Il Web è davvero un posto strano.
Se già normalmente su Internet è difficile esprimere una qualsiasi opinione o altro senza ricevere continui a attacchi da perfetti sconosciuti, il mondo dei videogiochi online può essere anche peggio: nella maggior parte dei casi le persone tendono a dare sfogo a tutta la loro malvagità sentendosi potenti dietro a uno schermo, dando vita a flame e insulti gratuiti verso i giocatori meno esperti… come se loro fossero nati già con le capacità incorporate.
Esistono tuttavia alcune storie che ci fanno ancora sperare per il futuro dell’umanità , in cui lo spirito di solidarietà e voglia di aiutare il prossimo riescono a riemergere dalla melma di ipocrisia e sadismo che circonda il mondo dell’online. Il genere degli MMO sembra essere quello che racchiude tutti gli estremi: se da una parte è quello dove i “noob” vengono presi di mira con maggior ferocia, è anche vero che a volte si formano anche delle vere amicizie e il senso di comunità è molto più forte rispetto ad altri tipi di gioco, portando a esempi come la recente veglia funebre organizzata su Final Fantasy XIV: A Real Reborn per un giocatore morto a causa del cancro.
La storia di oggi in parte è simile: un padre di 50 anni ha perso il figlio dopo un periodo di convalescenza a causa di un colpo di mortaio nella guerra in Iraq. Il ragazzo ha passato i suoi ultimi giorni giocando con i suoi amici a World Of Warcraft, così il genitore ha deciso di avvicinarsi al gioco per esplorare una parte della vita del figlio che non era mai riuscito a comprendere. Wolrd Of Warcraft, tuttavia, è un titolo decisamente dispersivo e ostico per le nuove leve, così l’uomo da deciso di chiedere aiuto nella comunità di Reddit e avere consigli su come utilizzare al meglio il suo personaggio, soprattutto perché non voleva essere un peso per i compagni di squadra.
La reazione del Web è stata più grande di quanto si aspettasse, poiché il suo messaggio ha iniziato a fare il giro di Internet ottenendo migliaia di risposte di giocatori che, oltre alle condoglianze, lo hanno guidato passo passo spiegando nel dettaglio le varie strategie da utilizzare, rassicurandolo su come sia normale all’inizio essere sopraffatti dalla mole di opzioni del gioco offrendo anche aneddoti personali.
Perfino una dipendente di Blizzard ha risposto alla richiesta di aiuto, elargendo consigli personali e link a siti con le migliori guide strategiche. Non sono mancati (purtroppo) alcuni buontemponi che hanno provato a dire che un “vecchio” come lui dovrebbe fare altro invece di giocare a WoW, ma sono stati prontamente zittiti dal resto della comunità .
Un’altra grande dimostrazione di come i videogiochi possano unire le persone e farci avvicinare anche ai nostri familiari… perfino quando ormai è troppo tardi.