Se pensavamo che solo in un paese grande e vario come la Cina potesse esistere un indirizzo di studio incentrato su gli eSport, allora abbiamo sbagliato: in collaborazione con l’Arlanda High School di Sigtuna, è nata in Svezia la prima scuola dedicata all’insegnamento degli Sport Elettronici Competitivi. L’obiettivo del corso è quello di far crescere e spingere i futuri e-atleti nella loro carriera di giocatori professionisti, dando loro la stessa possibilità che si ha oggi se si vuole far di uno sport classico il proprio percorso di vita.
Una cosa del genere non sembra poi così impossibile se consideriamo quanto il Nord Europa sia di gran lunga più lungimirante e innovativo del resto dell’Europa stessa. Così il presidente Ibrahim Khalifa commenta la nascita del corso:
“Negli ultimi anni il fenomeno e-sport non ha solamente conosciuto un aumento del pubblico ma, cosa ben più importante, ha cominciato ad essere rivalutato sia in termini sociali che culturali. Sono convinto che una buona istruzione debba essere rappresentativa della contemporaneità in cui ci troviamo e che accettare il cambiamento, investendo nelle nuove frontiere professionali anziché voltare le spalle a ciò che non si conosce e si discrimina, sia un gesto di grande responsabilità che il mondo dell’istruzione deve sostenere.”
Lo scopo di ciò è quello di preparare atleti sia dal punto di vista fisico che mentale in un mondo che vede una crescita esponenziale dal punto di vista dell’utenza che lo segue e da fattori economici: nell’anno appena passato si stimano infatti circa 240 milioni di dollari messi in palio in tutti i vari tornei competitivi.
La scuola quindi sarebbe composta di un massimo di sette posti per il primo anno, anche se in futuro si punta a raggiungere classi formate da circa 30 iscritti. Le lezioni, di un massimo di 115 minuti, sono state distribuite in tre giorni a settimana per il primo anno. Ibrahim Khalifa spiega inoltre il perché di questa scelta così inusuale:
“La ricerca ha ampiamente dimostrato come giocare aiuti i giovani a sviluppare le proprie capacità cognitive, a migliorare la memoria e a potenziare le proprie abilità di problem-solving. A questo si aggiunga la necessità di possedere un fisico ben allenato, fondamentale per uno stile di vita sano e per garantire il mantenimento della concentrazione nei lunghi periodi di stress tipici dell’ambiente competitivo.”
Quante persone pensano effettivamente che gli eSport debbano essere considerato come tutti gli altri sport? Se ci atteniamo alla definizione canonica di sport , possiamo dire che ” è un contesto o un gioco in cui i partecipanti svolgono una certa attività fisica in relazione a delle regole prestabilite, contro altri partecipanti[…]. Attività in cui è richiesto sforzo fisico e abilità in cui un individuo o un team compete contro un altro per divertimento.”
Sebbene manchi della componente “fisica”, gli eSport richiedono una buona quantità di abilità e di concentrazione; non dimentichiamo anche la componente dei “tifosi” che conta sul mondo degli sport competitivi online ben 45 milioni di visualizzazioni. Abilità, intrattenimento, competitività e divertimento sono gli ingredienti che non solo sono presenti in tutti gli sport del mondo, ma che a maggior ragione vivono negli eSport. Siamo felici quindi che stiano partendo iniziative didattiche che spronino a mutare lo stereotipo che si ha sul gamer professionistico e che magari diventi parte della cultura delle nuove generazioni.