Quake è più di un semplice titolo, come magari alcuni potrebbero erroneamente pensare. Quando scomodiamo questo nome, ci riferiamo alla saga ventennale targata iD Software che, nel corso degli anni, ha allargato esponenzialmente il suo pubblico, sbarcando infine negli eSports (dove Alessandro Avallone ci rappresenta più che dignitosamente). Sin dal reveal, avvenuto durante l’E3 2016, Quake Champions è sembrato un titolo studiato per il competitivo e, consci del rischio che correvamo a impugnare le armi, abbiamo deciso di provare la closed beta e dirvi a che punto è arrivato il gioco. Ovviamente siamo morti una miriade di volte, ma siamo comunque pronti a parlarne, dunque mettetevi comodi.
Quake Champions è un FPS arena all’apparenza semplice, ma, già dopo qualche partita, dimostra di essere estremamente complesso, in quanto, per ottenere il miglior risultato possibile, si dovrà trovare l’eroe giusto per ogni giocatore e soprattutto il mix corretto per far rendere al meglio il team. Proprio grazie a questa meccanica, mi è sembrato di tornare nelle lobby di Overwatch, soltanto che l’ambiente era decisamente più lugubre e violento, cosa abbastanza comune nelle produzioni iD Software. Nella versione provata, sono ben quattro le modalità di gioco: Deathmatch, Deathmatch a Squadre, Duello e Sacrificio. Capirete facilmente di cosa trattano le prime tre, mentre per la quarta preferisco spiegarlo: in una sorta di cattura la bandiera, dovremo prendere un’anima e portarla nel nostro colosso, così da difenderla per un determinato tempo e vincere il round (la sfida è al meglio di 3).
Allo stato attuale, è possibile scegliere tra 11 eroi, ognuno con abilità attive e passive, vita, scudo e velocità differenti. Non c’è molto da dire a riguardo, se non che alcuni personaggi sembrano nettamente superiori rispetto ad altri, e ciò risulta estremamente negativo per i giocatori alle prime armi che, magari, sono alla ricerca del loro main e si imbattono in veterani in grado di polverizzarli combinando le skill e un’abilità in particolare. Speriamo che in futuro, con l’aggiunta di nuovi eroi e il rilascio di patch, la situazione cambi radicalmente, perché quello che abbiamo visto è un pretesto bello e buono per chiudere il gioco e non riaprirlo mai più. Molto interessante, pur essendo ormai di uso comune, è l’utilizzo delle casse ricche di equipaggiamenti e pezzi da collezione, ottenibili salendo di livello o acquistandole in negozio con la valuta apposita.
Tecnicamente, il titolo è già apprezzabile: il frame rate stabile è senza ombra di dubbio il punto a favore più importante, visto che eventuali problemi in questo campo avrebbero minato l’esperienza di gioco. Il design delle mappe è davvero bello, anche se richiama troppo Doom, prodotto della stessa software house, mentre lo stile Quake è diverso, come i fan ben sanno. Speriamo che in futuro ne vengano aggiunte di nuove, ma soprattutto di più simili a quelle della saga, così da soddisfare il pubblico. Per quanto riguarda il comparto sonoro, ci riteniamo soddisfatti di quanto trovato sinora, segno che il team di sviluppo ha lavorato per rendere l’esperienza di gioco di Quake Champions il più coinvolgente possibile.
In sostanza, Quake Champions è più che una closed beta, infatti il titolo sembra in uno stato più avanzato. Quello che manca, invece, è l’equilibrio tra i vari eroi e una maggiore varietà nella scelta, entrambi elementi decisivi per un’eventuale crescita nel competitivo. Siamo certi che, con il passare dei mesi, l’offerta si farà sempre più ricca: in tal caso saremo felici di parlarne ancora, ma per il momento Quake Champions risulta un titolo mirato solamente agli amanti del genere. Ai meno esperti, invece, lascio un consiglio: aspettate ancora qualche mese, così da non iniziare col piede sbagliato un’avventura potenzialmente meravigliosa.
Clicca sulla copertina per leggere