Finalmente ci siamo quasi: Assassin’s Creed: Origins sta per arrivare tra noi (il gioco uscirà il 27 ottobre 2017), ponendo fine ad un’attesa durata decisamente più del solito, complice le cocenti delusioni avvenute con Unity e Syndicate, le quali hanno spinto la software house francese ad aumentare il percorso di sviluppo del nuovo capitolo, garantendo, così, ai developer di potersi concentrare pienamente sul titolo per un anno in più rispetto ai predecessori. Questo ha generato un hype davvero incredibile, in quanto Origins rappresenta si un tuffo nel passato per quanto riguarda l’epoca storica, ovvero il regno di Cleopatra, ma guarda senza dubbi al futuro per la giocabilità, incredibilmente rivoluzionata se rapportata ai capitoli già pubblicati. Direttamente dalla Gamescom, abbiamo avuto la possibilità di testare per un quarto d’ora il gioco, e siamo pronti a illustrarvi nel dettaglio quali modifiche sono state apportate.
Una volta pad alla mano, ci siamo trovati catapultati nel maestoso deserto presente nel titolo, il quale ci ha sin da subito colpiti per maestosità, grandezza e dettagli presenti. Difatti, nei vari derelitti sommersi dalla sabbia, abbiamo potuto scorgere splendidi sarcofagi caratterizzati da un oro lucente, andati in malora chissà per quale ragione, abitazioni devastate da tempeste di sabbia e zone completamente abbandonate. Entrati in game eravamo già a cavallo, il quale rappresenterà uno dei tanti mezzi di trasporto presenti nella produzione dopo i cammelli e le barche a vela guidabili nel fiume Nilo. Esso, come accadeva anche nei titoli precedenti, potrà essere richiamato in qualsiasi momento o posizione (a meno che non ci si trovi in mare) con la semplice pressione di un tasto, e il feeling con il destriero ci è sembrato piuttosto buono, soprattutto nelle ampie zone del deserto. Una volta aver raggiunto la destinazione, è iniziata una missione principale, la quale richiedeva di raggiungere due imbarcazioni e raccogliere un particolare manufatto richiesto dallo sciamano del villaggio. Per prima cosa, sfruttando appieno le novità introdotte, abbiamo chiamato l’aquila Senu, la quale ci ha permesso sia di evidenziare i nemici presenti che anche i collezionabili reperibili in quella porzione di terreno. Tutto ciò è stato fondamentale per la buona riuscita dell’incarico, in quanto, così facendo, abbiamo avuto modo di pianificare una strategia d’attacco sfruttando anche le abilità stealth del protagonista.
Proprio sullo stealth occorre fare delle precisazioni: difatti, schiacciando un apposito tasto, Bayek si posizionerà in modo da diminuire la possibilità di essere scoperto, e così potrà agire per attaccare di soppiatto. Il tutto funziona egregiamente, e, senza ombra di dubbio, la possibilità di utilizzare anche un arco per effettuare attacchi silenziosi ha fornito grande varietà, potendo concatenare uccisioni in rapida successione prendendo dimestichezza con il sistema. Inoltre, in caso scoperti, l’arco potrà essere posizionato in modo da scoccare in un sol colpo tre frecce, perdendo ovviamente in precisione, ma guadagnando potenziale distruttivo. Una volta scoperti, abbiamo finalmente potuto testare il sistema di combattimento, il quale, possiamo dirlo senza molti fronzoli, è stato veramente rivoluzionato, e, in definitiva, trasformato in un combat system da action RPG. Difatti ora non sarà più necessario aspettare il colpo avversario per contrattaccare, oppure tentare un approccio offensivo uccidendo il nemico per sfinimento: nel nuovo Assassin’s Creed tutto risulterà essere dannatamente più ragionato, dovendo necessariamente schivare tramite l’apposito tasto e colpire poi al momento giusto. Inoltre vi sarà anche uno scudo con cui parare gli attacchi avversari, ma con molta facilità le bordate nemiche romperanno la vostra guardia; per questo sarà decisamente più efficace agire evitando i colpi.
Oltre a tutto questo si potrà eseguire anche il tanto amato, per i giocatori di Dark Souls, parry, il quale sarà perfetto per lasciare scoperto l’avversario e colpirlo con veemenza. Nonostante ciò, qualche dubbio permane, perché il sistema di lock sembra non potersi vincolare ad un singolo nemico, e spesso ci è capitato di trovarci spaesati per la telecamera che non si fissava sul singolo avversario. Inoltre un minimo legnoso il combat system ci è apparso, anche se questa potrebbe essere una scelta studiata per far sembrare gli scontri più veritieri e realistici. Siamo riusciti anche a testare qualche arma: infatti il character di default aveva la classica ascia, la quale si è rivelata essere piuttosto potente e abbastanza veloce, successivamente abbiamo raccolto un poderoso spadone, incredibilmente distruttivo ma esageratamente lento, e infine la lancia, efficace da lontano e in grado di colpire numerosi nemici contemporaneamente, ma poco efficace a livello di danni. Insomma, vi è comunque grande varietà, la quale sarà sicuramente incrementata nella versione finale, data la natura limitata della demo.
Una volta recuperato il manufatto, ci siamo gettati nel fiume per riportarlo allo sciamano, e abbiamo finalmente assistito alla possibilità di immergersi completamente sott’acqua: difatti, nei precedenti capitoli non era possibile visitare i fondali marini, ma soltanto nuotare o nascondersi temporaneamente. Ora invece è una feature a tutti gli effetti, e numerosi saranno anche i tesori scovabili, garantendo, così, varietà anche a livello di ambientazioni, con una riproduzione, tra l’altro, delle zone subacquee davvero eccezionale. Purtroppo, causa penuria di tempo, non abbiamo potuto analizzare nel dettaglio la componente gdr derivante dall’acquisizione dei punti esperienza e degli skill tree, ma possiamo comunque dirvi che gli alberi delle abilità saranno tre e permetteranno di potenziare le capacità sensoriali, stealth e offensive di Bayek.
Sotto il profilo tecnico (la nostra prova è avvenuta sfruttando le potenzialità di Xbox One X), il gioco ci è sembrato davvero ben realizzato, con una mole poligonale veramente impressionate, soprattutto per il gigantesco numero di NPC, edifici e strutture che componevano gli ambienti. Era presente qualche calo di frame rate, specialmente nelle fasi più concitate, ma lo sviluppo è davvero a buon punto. Artisticamente, invece, è senza paragoni, la caratterizzazione egizia fornisce quel qualcosa in più che riesce ad elevare la produzione.
In conclusione Assassin’s Creed: Origins riesce davvero in quello che si era ripromesso: ovvero uno stravolgimento totale delle meccaniche di gioco sugli aspetti pricipali, specialmente per quanto riguarda il combat system, ora rivoluzionato e migliorato, seppur con qualche dubbio legato al sistema di lock e legnosità degli scontri. Per il resto il gioco convince totalmente, e noi di VMAG non vediamo l’ora di testare la versione definitiva per capire realmente le potenzialità del titolo.