Kinguin rimborsa i giocatori, “ma la colpa è dei publisher”

Avevamo già parlato della spiacevole situazione che si è verificata negli ultimi giorni: ossia, dei giocatori che avevano acquistato la loro copia di Far Cry 4 sui marketplace G2A e Kinguin, si sono ritrovati con le loro copie disattivate da Ubisoft. Ubisoft, successivamente, ha dichiarato che le copie sono state disattivate in quanto si trattava di proprietà rubate. Ecco qui lo statement ufficiale:

Raccomandiamo fortemente che i giocatori comprino chiavi e giochi scaricabili dall’Uplay Store o dai loro rivenditori fidati. Lavoriamo regolarmente con i nostri rivenditori autorizzati per identificare e disattivare le chiavi ottenute in maniera fraudolenta e rivendute. In questo caso, ci siamo accertati che le chiavi d’attivazione sono state recentemente acquistate dall’Origin Store di EA usando informazioni delle carte di credito fraudolente, e poi rivendute online. Queste chiavi potrebbero essere state disattivate. I clienti che sono stati colpiti devono contattare il venditore dove hanno acquistato la chiave per il rimborso.

Come spesso avviene in questi casi, si tende a far rimbalzare la palla da una parte all’altra. E chi ci finisce in mezzo? Ma naturalmente i consumatori. Ecco dunque la dichiarazione di Kinguin, nella persona del chief marketing officer Bartłomiej Skarbiński:

Le copie bannate in questione sono state acquistate attraverso dei distributori con licenza e di conseguenza l’origine delle chiavi è il publisher stesso.

La faccenda si complica ulteriormente. EA, dal canto suo, ha confermato che le key in questione erano state comprate da Origin, usando carte fraudolente. Tuttavia, anche EA se ne tira fuori, consigliando ai clienti affetti dal problema di contattare il rivenditore e, in generale, di acquistare chiavi esclusivamente da Origin e da rivenditori affidabili. Come misura preventiva, tuttavia, EA ha rimosso i giochi Ubisoft dal suo marketplace.

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Kinguin, fortunatamente, si è rivelata collaborativa, e si è offerta fin da subito di aiutare i clienti affetti dal problema. Certo, questo spiacevole evento dovrebbe mettere in guardia i giocatori che, di fronte a prezzi più vantaggiosi, scelgono di affidarsi a servizi non ufficiali come Kinguin e G2A. Sulla cui affidabilità non metterei la mano sul fuoco. Proprio in queste ore, un giornalista di Game Informer che indaga sul caso si è registrato al servizio G2A, e ha riportato le policy di sicurezza un po’ fumose del sito. Il giornalista ha acquistato da G2A un servizio aggiuntivo di sicurezza ma, nell’e-mail di conferma, gli è stata spedita la password, non criptata: una grave falla nel sistema.

May 22nd, 2014 @ 00:32:17

La faccenda, tuttavia, sembra che si stia risolvendo. Kinguin ha infatti cominciato a rimborsare gli utenti colpiti dal problema, arrivando a una cifra di 146.000 €. Kinguin negli ultimi tre giorni ha gestito 4.600 ticket, tra cui 1000 copie di Far Cry 4, 450 codici di Assassin’s Creed e meno di 100 copie tra Watch Dogs e The Crew. Kinguin ha dichiarato che dei suoi 3.400 venditori 35 sono stati colpiti, e ha rilasciato uno statement dove cerca di spiegare il problema.

Ecco cosa i commercianti ci hanno detto: un individuo non identificato dalla Russia ha acquistato queste chiavi. Come, esattamente, non lo sappiamo. Queste chiavi sono state offerte a molti commercianti sul mercato. Da quello che sappiamo il prezzo offerto per queste chiavi era così basso che la maggior parte dei commercianti si è rifiutata di pagare i beni. 35 commercianti di Kinguin, perlopiù minori, hanno accettato l’offerta. Questi commercianti adesso affermano che la loro “fonte” è scomparsa e sono rimasti appesi. Tutti i commercianti senza nessuna eccezione hanno dichiarato la piena volontà di cooperare e rimborsare tutti gli utenti colpiti. Noi di Kinguin li ringraziamo per questo.

Kinguin tuttavia non si è limitata a chinare il capo, ma ha avuto qualcosa da ridire riguardo alle politiche di Ubisoft ed EA, affermando di trovare “strano” il fatto che fossero state acquistate delle grandi quantità di beni via carta di credito senza che si sollevasse il minimo sospetto tra gli erogatori del servizio, aggiungendo che ogni volta che vengono fatti grandi acquisti su Kinguin la compagnia indaga. Kinguin sembra in realtà essere dalla parte dei giocatori, e ha colto l’occasione per criticare la politica di accentramento delle grandi corporation.

I grandi publisher cercano di focalizzare le vendite dei loro videogiochi in un numero molto limitato di canali. Idealmente, vorrebbero vendere solo tramite le loro piattaforme. Ma c’è un grande problema: i giocatori non lo accettano. E fanno bene.

E voi, cosa ne pensate? Servizi come Kinguin sono un rischio per la sicurezza dei giocatori? Oppure sono un male necessario, visto che i publisher vogliono imporre i loro prezzi?

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