Recensione Desync

La difficoltà, nei videogiochi, è un elemento chiave, assolutamente fondamentale. La fortuna di un titolo, in molti casi, viene data proprio da quanto questo elemento riesca a mettere alla prova le abilità di chi impugna il pad / mouse. E’ così da quando i videogiochi sono nati. La competizione e la voglia di superare i propri limiti sono da sempre uno stimolo in più per andare avanti, per proseguire. Il tutto deve essere però sapientemente tarato da un esperto game designer che riesca a creare una curva di difficoltà consona, facendo cominciare il gioco in modo semplice per poi renderlo più difficile andando avanti. Ma non è sempre così. Gli sviluppatori di Foregone ne sono un esempio, piazzando il loro primo titolo, Desync, ad una difficoltà mostruosamente frustrante fin dal primo livello. Vi spiegherò passo dopo passo cosa mi ha convinto e cosa meno in questo fps dai tratti cyberspaziali provato su PC con mouse e tastiera.

Di titoli che portano la difficoltà a livelli da frustrazione ce ne sono. Basta citare Fenix Furia, platform che recensii qualche tempo fa. In pochi giochi, però, mi hanno reso così debole e impotente fin dai primi minuti di gioco. Desync è, come avrete capito, uno di questi. E’ un gioco che tende a dare il minor numero di aiuti e spiegazioni possibili. Ho trovato difficoltosa anche la parte introduttiva, dove non riuscivo a capire che per entrare nella stanza di selezione livelli bisognava passare sopra ad un’ascensore che si azionava automaticamente (nulla lo faceva intuire). Giuro, sono dovuto andare a vedere un video di walkthrough solo per capire come far partire il primo quadro. L’interfaccia infatti, per quanto bella nello stile e nei font, risulta piuttosto confusionaria, e, come dicevo prima, rende la vita difficile al giocatore, segnalando poco di quel che c’è da fare e lasciandogli il mistero della scoperta.

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Desync è un fps che premia le abilità e la creatività del giocatore.

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Desync è un fps che premia le abilità e la creatività del giocatore. Più si compiono uccisioni skillate, e più si ricevono punti e bonus. Partirete con una singola arma, ma andando avanti nei livelli ne sbloccherete altre, potendone portarne fino a sette in ogni quadro. Questi ultimi che sono divisi in diverse zone, nelle quali spawnano svariati mostri che dovrete uccidere nel minor tempo e nel miglior modo possibile. A seconda di come ucciderete i nemici otterrete dei punti bonus e una migliore valutazione. Se, ad esempio, con il vostro Terrablaster scaglierete un mostro contro una parete di spuntoni, otterrete il bonus Pierced che vi darà 1000 punti extra. Ogni livello è composto da diverse ondate: finita la prima, un indicatore vi dirà di proseguire verso un altro luogo, dove si troveranno altri mostri, e così fino alla fine del quadro. Ma ad arrivarci, alla fine…

Questa è una schermata che vedrete spesso in Desync.

Come dicevo, Desync premia le abilità. In primis, dovrete avere una grande dimestichezza con mouse e tastiera, e avere una mente veloce per capire ogni situazione, altrimenti sarete carne da macello. Per riuscire a concludere un’ ondata dovrete infatti studiarvi quale nemico, dove e quando respawna e saper agire di conseguenza. I mostri sono di diversi tipi: ci sono quelli che prediligono il corpo a corpo e altri che vi attaccheranno dalla distanza. Il vero problema è che, fin da subito, farete conoscenza di un nemico in particolare fin troppo potente per essere affrontato dal primo livello: velocissimo, difficile da tirare giù e con una forza fuori dall’ordinario due-tre colpi e già potrete dire addio alla vostra flebile vita. Odierete il suo martello con tutto il cuore. E andando avanti la situazione non migliorerà, anzi. Anche il sistema di checkpoint non aiuta in questo senso. Il gioco salverà alla fine di ogni orda, solo che alcune in particolare saranno estremamente difficili, e ricominciarle ogni volta daccapo potrà farvi spegnere anzitempo il computer. Sappiate poi che, se uscite dal gioco senza aver completato il livello, dovrete ripartire dall’inizio. Una bella scocciatura.

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Ogni arma avrà un fuoco primario e uno secondario, per permettervi di affrontare in modi completamente diversi ogni sfida.

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Il sistema delle armi è studiato molto bene. Partirete con la pistola base, la Tristol, e ne sbloccherete un massimo di sette. Ognuna avrà un fuoco primario e uno secondario, per permettervi di affrontare in modi completamente diversi ogni sfida. Queste armi le potrete comodamente switchare con la rotellina del mouse. Non avrete un numero determinato di proiettili, ma ci sarà una barra che vi mostrerà la carica della bocca da fuoco, come fosse una batteria. Ogni colpo consumerà un tot di energia e voi, per ripararla, dovrete premere R, consumando una carica. Potrete poi equipaggiare un’abilità chiamata Core e una Side Arm, che vi aiuteranno non poco. Le prime saranno attivabili dopo un tot di punti ottenuti nel livello, mentre le seconde compiendo determinate azioni. Queste abilità potranno poi essere livellate, per migliorarne le caratteristiche. L’idea di fondo infatti è che, una volta apprese abilità e armi migliori, si rigiochi ai livelli già conclusi per fare punteggi migliori.

Sembrano piccoli e innocui, ma in gruppo diventano letali.

A livello stilistico, il titolo è studiato alla grande. La grafica minimale si sposa perfettamente con i synth e il mood molto anni ’80 composto dai musicisti Daniel Deluxe e Volkor X. Vi consiglio infatti di giocarlo con le cuffie, per prendere letteralmente energia dalla musica e per apprezzare al massimo gli effetti sonori. Il gioco non risente di problemi tecnici, scorre in modo fluido e non ha cali di sorta. Appena inizierete il titolo, un disclaimer vi dirà che alcuni tipi di luci potrebbero dare qualche problema al giocatore. I vari effetti ottici sono molto riusciti, anche se, effettivamente, inizialmente potrebbero disturbare un poco. Una chicca per veri nostalgici: quando si mette il gioco in pausa, si può sentire il rumore tipico del caricamento dei floppy disk dell’Amiga. Lacrimuccia.

In conclusione, Desync è un titolo che non mi sentirei di consigliare a tutti. I fan degli fps che cercano una sfida (una vera sfida) originale lo vedranno come un piccolo capolavoro. Se volete un gioco che vi metta fin da subito alla prova allora va bene, ci sono anche le classifiche online come stimolo in più per superare ogni record. Se però le asticelle alte non fanno per voi, statene alla larga. Non perché il gioco sia brutto, anzi: il livello stilistico, la varietà di armi e di modi di sconfiggere i nemici sono punti assolutamente a favore dell’fps di Foregone. Ma la difficoltà troppo elevata potrà bloccarvi fin da subito, facendovi battere i pugni sul tavolo come neanche i bambini quando chiedono attenzioni per mangiare.

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