Forse ci voleva proprio un titolo come questo. Un prodotto capace di renderci stupidi e non capire, almeno fino alla fine, cosa stesse accadendo. Un’opera che non tutti apprezzeranno, ma che sicuramente lascerà il segno tra i fan delle avventure interattive come Heavy Rain, Beyond: Two Souls e Life Is Strange. Get Even è il nuovo videogame della software house polacca The Farm 51 (Painkiller: Hell & Damnation, Deadfall Adventures), in collaborazione con Bandai Namco Entertainment Europe. Doveva essere lanciato il 26 maggio, ma, per la catastrofe accaduta durante il concerto della pop star Ariana Grande, è stato posticipato al 22 giugno, ovvero oggi. Queste tre settimane ci hanno dato modo di riflettere non soltanto sul tragico evento, di cui sorvoleremo sui fatti, ma soprattutto sul gioco in questione. Per descriverlo con un aggettivo, abbiamo pensato di usare “strano”, vi chiedere il perché, beh, continuate a leggere la nostra recensione e scoprirete perché, dopo averlo provato a fondo, non sappiamo quale sia la verità e quale la finzione.

Come accade di consueto, iniziamo parlando dell’impostazione del menù. Come è il resto del gioco d’altronde, l’interfaccia principale risulta essere tutto tranne che moderna, anzi, è qualcosa di ricercato ed azzeccato per l’opera. Si presenta con delle scritte bianche, tendenti al trasparente, e con delle immagini che scorrono dietro di esso, le quali ritraggono alcune sequenze di gioco, che giustamente non andremo a spiegare per non fare un qualche tipo di spoiler sulla trama, anche perché non sarebbe affatto giusto. Esatto, non possiamo darvi indizi sulla storia, non perché non sapremmo spiegarla (in parte vero, poiché con questo titolo ognuno vive la sua personale avventura), ma perché è il punto focale di tutto Get Even. Proprio così, nonostante abbia una componente gameplay da FPS, di cui parleremo tra poco, il prodotto di The Farm 51 è praticamente un’avventura grafica con una narrativa fuori dal comune.

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L’implementazione del cellulare in questo titolo è quanto di più odierno si possa immaginare: gli sviluppatori hanno fedelmente riprodotto il ruolo dei telefoni al giorno d’oggi.

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Il protagonista della nostra storia è Black Cole, un ex mercenario divenuto ora investigatore, il quale si ritrova implicato nel ricercare una ragazza scomparsa. Tutto inizia in modo assurdo, spinto. Ci troviamo con una pistola silenziata, un mitra con mirino installato ed uno smartphone, il quale sarà il nostro miglior amico, un’estensione del nostro braccio, una parte essenziale per proseguire nell’avventura. L’implementazione del cellulare in questo titolo è quanto di più odierno si possa immaginare: gli sviluppatori hanno fedelmente riprodotto il ruolo dei telefoni al giorno d’oggi. Chi non ha un device iOS, Android, o anche una Microsoft Phone? Forse una minima parte, ma sicuramente va per la maggiore possederlo e soprattutto ci si sta incollati ogni istante della giornata. Ebbene, in Get Even il cellulare è il dispositivo che più guarderemo, utilizzeremo e porteremo nel corso della storia. Esso è in grado di farci vedere la mappa, scansionare elementi (caratteristica indispensabile per la trama), il tutto con un sistema infrarossi installato al suo interno: non riusciremo a farne a meno.

Subito dopo l’uso del cellulare, il nostro secondo device indispensabile sarà, senza ombra di dubbio, la cover gun: una pistola silenziata collegata al nostro smartphone, in grado di piegarsi mentre noi siamo al riparo e sparare ai nemici. Questa componente è l’unica parte intrigante e carina del gameplay, in quanto esso risulta noioso e ripetitivo. La caratteristica più carente di Get Even è senza ombra di dubbio la parte FPS. Provando forse a rendere il gioco meno comune, e di fatto ci sono riusciti con la storia, il team ha voluto creare un miscuglio di questi due generi, ma andando a sviluppare non in maniera eccelsa la parte con le armi. Se da un lato troviamo un trama intrigante e fuori dal normale, dall’altra c’è un comparto sparatutto scadente e poco curato. Difatti, dopo che avrete passato su per giù un’oretta del vostro tempo a provare l’opera, vi ritroverete stufi e spossati, ma interessati dagli avvenimenti. Con Get Even si ha quello che si suole chiamare un rapporto d’odio e d’amore.

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Questo tipo di casco prende il nome di visore Pandora/Savant, ed è il dispositivo che permette ai detenuti di vivere i propri ricordi passati, e di conseguenza lo fa anche con i nostri.

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Altro fatto interessante sarà quello delle scelte morali che si potranno intraprendere. Ci ritroveremo spesso a dover scegliere se salvare un detenuto o lasciarlo in cella a marcire. Essi porteranno sul capo un elmetto che strizza l’occhio ai visori di realtà virtuali che siamo soliti indossare al giorno d’oggi per provare i nuovi prodotti VR. Questo tipo di casco prende il nome di visore Pandora/Savant, ed è il dispositivo che permette ai detenuti di vivere i propri ricordi passati, e di conseguenza lo fa anche con i nostri. Vi ricordate della frase detta ad inizio articolo di come non distinguessimo la realtà dalla finzione? Ecco, tutto si ricollega a questa fantomatica periferica. Quando neanche ce lo aspetteremo, Black si ritroverà in dei loop mnemonici degni dei più grandi film hollywoodiani, infatti ci ha ricordato molto la saga di The Bourne, la quale è dapprima una serie di romanzi di Robert Ludlum e poi trasposta come film con protagonisti Matt Damon. Questo intervallarsi di ricordi passati, fasulli e vita reale convaliderà quella già molta inquietudine del titolo, prevalendo anche sulla psiche del personaggio e dell’utente che lo comanda.

Il tutto sarà contornato da dei puzzle ambientali non troppo difficili, ma neanche facili: ci saranno dei punti in cui dovrete tornare più volte sui vostri passi e riesaminare il tutto senza tralasciare neanche il minimo particolare, anche perché, in fondo, siete degli investigatori, è il vostro lavoro! La sceneggiatura vede la sua forma migliore, essendo implementata ottimamente e con delle frasi per nulla banali. Le musiche di sottofondo che troverete nel corso dell’avventura saranno sempre giuste al mood del momento, non mancheranno infatti stati di ansia al culmine, grazie proprio alla traccia che state ascoltando in quell’istante. Per finire, possiamo dire che Get Even è un titolo inusuale, non adatto a tutti i tipi di giocatori, ma a quella nicchia che ama le avventure interattive ed i colpi di scena alla Memento o Donnie Darko. Vi consigliamo di provarlo, ma, se avete intenzione di farlo, attenzione: armati di taccuino e luci accese, o la mente vi farà brutti scherzi!