Dopo aver messo le mani su Farpoint e Gran Turismo Sport in quel del Let’s Play Roma, abbiamo spostato la nostra attenzione sull’area adiacente, che vedeva protagonisti alcuni prodotti della line-up 2017 di Bandai Namco. Il primo titolo di cui vi parliamo è Little Nightmares, interessante platform 2.5D dalle tinte fortemente cupe. Probabilmente ve lo ricorderete, in fase di sviluppo, come Hunger, dal cui nome è nato poi Little Nightmares. Sin dai primi artwork che ci arrivavano abbiamo mostrato un particolare interesse per Little Nightmares, appartenente a quel filone introspettivo e misterioso che tanto ci piace e che strizza l’occhio ai videogiochi di Playdead: Limbo ed Inside.
L’inizio della nostra prova è eloquente. Cominciamo a muovere lentamente il piccolo omuncolo con cappotto giallo su schermo e subito ci accorgiamo della cura per il dettaglio. Possiamo compiere le classiche azioni da platform, con l’aggiunta di qualche meccanica stealth degna del bussare sui muri di Metal Gear Solid. Infatti, con la pressione di un tasto, possiamo fischiare e richiamare l’attenzione delle inquietanti figure che dominano i livelli di Little Nightmares. Viceversa, potremo farci luce tramite un accendino che ci farà luce a comando. Il tutto è contornato da una direzione artistica clamorosa, che rende piena giustizia al mondo di gioco ideato dai ragazzi di Tarsier Studios, al loro primo titolo interamente sviluppato da soli. Per i più attenti, Tarsier significa uno degli studi dietro a Little Big Planet e scusate se è poco. Proseguendo nei tetri scenari, facendoci largo nelle cucine di un luogo fatiscente, scoviamo la possibilità di sfruttare a pieno l’ambiente di gioco, usando un buon numero di oggetti facenti parte dello “sfondo”. I cinefili che si ricordano Jurassic Park abbozzeranno un sorriso di fronte all’utilizzo di un mestolo per attirare il cuoco da un lato per passare dall’altro.
Finita la demo a nostra disposizione dopo circa 15 minuti, possiamo tirare le somme su ciò che ci possiamo aspettare da Little Nightmares. Il titolo mette sul piatto diverse meccaniche platform a cui siamo abituati, tra cui puzzle ambientali da risolvere, leve, oggetti da spostare a cui vanno aggiunte delle parti stealth che potrebbero elevare la produzione oltre un semplice platform 2.5D. Purtroppo, non possiamo sbilanciarci sul comparto sonoro visto che in fiera non era possibile usare cuffie o sentire in alcun modo l’audio di gioco. Dal punto di vista tecnico, il titolo si difende discretamente bene, merito anche di un’ispirazione artistica decisamente pronunciata. Non abbiamo notato cali di frame ed il numero di poligoni è più che buono. Le uniche incognite rimangono sulla varietà degli ambienti di gioco e sulla qualità complessiva del level design, vitale per un titolo appartenente a questo genere. Noi non vediamo l’ora di rituffarci nell’incubo!
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