South Park: Il Bastone della Verità è stata una delle più grandi sorprese del 2013. Il titolo di Ubisoft, grazie anche alla collaborazione dei creatori dello show Trey Parker e Matt Stone, era riuscito a riportare fedelmente lo spirito della serie in un videogioco di ruolo completo in ogni suo aspetto, motivo per cui all’annuncio di South Park: Scontri Di-Retti durante l’E3 del 2015 i fan sono andati in visibilio. Purtroppo diversi rinvii hanno fatto più volte temere per le sorti del progetto, ma alla fine il titolo è arrivato sano e salvo nei negozi carico come sempre di una satira pungente condita da volgarità, il tutto accompagnato da un gameplay in parte rivoluzionato. Vediamo quindi quali strampalate avventure ci attendono in South Park: Scontri Di-Retti.

Il gioco è un diretto sequel de Il Bastone della Verità, e ci vede di nuovo nei panni del Novellino, un ragazzo che si è trasferito da poco a South Park. La storia riprende dove si era concluso il precedente capitolo, con il nostro taciturno protagonista che guida i suoi seguaci nell’eterna lotta fantasy del gioco di ruolo organizzato dai bambini della città. Tutto cambia quando Eric Cartman decide che è arrivato il momento di smetterla di impersonare elfi e nani, e mettendo il suo costume da Procione inaugura un nuovo gioco ispirato ai supereroi. Se avete seguito la serie animata non faticherete a riconoscere gli alter ego dei personaggi già apparsi in diversi episodi che prendevano in giro il filone Marvel e DC Comics, parodia che si riflette spesso anche nel gioco. La missione dei giovani supereroi è quella di fermare l’ondata di crimine che ha investito South Park e che ha portato alla scomparsa di diversi gatti, e Cartman vuole ottenere a tutti i costi i 100 dollari di ricompensa per il ritrovamento dei felini per investirli in film e serie tv sul Procione e i suoi Amici da inviare a Netflix. Un piano infallibile che si rivela ben presto più difficile del previsto, con i bambini che partendo da un semplice gioco si ritrovano invischiati in un complotto molto più grande e complesso.

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South Park: Scontri Di-Retti può essere considerato come un enorme episodio interattivo della serie televisiva.

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La trama è l’elemento portante di South Park: Scontri Di-Retti, e nonostante fatichi a decollare nelle prime ore con missioni che sembrano un po’ buttate a caso ben presto si viene rapiti dai colpi di scena e trovate geniali tipiche delle sceneggiature di Trey Parker e Matt Stone. Esattamente come il predecessore anche South Park: Scontri Di-Retti può essere infatti considerato come un enorme episodio interattivo della serie televisiva, tanto che nello show vero e proprio è presente un recente episodio che funge da prequel al videogioco. Le missioni principali tengono impegnati per circa una ventina di ore, ma sono presenti anche numerosi incarichi secondari. Questi purtroppo si sono rivelati meno ispirati e facilmente dimenticabili, con compiti abbastanza semplici e noiosi che nella maggior parte dei casi si risolvono con un semplice andare da un luogo A ad un luogo B, parlare con qualcuno e recuperare un oggetto, per cui l’unico incentivo a completarle sono i punti esperienza utili per far salire di livello il Novellino. L’esplorazione della città è incentivata anche dalla presenza di disegni Yaoi collezionabili e minigiochi in cui dovremo reclamare il possesso di tutti i water della città lasciando dei “ricordini” degni della nostra reputazione.

L’alter ego del nostro personaggio si chiama Petoman e rispecchia perfettamente il suo potere, ovvero le spaventose emissioni di gas. Queste sono addirittura in grado di creare delle fratture nello spazio-tempo, e grazie alla guida di Morgan Freeman (che nel gioco vende tacos messicani) riusciremo a padroneggiare la nostra flatulenza in diversi modi, ad esempio riavvolgendo il tempo o fermandolo per alcuni secondi. Questi poteri possono essere utilizzati sia durante l’esplorazione per risolvere alcuni enigmi ambientali sia in combattimento, che come accennato prima è stato modificato rispetto al precedente capitolo. La struttura principale è rimasta sempre quella del combattimento a turni, ma la principale differenza è che ora il campo di battaglia è diviso da diversi quadrati che formano una griglia, e ogni personaggio può muoversi e compiere azioni entro determinati spazi a seconda delle sue caratteristiche. All’inizio infatti dovremo scegliere una delle tre classi disponili, ognuna dotata di tre attacchi normali e uno speciale diversi. Il Brutalista ad esempio è la classica macchina da guerra dotata di grande forza ma in grado principalmente di muoversi solo in linea retta e colpire i nemici vicini, causando tuttavia ingenti danni spostando i nemici. Il Velocista invece dispone di meno forza ma può colpire avversari lontani, inoltre proseguendo con la storia si possono sbloccare altre sette classi con la possibilità di mescolarle, creando ibridi che si adattano maggiormente al vostro stile di gioco. Il movimento diventa quindi parte fondamentale della strategia, poiché a seconda degli effetti degli attacchi si possono creare combinazioni devastanti, ad esempio spingendo un nemico vesto un ostacolo o un nostro compagno questo può infierire con un colpo extra, oppure costringendo i nemici a raggrupparsi si possono eliminare facilmente con un attacco ad area. Sono presenti infine anche le Evocazioni Speciali in stile Final Fantasy e gli effetti di stato come Schifo, Gelo, Shock e Sanguinamento che aggiungono ancora più varietà alle strategie possibili, rendendo il gameplay decisamente profondo.

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Gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi maggiormente sulla complessità delle combinazioni di poteri relegando al crafting un ruolo secondario.

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Ad ogni combattimento si possono scegliere fino a tre compagni di squadra tra quelli sbloccati, e trovare il giusto equilibrio con seguaci che si sposano bene con i nostri attacchi è fondamentale, anche se a volte saremo costretti ad usare determinati personaggi per esigenze di trama. Ogni compagno ha un mix di classi predefinite che non può essere cambiato, al contrario del nostro Petoman che invece è completamente personalizzabile. Sono presenti decine di parti di costumi che possono essere combinati come meglio crediamo, infatti la loro funzione è puramente estetica: tutte le statistiche vengono gestite dai Manufatti e Filamenti di DNA, ovvero oggetti speciali che possono essere inseriti negli appositi slot con vari effetti. Alcuni di essi possono essere creati tramite il sistema di crafting, e una volta volta raccolte abbastanza risorse saccheggiando le case e i cassonetti della città si possono creare anche oggetti di supposto e costumi. Il sistema tuttavia si è rivelato piuttosto basilare e poco profondo, e gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi maggiormente sulla complessità delle combinazioni di poteri relegando al crafting un ruolo secondario.

Dal punto di vista grafico siamo di fronte allo stesso identico stile della serie televisiva, il che quindi può piacere o meno. Come intuibile quindi non aspettatevi chissà quale miracolo tecnologico, anzi la differenza rispetto al titolo di tre anni fa è praticamente nulla, ma questo era inevitabile considerato il materiale originale da cui prende spunto. Così come è stato inevitabile un altro difetto, ovvero il senso di “già visto”: il precedente capitolo aveva come punto di forza l’effetto novità, mentre in questo caso gli sviluppatori si sono trovati da una parte costretti a riproporre un qualcosa che cambia nei contenuti ma che alla base risulta fin troppo simile al passato, ma anche questo è un problema o meno a seconda dei gusti. Non ci si poteva di certo aspettare uno stravolgimento totale, ma il senso di dejavù purtroppo è sempre presente. Altro neo sulla produzione purtroppo è la localizzazione italiana: i protagonisti hanno le ottime voci italiane del cartone, mentre alcuni personaggi minori invece sembrano stati doppiati dal primo che passava senza un minimo di enfasi. Come se non bastasse spesso sono presenti errori di battitura nei sottotitoli oppure frasi diverse da quelle quelle parlate; inoltre alcune espressioni sono state completamente modificate rispetto alla versione originale. E’ anche vero che certi termini o frasi sono praticamente impossibili da tradurre in italiano, ma se capite un minimo di inglese vi consiglio vivamente di impostare quantomeno l’audio originale che vanta anche un doppiaggio migliore.

In conclusione South Park: Scontri Di-Retti è un titolo divertente e dissacrante che ancora una volta ci proietta in un vero e proprio episodio interattivo dello show, regalando ore di divertimento come non se ne vedevano da tempo. Anche il gameplay ha subito diverse modifiche che lo rendono godibile agli appassionati di strategici a turni, anche se il vero focus rimane sempre la trama. Non mancano alcuni difetti e purtroppo il titolo soffre dell’effetto “già visto”, ma sia che siate appassionati della serie sia che vogliate un titolo alternativo con cui farvi quattro risate (e magari riflettere sulla satira delle tematiche trattate) allora South Park: Scontri Di-Retti è un gioco da tenere assolutamente sott’occhio.