Pochi giorni fa abbiamo parlato di una svolta epocale: il CIO ha catalogato i videogiochi come sport e, inevitabilmente, salgono le possibilità di vedere alle Olimpiadi del 2024 anche competizioni di questo genere. Marco Accordi Rickards, Direttore del VIGAMUS e Direttore Editoriale di GamesVillage e VMAG, ha parlato di questa decisione del Comitato Internazionale Olimpico ai microfoni di Unomattina, storico programma Rai condotto da Franco Di Mare e Benedetta Rinaldi. Ospiti in studio, oltre al già citato Marco Accordi Rickards, anche Simone Trimarchi, ex campione di videogiochi e caster.
Prima del dibattito vero e proprio, un filmato riassume quanto successo nei giorni scorsi, ovvero che capacità ed allenamenti equiparano il videogame ad uno sport vero e proprio, con tutti i pro e i contro (scommesse e doping). A prendere la parola è subito Marco Accordi Rickards, che esprime il suo punto di vista: il mondo dei videogiochi è in continua evoluzione e quando diventa un fenomeno globale, competitivo e regolamentato, allora è giusto classificarlo come uno sport, che può aiutare i giovani ad acquisirne i valori. Il pubblico assiste alle partite, sia da casa, in streaming, o dalle arene stesse, come si fa in uno stadio vero e proprio. Riguardo la violenza nei videogiochi, precisa come l’uccidere un avversario in un multiplayer non è da prendere troppo seriamente perché si tratta solamente di prontezza di riflessi: vince chi è più veloce.
Di parere leggermente diverso è Simone Trimarchi che, nonostante sia stato campione di RTS (strategico in tempo reale), non pensa che i videogiochi debbano essere catalogati come sport, per analogia con gli scacchi, che per ora sono inseriti fra i giochi. Non si è comunque dichiarato contrario, citando il fatto che, fino agli anni ’40, erano competizioni olimpiche anche l’arte, la scultura e la poesia e che i parametri del CIO sono in continua evoluzione. I titoli più seguiti per ora sono League of Legends e Counter-Strike ma è troppo difficile fare una stima oggi di quali potrebbero esserci alle Olimpiadi del 2024, dal momento che sono decisioni che vanno prese da organi competenti, che per ora non sono ancora stati istituiti. In chiusura di intervento, racconta anche la sua esperienza universitaria, quando da semi-professionista si allenava 8 ore al giorno, tranquillizzando soprattutto i genitori perché, se si vuole, è possibile far coesistere videogiochi e studio.
Voi cosa ne pensate? Quali eSport vorreste vedere alle Olimpiadi del 2024? Rimanete sintonizzati su VMAG per non perdervi nessuna notizia sul mondo dei videogame.
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