La versione occidentale di Criminal Girl, gioco di ruolo per PlayStation Vita sviluppato da Imageepoch e la cui pubblicazione è a cura di Nippon Ichi Software (per gli amici, NIS), è da poco stata data in pasto a giocatori più avidi e smaliziati ma, come da previsione, quest’ultimi si sono imbattuti nel ritorno del temibile vapore censore. Non siete a conoscenza di questo impavido nemico della depravazione videoludica ?
Ne avevamo già parlato specificando come molti titoli di stampo occidentale vadano in contro ad un’opera di censura mediante l’applicazione di filtri grafici alle immagini incriminate, molto spesso sotto forma di nebbia strategicamente posizionata al fine di occultare le grazie di quella protagonista o il sesso di quell’altro personaggio.
Niente di nuovo insomma, la solita solfa che per altro non giunge inaspettata dato il contenuto di Criminal Girl: Invite Only e le dichiarazioni della divisione occidentale di NIS che, prima di pubblicare il titolo anche da noi, aveva specificato in numerose interviste e comunicati come alcune sezioni sarebbero state censurate per permettere al titolo di essere commercializzato. Stando a attenti a non perderci tra la nebbia, addentriamoci quindi nel cuore della questione e andiamo a vedere nel dettaglio dove e come è stato richiesto l’intervento del vapore censore.
Prima di procedere oltre è bene chiarire il contenuto di Criminal Girl: Invite Only, gioco che ci vede alle prese con sette ragazze morte troppo prematuramente per essere condannate aspramente ma con un’anima troppo malvagia e sporca per essere perdonate. A noi, in qualità di protagonista, il compito di rieducarle e portarle sulla buona strada a colpi di frusta e punizioni più o meno severe, meccanismo che nasconde, in termini di gameplay, la metodologia atta a sbloccare nuovi bonus e abilità per le nostre unità.
Ecco quindi che nella versione occidentale del gioco “punire” si è trasformato in “motivare” e che il vapore censore si è abbattuto con violenza contro queste sessioni, spogliate (si dovrebbe dire il contrario in realtà) addirittura del loro audio, dato che nell’originale le ragazze “reagiscono in maniera sonora alla nostra attività da educatore”.
Di certo non ci troviamo di fronte a immagini visive tali da essere opere d’arte, la cui censura costituirebbe uno scandalo, ma l’intera operazione applicata da NIS ci spinge a porci una domanda:
Ha senso pubblicare titoli censurati ?
Nel bene o nel male, Criminal Girl: Invite Only ha molto da offrire essendo comunque un gioco di ruolo, le punizioni non costituiscono infatti il fulcro dell’esperienza e la sua alterazione non priva l’opera di alcun contenuto fondamentale, ma queste sezioni risultano essere comunque caratterizzanti dell’opera, nonché assolutamente coerenti con la sua trama e il suo contenuto.
Può piacere o non piacere, ma di certo chi acquista un titolo di questo tipo sa a cosa va incontro e, in qualità di acquirente pagante, avrebbe diritto a fruirne secondo la visione originale del suo creatore. E’ normale che qualcuno potrebbe sentirsi disturbato dai contenuti di Crimnial Girl: Invite Only proprio come, in realtà, si potrebbe sentire disturbati dagli elementi truculenti, horror e violenti di altre opere videoludiche ma ciò non costituisce un motivo valido e sufficiente per modificarne o smorzarne il senso.
La verità è che, purtroppo per gli estimatori di questo genere di prodotti, questa è l’unica soluzione: sopportare la censura è un compromesso obbligatorio al fine di poter fruire di questi giochi anche in occidente. Per carità, la colpa non è di certo di NIS che non fa altro che rispettare le regole di un mercato in cui vige un certo bigottismo che considera la trattazione dei temi sessuali ancora un tabù per le opere videoludiche, ma bensì di un modo di pensare ben radicato nell’industria videoludica.
E voi che ne pensate ? E’ giusto censurare questo tipo di prodotti ? Meglio il compromesso o l’astinenza dal comprarli ? Evitate di perdervi tra la nebbia e fatecelo sapere nei commenti !
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