Benvenuti a tutti i lettori nel quinto episodio del sequel di Pop-corn e serie TV. Odio i conti alla rovescia, ma mancano esattamente 20 giorni all’equinozio d’autunno. Godetevi questi ultimi sprazzi di sole, perché l’inverno sta arrivando. Nella puntata precedente abbiamo parlato di una delle serie televisive più belle mai create prima. Oggi, trattiamo di un’opera (senza spoiler alcuno), composta da due stagioni, principalmente di genere commedia, ma che presenta anche elementi drammatici e ironici. Se volete scoprire cosa accade a New York City, mettetevi comodi e prendete il pop-corn, manca poco all’inizio.

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Master of None.

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La serie è originale Netflix, una fra le poche a non aver subito la tragica cancellazione. Se la prima stagione si piazza sopra la media, la seconda è un capolavoro: un prodotto artistico davvero unico e da brividi. Non appena arriverete alla fine di ciò che troviamo disponibile su Netflix, la pelle d’oca non ci penserà due volte ad arrivare. Il flusso di emozioni che riesce a fare emanare Master of None è incredibile. L’autore della serie, nonché protagonista, è Aziz Ansari, un famoso comico statunitense di origini indiane. Co-creatore e sceneggiatore è Alan Yang, anche lui assume un ruolo nell’opera. Per quanto riguarda i nuovi episodi, in questo momento Aziz sta vivendo un periodo senza internet e telefono e non ha in mente, per adesso, di come far proseguire la vicenda, noi attendiamo ansiosi maggiori informazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=T-3DljgL0No

Dev (Aziz Ansari) è il protagonista di Master of None, un attore sulla trentina di origini indiane. La trama segue ciò che gli accade nella vita: lavoro, relazioni ed esperienze culturali. Aziz si è ispirato a fatti realmente accaduti nella propria vita per realizzare la serie e vorrebbe continuare la terza stagione alla stessa maniera, ma ancora non ha nulla di così entusiasmante da raccontare. Ciò che caratterizza il prodotto è che, in ogni episodio, è presente una morale e un messaggio importante. Si comincia a parlare dell’avere bambini fino alla religione e ciò viene affrontato con una vena ironica.

Dev è un uomo alla ricerca di una relazione stabile, che inizialmente riesce a trovare. Lui è un personaggio dalla mente aperta, altruista, ma che difficilmente sa prendere delle decisioni. Ovviamente non mancano i classici stereotipi sulla cultura indiana, che cerca di estirpare. Grazie al suo carattere estroverso e all’eccessiva parlantina, riesce immediatamente a relazionarsi con gli altri e continua a mettersi in gioco in provini per film e sit-com, dopo aver realizzato un spot di successo. L’elemento che spinge a proseguire fra una puntata e l’altra è il modo in cui Dev affronta la vita: energia, passione e voglia di fare ciò in cui si crede.

Ormai sulla soglia dei trent’anni, il protagonista, già nel secondo episodio, riflette sul suo rapporto con i genitori (interpretati dal padre e la madre dell’attore stesso). Scopriamo cosa hanno dovuto affrontare per arrivare fino in America e dare un futuro più brillante al figlio. Questo episodio dona degli spunti di riflessione incredibili: dovremmo avvicinarci maggiormente al rapporto con i nostri genitori. Magari ci lamentiamo di loro, a volte non li sopportiamo, ma ciò che hanno compiuto per noi è incredibile. Master of None regala incredibili messaggi in ogni minuto. Il migliore amico di Dev è Arnold: un’uomo bianco, alto e abbastanza strano per la norma. Il rapporto fra i due è basato sull’amicizia che hanno nella vita reale: entrambi amano il cibo. Arnold si prende fin troppo cura dell’estetica, veste in modo elegante e ha avuto una relazione per oltre 11 anni. Troverete il suo personaggio sopra le righe e vi ci affezionerete subito. A fare da comprimari c’è il resto della ciurma: un asiatico (Alan Yang) e una donna omosessuale, Denise (Lena Waithe).

Non solo osserviamo la vita di Dev, ma si apre una finestra sul mondo di questi tre e della maniera in cui affrontano le relazioni e la vita in sé. Le minoranze sono ampiamente trattate e vi è una critica a tutti coloro che discriminano o pregiudicano ciò che si crede diverso. Senza rivelare nulla, alla fine della prima stagione ci troviamo con un prodotto solido, ma che ancora ha molto da raccontare. Quest’anno è stata rilasciata su Netflix la seconda stagione, che ci ha veramente sorpresi. Dev è un’amante delle esperienze e della pasta, così compie un viaggio in Italia. Si trasferisce a Modena, città nella quale impara a preparare la pasta e la prima puntata si apre con un incredibile bianco e nero. La serie è piena di riferimenti e la 2×01 è ispirata a Ladri di Biciclette e a molti film italiani.

Il nostro eroe è cambiato, ma è sempre lo stesso. Potrebbe sembrare strano, tuttavia è ancora alla ricerca di un’anima gemella. Nel Bel Paese si circonderà di persone che gli rimarranno nel cuore e compierà un viaggio nelle incredibili terre toscane. Le relazioni e il corso della vita di Dev nella seconda stagione assume una piega differente e più incredibile. Lui, pur di non ferire gli altri, è disposto a farsi del male. Il carattere del protagonista e la psicologia degli altri personaggi sono incredibilmente curati a livello maniacale.

Una delle puntate che mi ha maggiormente colpito è la sesta della seconda stagione, dal titolo: New York, I Love You. La puntata inizia con Dev, Arnold e Denise che decidono di andare al cinema in serata. La scena passa a un portinaio che deve occuparsi dei compiti che gli affidano gli ospiti dell’hotel. Successivamente, seguiamo un suo collega e poi una ragazza non udente. La puntata è scandita dal passaggio fra un personaggio, mai conosciuto prima, e l’altro. Dopo i primi 10 minuti, non è presente alcun rumore e le azioni avvengono solo grazie alle immagini, per poi passare la staffetta a un tassista sulla soglia del lastrico. Le storie, raccontate in meno di 30 minuti, sono fenomenali e il modo in cui sono narrate è sublime e emozionante. Master of None non è una serie che strappa una risata fine a sé stessa, ma consente allo spettatore di riflettere e viene ammaliato dalla bellezza delle inquadrature e delle ambientazioni. New York City è stupenda, tuttavia le puntante girate in Italia sono spettacolari. La prima stagione è ben girata, la seconda presenta delle inquadrature ispirate e suggestive. Alcune puntate sono in bianco e nero e la fotografia, in quelle a colori, è calda e incantevole.

Master of None è una serie che vi farà emozionare: ritroverete voi stessi in molti episodi. Oltre a mescolare un’ironia sferzante con eventi drammatici, New York City e le musiche riempiranno questo prodotto artistico. L’Italia a fare da sfondo è pazzesca: sono presenti i soliti stereotipi sul nostro Paese, ma si cerca di passare oltre e mostrare ciò che abbiamo di bello. Una fantastica Alessandra Mastronardi vi guiderà tra l’Italia e New York, fino ad arrivare ad un finale da brividi. Master of None è una serie televisiva eccelsa, poiché consente ad ogni spettatore di riflettere e porre dubbi sulla propria vita, sia sentimentale sia professionale. Recuperatela, se non l’avete ancora vista, e tenete da parte il pop-corn per il terzo appuntamento con quest’opera d’arte.