Se n’è andato Paolo Villaggio. L’attore genovese è morto, a Roma, ad 84 anni. L’annuncio arriva da parte della figlia Elisabetta su Facebook, con una foto in bianco e nero che ritrae l’attore da giovane insieme ai suoi due figli, e la frase: ciao papà ora sei di nuovo libero di volare. Se ne va una delle icone più splendenti della commedia italiana del Novecento. I personaggi di Giandomenico Fracchia prima e, soprattutto, del ragionier Ugo Fantozzi poi, sono diventati simbolo dell’uomo comune sottomesso e umiliato da chi è più in alto nella scala sociale. Celebri poi le collaborazioni con gli altri grandi del genere, come Renato Pozzetto ne Le Comiche e con i vari Boldi, De Sica e Banfi in Pompieri. Ma Villaggio non era solo attore da battuta. Impeccabile, ad esempio, nel ruolo del maestro Marco Tullio Sperelli nella difficile scuola di Arzano in Io Speriamo che me la cavo. Importante anche la sua amicizia con Fabrizio de Andrè, in cui spicca il testo, scritto da Villaggio, nella canzone Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers. Rimarrà parte dell’immaginario comune di milioni di Italiani, dalla “Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”, alla “in sella alla bersagliera” mentre si allenava per la coppa Cobram, fino al “batti… lei” della partita di tennis con Filini. Ciao, ragioniere.
https://www.youtube.com/watch?v=Bg1n7X0ypzw