Il product planning è necessario: che videogioco facciamo? Perché quel tipo di gioco, perché deve esistere? Perché dovrebbero comprarlo? Creiamo su licenza o IP originali, perché? Bisogna avere un target demografico, capire a chi si riferisce il gioco (il sesso, l’età e il genere a chi è rivolto). Secondo Crugliano, è necessaria una strategia di publishing e distribuzione, si possono creare accordi con gli editori per piccoli giochi e investono soldi per le licenze. Gli sviluppatori hanno l’esigenza di un piano tecnico: sarà 2D o 3D? Che tipo di tecnologia dovranno utilizzare? I dev di adesso usano i middleware (Unity, Unreal), ma alcuni preferiscono utilizzare il proprio, il che è un rischio. Bisogna comprendere le competenze del team per creare un determinato tipo di gioco, specifico per le loro caratteristiche. Il nostro business è un parco giochi: è necessaria una ricerca di mercato. Prima si realizza il controllo della disponibilità del nome e il copyrights, si fa un’analisi e ricerca competitiva, e poi ci si chiede: cosa si sta innovando rispetto a quel gioco già esistente? Quali sono i trend di mercato? Occorre capire velocemente quando andare sul mercato e la strategia di prezzo è una delle cose difficili da comprendere, per via del ritmo di cambiamento del mercato.
In conclusione, Crugliano è passato al pitch: l’arte di vendere. Bisogna diversificare il pitch in base al target: è per la stampa, il publisher o gli utenti finali? Dopo aver rilasciato il gioco, è presente una fase ulteriore in cui vanno realizzati gli aggiornamenti, (per tenere i giocatori attivi), DLC o in-game items (armi, meccaniche). Il supporto per gli utenti è importante per dare risposte o aiuti, anche con un forum o attraverso l’email, ma per alcuni tipi di gioco, come l’online, è necessario un community manager. Quando si inizia a guadagnare con i videogioco, si comincia a costruire il proprio business, è solo il principio del proprio viaggio. Giuseppe Crugliano ha tenuto un talk intrigante sul come realizzare un product planning e un pitch.