L’alone di hype che avvolge Prey, reboot dell’omonimo titolo uscito nel lontano 2006 che nonostante il discreto successo ottenuto, per alcune vicissitudini, non ebbe mai un secondo capitolo nonostante fosse in cantiere, รจ davvero considerevole, merito, senza ombra di dubbio, di due fattori principali: la splendida ambientazione fantascientifica, caratterizzata da scenari spaziali, e l’affidamento del progetto nelle sapienti mani di Arkhane Studios, particolarmente celebre per la realizzazione dei due Dishonored, apprezzati tanto dalla critica quanto dal pubblico. A circa otto giorni dal rilascio ufficiale, Bethesda ha ben pensato di pubblicare una versione di prova del titolo, nella quale รจ possibile vivere la prima ora di gioco in compagnia di Morgan Yu, protagonista della produzione. Dopo sessanta minuti vissuti nella fantastica stazione spaziane di Talos I, noi di VMAG siamo pronti per fornirvi le nostre impressioni su quanto visto fino ad ora, e giร vi anticipiamo che sono piรน che positive. Curiosi di proseguire? Continuate a leggere.
Non appena avvierete la demo, si avrร la possibilitร di scegliere se giocare con la versione maschile o femminile di Morgan Yu, permettendo in questo modo al giocatore di decidere il sesso del proprio alter-ego. Una volta fatto ciรฒ, si entrerร nel vivo della versione di prova, trovandoci immediatamente catapultati nella stazione spaziale di Talos I, dove il protagonista si sveglierร e si dirigerร nella stanza degli esperimenti, con l’intento di eseguire dei controlli di routine. In quest’occasione, la base verrร invasa e attaccata dai Typhon: degli alieni dalla colorazione nera pece, e dal design davvero ispirato, che inspiegabilmente sono entrati in contatto con la stazione, portando distruzione e decimando il personale. Morganย verrร salvato da January, un’entitร artificiale, la quale lo guiderร e gli indicherร la retta via per capire cosa sta succedendo. Preferiamo fermarci qui con le spiegazioni sulla trama, poichรฉ, seppur dalla durata di appena un’ora, la versione di prova riserverร qualche colpo di scena davvero succoso. Con assoluta certezza possiamo aspettarci davvero molto dalla narrativa di Prey, in quanto, nei pochi minuti di gioco trascorsi nella produzione, abbiamo potuto saggiare le potenzialitร del microcosmo realizzato dalla software house, e, in perfetto stile Dishonored, ci รจ sembrato piuttosto articolato e complesso. Inoltre, i personaggi sono risultati essere davvero misteriosi, e sarร interessante far luce sulle motivazioni che li hanno spinti a compiere determinate decisioni. Insomma, una storia tutta da scoprire, e non vediamo l’ora di poter svelare tutti i segreti celati a Talos I.
Pad alla mano, il gameplay di Prey, nonostante un cospicuo numero di differenze, ricorderร moltissimo quello di Dishonored, sopratutto nelle meccaniche del crafting, davvero simili alla prima produzione firmata Arkhane Studios. Difatti, il giocatore potrร interagire con qualsiasi oggetto presente su schermo, potendo sia acquisire succose informazioni sul mondo di gioco, leggendo degli estratti di libri, post it e lettere, che sollevare parti di mobilia, sfruttandola magari per scaraventarla contro i nemici. Oltre a ciรฒ, sarร presente, come nella produzione con Corvo ed Emily protagonisti, anche il classico cibo da poter ingurgitare, recuperando salute, o, elemento inedito, da mettere nell’inventario e utilizzarlo in un secondo momento. Proprio qui iniziano le differenze: difatti, in aggiunta ai classici spuntini, vi sarร la possibilitร di collezionare degli oggetti apparentemente inutili, come circuiti, tubi di plastica o fili, ma che, invece, saranno fondamentali una volta trovato il Riciclatore prima, e l’Assemblatore successivamente, essenziali per trasformare questa ferraglia in qualcosa di nettamente piรน utile. Il primo, infatti, permetterร di modificare gli strumenti sopra citati in materiale genetico, il quale risulterร essere fondamentale per creare armi e munizioni uniche nell’Assemblatore. Questa meccanica ci รจ sembrata davvero interessante, in quanto la smania di ottenere potenziamenti e armamentario unico spingerร l’utente a ispezionare ogni anfratto presente nelle grandi mappe del gioco.
A proposito di strumenti di morte, nella demo รจ stato possibile testare ben quattro armi: la chiave inglese, la pistola silenziata, il fucile a pompa e il Cannone Gloo, ognuna con uno specifico utilizzo e funzione. Infatti, la prima sarร utilissima per gli scontri corpo a corpo e per uccidere i nemici senza consumare preziosi proiettili. Ogni attacco della stessa sfrutterร una parte della barra dell’energia, che dovrร essere tenuta in considerazione anche per salti e scatti. La pistola, invece, ci รจ sembrata molto utile per riuscire a sconfiggere avversari non troppo vicini in maniera stealth, particolarmente importante nel caso di alta presenza di alieni nella zona. Lo shotgun sarร , probabilmente, una delle armi piรน utilizzate nella produzione, in quanto esso, in caso di attacchi improvvisi a corto raggio, risulterร davvero letale. Ma, senza alcun dubbio, il gingillo piรน interessante della demo รจ stato il cannone Gloo: arma davvero peculiare in grado di pietrificare nemici, sedare incendi e fondamentale per creare percorsi aerei altrimenti inesistenti. Insomma, tutto molto interessante, reso ancor piรน divertente dalla presenza dei kit balistici, accessori fondamentali per il potenziamento delle armi, le quali potranno essere modificate nel danno inflitto, capacitร del caricatore e raggio. Nonostante la grande vastitร dell’arsenale, a non convincerci del tutto risulta essere proprio il sistema di mira, il quale รจ apparso particolarmente legnoso anche alla massima sensibilitร del controller: difatti, la lentezza dei movimenti di Morgan, legata alla velocitร di spostamento dei Typhon, potrebbe rendere gli scontri piuttosto frustranti e non emozionanti come ci si aspetterebbe da un FPS. Non ci resta che attendere la versione definitiva per capire meglio questo aspetto.
Forse, insieme alla presenza dei particolari tipi di strumenti di morte, l’elemento maggiormente interessante della produzione sarร rappresentato dal neuromod, uno strumento, dotato di affilatissimi aghi, che Morgan utilizzerร per infilzarsi l’occhio, permettendogli cosรฌ di sbloccare i caratteristici poteri del titolo. Nella versione di prova era possibile usufruire dei servigi delle abilitร legate alla Scienza, Ingegneria e Sicurezza, le quali, chiaramente, permetteranno di accedere a potenziamenti unici. Nella prima, infatti, si potevano ottenere miglioramenti sulle conoscenze scientifiche, mediche e sulle attrezzature; la seconda garantiva upgrade all’equipaggiamento e all’accrescimento del potenziale bellico della chiave inglese, e l’ultima era fondamentale per perfezionare l’uso delle armi, dei poteri e l’aumento della difesa fisica. Sappiamo con certezza che nella versione finale saranno molte di piรน, con una libertร d’approccio eccezionale, come ribadito costantemente anche nella demo. Per quel che concerne, infine, il level design e la costruzione delle mappe, possiamo affermare con positivitร che, giร da questo primo fugace approccio, รจ intuibile lo strabiliante lavoro svolto da Arkhane nel fornire agli utenti ampi spazi tramite i quali agire in completa libertร , permettendo di raggiungere lo stesso posto mediante strade differenti. Sicuramente la minor presenza della fase stealth potrebbe leggermente appiattire lo studio della zona che avveniva in Dishonored, ma con un minimo di applicazione si avranno a disposizione numerose vie per il conseguimento dell’obiettivo.
Sotto il profilo tecnico, Prey ci รจ sembrato ottimo ma non eccezionale, con si un bel colpo d’occhio generale, ma nulla che faccia gridare al miracolo. I modelli dei personaggi sono ben realizzati, gli ambienti spaziali splendidamente ricreati, il design degli alieni semplicemente splendido, ma, forse, si poteva fare qualcosa in piรน, soprattutto considerando l’utilizzo del CryEngine, probabilmente uno dei migliori motori grafici in circolazione. Per quanto riguarda il sonoro, invece, esso ci ha convinto appieno, contraddistinto sia da un doppiaggio davvero ben realizzato e una riproduzione dei colpi delle armi certosina, che da musiche incalzanti e quasi asfissianti per l’intenso ritmo.
In conclusione, Prey ci ha stregato quasi del tutto, stupendoci tanto giร con una narrativa particolarmente ispirata, caratterizzata da un paio di colpi di scena niente male in appena sessanta minuti, quanto con un gameplay eccezionale, incredibilmente vario e completo. L’unico vero dubbio che รจ presente sulla produzione รจ legato allo shooting, piuttosto macchinoso per essere uno sparatutto in prima persona. Insomma, non ci resta che attendere il 5 maggio per comprendere a fondo il reale valore dell’ultimo pargolo targato Arkhane Studios.
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