La Storia del Videogioco #3: Interactive Fiction

Bentornati cari appassionati di videogame, quest’oggi la rubrica La Storia del Videogioco verterà su un episodio extra, anche se facente parte della storia della Game Industry. Difatti, nella giornata odierna, si parlerà della nascita e della morte dell’Interactive Fiction, ovvero le tanto apprezzate (o odiate) Avventure Testuali. Se vi sentite pronti ad iniziare e non volete cambiare nessuna opzione, allora premete il tasto Start!


Con le Avventure Testuali, il motore grafico utilizzato è unicamente il cervello.

Nel mentre le grandi aziende iniziavano a pensare a quale nuovo gioco arcade potesse sovrastare gli altri, e mentre Nolan Bushnell e Ralph Baer si contendevano i diritti di Pong (che sappiamo tutti come finì tale storia), incominciò a svilupparsi una nuova corrente sperimentale. Essa si basa sulla narrazione e ne rende il suo punto di forza, individuando proprio nel videogame il tramite con cui renderla interattiva. Queste creazioni prendono il nome di Avventure Testuali, i cui titoli non presentano nessuna veste grafica, ma solo muri di testo descrittivi. Quest’ultimi propongono degli scenari esplorabili digitando solamente le direzioni in cui muoversi, ma anche elementi di background con cui è possibile interagire, bivi narrativi ed enigmi. Vi sono infatti tre fonti di ispirazione:

  1. La letteratura fantasy, sci-fi ed avventurosa.
  2. La narrativa a bivi, la quale si sviluppò tra gli anni ’40 ed i ’70.
  3. I giochi di ruolo cartacei, come Dungeons & Dragons (1974).

Dungeon

1975: viene rilasciato Dungeon.

Sviluppato da Don Daglow, Dungeon viene inquadrato come una delle prime Avventure Testuali mai realizzate. Il gioco aveva implementato anche, seppure leggermente, un supporto grafico ai testi scritti. Riproponeva in versione virtuale le classiche meccaniche dei GDR da tavolo, anticipando di molto anche quelle degli odierni RPG.

Colossal Cave Adventure

1975: viene rilasciato Colossal Cave Adventure.

Identificato come la prima vera Avventura Testuale, William Crowther creò Colossal Cave Adventure unicamente per far divertire le proprie bambine. L’opera è basata sull’esplorazione di alcune grotte, ramificate all’interno della caverna del Mammoth in Kentucky. Oltre a questo, Crowther aggiunse elementi provenienti dalla letteratura fantasy. Dopo un primo passaggio informale sui PC di alcuni appassionati, raggiunge lo studente universitario Don Woods, il quale chiederà il permesso proprio a William per implementare altri elementi fantasy. Eseguita la miglioria, Adventure viene condiviso tramite ARPANET (si può intendere come una prima versione dell’internet moderno), diventando una prima miliare dell’epoca.

INFOCOM

Una delle classiche pubblicità di INFOCOM.

Creata dai tre studenti universitari Dave Lebling, Marc Blank e Tim Anderson, INFOCOM vide la luce nel Laboratory for Computer Science del MIT. Utilizzando il loro piccolo esperimento Zork: The Great Underground Empire come primo titolo ufficiale dell’azienda, diffuso sempre tramite ARPANET, venne diviso in tre parti e fu un successo globale. Tra il 1980 ed il 1986, la società in questione venne comprata dalla Activision a causa di una grande crisi economica. Durante questi anni, produsse opere iconiche come Deadline (1982), Planetfall (1983) e A Mind Forever Voyaging (1985).

La chiusura definitiva della INFOCOM segnò la fine del filone denominato Interactive Fiction, lasciando un segno indelebile nella storia del gaming. Noi di VMAG vi invitiamo al prossimo episodio per continuare a rispolverare La Storia del Videogioco e durante l’attesa: Game Over!

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