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Il dovere dell’identitร
diย Gianpaolo Iglio
La โleggeโ dellโanonimato, che molti inquadrano evidentemente come patrimonio democratico della rete, andrebbe senzโaltro appoggiata in toto se lโesercizio della propria libertร di espressione andasse puntualmente accompagnandosi ad un genuino buon senso. In un contesto ancora affollato di individui che continuano a confondere il concetto di libera opinione con la semplice opportunitร di scrivere tutto quello che gli passa per la testa โ offese incluse โ senza assumersene per questo la minima responsabilitร , lโanonimato puรฒ disgraziatamente veicolare una rapida degenerazione dei contenuti di portali, forum, e blog.
Chi opera sul web col proprio nome reale per ragioni professionali avrebbe, in questo senso, il diritto di sapere qualcosa di piรน sulla persona con cui sta interagendo, fosse anche la mera possibilitร di confrontarsiย ad armi pari e far riferimento a quel profilo Facebook che rappresenta oramai un โdocumento dโidentitร โ virtuale molto piรน efficace di un mero nickname. Un conto รจ dโaltronde discutere, anche animatamente, con un interlocutore riconoscibile, ben altra cosa รจ farloย con un โfantasmaโ che, forte dalla sua assoluta irreperibilitร , si abbandona ad epiteti, aggettivi e conclusioni che difficilmente adotterebbe in un contesto reale.
[su_quote]”Le parole sono importantiโ e persino in un contesto liberale quale quello di Internet รจ necessario pesarle.[/su_quote]
Benchรฉ alcuni continuino a dare poco peso a ciรฒ che dicono, occorrerebbe in definitiva ricordare che โle parole sono importantiโ e che, persino in un contesto liberale quale quello di Internet, sia necessario pesarle. Per questo motivo, ma anche e soprattutto per tutelare la qualitร dei contenuti di VMAG e gli interessi di tutti quei lettori che vogliono commentare i nostri articoli senza ritrovarsi coinvolti in derive francamente orrende, credo che lโintegrazione del profilo Facebook nei commenti possa costituire un alleato valido nonchรฉ un ulteriore stimolo al commento stesso. Non รจ infatti un mistero che la quasi totalitร degli internauti preferisca esprimersi direttamente via Facebook piuttosto che prendersi la briga di recarsi sulla webpage desiderata ogni qualvolta avverta il bisogno di approfondire un proprio intervento.
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Dietro la maschera
di Mario Petillo
Abbiamo deciso di metterci in piazza e, se non lโabbiamo deciso direttamente, abbiamo tacitamente accettato di sottostare alle regole che il mondo di internet ci ha propinato. Adire a una soluzione diversa รจ possibile, ci รจ concesso, ma significherebbe risultare estranei alla quotidianitร , alle pratiche moderne. Innalzarsi a baluardo di un anonimato che oggi non รจ permesso significherebbe risultare anacronistici. ร finito il tempo dei quindici minuti di notorietร che ci ha insegnato Andy Warhol: questa รจ lโepoca della notorietร continua, del nome, del metterci la faccia. ร lโepoca degli Youtubers, delle Tweet Star, del Product Placement umano, delle produzioni che si affidano al volto noto per poter avere una spinta maggiore sul web o per strada.
[su_quote]ร finito il tempo dei quindici minuti di notorietร : questa รจ lโepoca della notorietร continua, del nome, del metterci la faccia.[/su_quote]
Posto ciรฒ, quindi, perchรฉ rimanere nellโanonimato? Cui prodest? A maggior ragione se si decide di lanciarsi in una professione che richiede unโattivitร comunicativa, che pretende la nostra partecipazione, la nostra simpatia – intesa come presenza sentimentale – e deve, necessariamente, dare un riferimento a chi si approccia a noi. E se questo vale per chi si mette in piazza, democraticamente parlando dovrร valere anche per chi si avvicina alla piazza, per ascoltare chi cicera. Cosรฌ che ogni suo commento, ogni sua critica, possa essere riconosciuta, e per far sรฌ che nessuno possa sparare sulla folla e rimanere impunito.
Ci si prenda la responsabilitร da un lato di togliersi la maschera di Guy Fawkes e dallโaltro di presentarsi con nome e cognome quando si avanza unโoffesa. Lo schermo del vostro device non puรฒ essere il vostro perenne scudo, cosรฌ come non potrร mai esserlo, non dovrร mai esserlo, il vostro anonimato. Internet non รจ un mondo a sรฉ stante, nel quale rifugiarsi: internet รจ una prolunga della nostra vita, รจ una protesi della nostra esistenza. Internet รจ uscire di casa e farsi vedere, e oggi nessuno resta chiuso in casa per sempre.
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L’importanza di chiamarsi Anonimo
di Gu
Come come come? Dobbiamo mettere il nome vero su Facebook? Io, francamente, lo trovo inaccettabile. A dire la veritร , la cosa non mi colpisce sul personale, perchรฉ adottando Facebook principalmente per lavoro ho sempre usato il mio nome e cognome. Ma รจ il principio che mi disturba, profondamente. Credo sia una questione di premesse. Sono cresciuto con internet e il nickname รจ sempre stato un pilastro di come le relazioni umane si gestivano via cavo. Sarร che io vivo internet come una forma di escapismo, un po’ come i videogiochi, un modo per costruirsi un’identitร alternativa, che ci permetta di fuggire dalla banalitร della vita quotidiana. Sono un inguaribile romantico, lo so, ma lo sconfinamento della vita reale in quella virtuale mi rende triste. Anche perchรฉ lo trovo un attacco alla nostra libertร personale: un tempo internet era un luogo dove tutti potevano esprimere la loro opinione, liberi dalla paura di poter essere scoperti e penalizzati. Liberi di poter esprimere anche delle opinioni scomode.
[su_quote]Sono cresciuto con internet e il nickname รจ sempre stato un pilastro di come le relazioni umane si gestivano via cavo.[/su_quote]
E adesso? Adesso, con il nostro nome vero, chiunque potrร sapere immediatamente chi siamo. Io, personalmente, lo trovo inquietante. Anche perchรฉ credo che il nome e cognome sia soltanto l’inizio, e presto vorranno sapere tutto su di noi. Quanto tempo ci vorrร prima che arrivi la psicopolizia? Basterร che io esprima un pensiero scomodo e potrei ritrovarmi immediatamente querelato. Internet un tempo era l’ultimo baluardo della libertร , un luogo dove ci si poteva esprimere senza paura di ritorsioni. E l’anonimato era uno dei principi fondanti di quest’ultima oasi felice. Se cade l’anonimato, cade anche l’essenza di internet. Fortunatamente, esistono ancora molti luoghi su internet dov’รจ possibile essere semplicemente anonimi. Finiscono per โchanโ e non c’รจ bisogno che li nomini. Perchรฉ la nostra identitร รจ importante, e bisogna diffidare di un sistema che cerca non soltanto di prendere i nostri nomi e cognomi, ma di capire chi siamo. Per controllarci meglio? Chissร …
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Chi guarda i guardiani?
di Super Fabio Bros
Facebook oggi รจ uno strumento indispensabile, al pari di altri canali nati negli ultimi dieci anni e ormai irrinunciabili, come ad esempio Youtube. Serve per sostituire isieme e-mail, forum e chatroom. Oltre al fatto che ci tiene in collegamento virtuale con amici, colleghi di lavoro, conoscenti lontani e personaggi magari noti che abbiamo piacere di seguire. In cambio di tutto questo rinunciamo solo ad una parte della nostra privacy, con dati raccolti dal sito ed usati spesso per motivi commerciali o ricerche di mercato. Finchรฉ ci veniva data libertร massima questo compromesso, in fondo piccolo, era ancora accettabile, ma oggi che FB ci obbliga ad usare i nostri veri dati la faccenda cambia parecchio. Il concetto di base di usare il nome reale รจ l’opposto di quello che รจ sempre stato internet. Storicamente. E francamente non mi รจ mai piaciuto, un nick รจ come una maschera che uno sceglie di indossare, capace di rappresentare al meglio la propria anima, i propri gusti ed ideali.
[su_quote]Il concetto di base di usare il nome reale รจ l’opposto di quello che รจ sempre stato internet. Storicamente.[/su_quote]
Il noto social network nasce come sito generalista, semplice da usare ed adatto a tutti, per utenti che chiamerei casual surfer, ovvero “non naviganti”, una sorta di equivalente dei casual gamer. Ma se si vuole usare un nickname bisogna essere liberi di farlo. La situazione รจ pericolosamente orwelliana, e, soprattutto, potrebbe portare a un precedente storico a cui si appelleranno, di sicuro, le altre grandi societร del digitale. Giร oggi c’รจ una convergenza non richiesta degli account di Google, che unifica ad esempio l’utenza di Youtube, dove molti, per scelta propria, hanno aperto un canale con nome e cognome, ma ci vuole poco a immaginare uno scenario apocalittico.
Mario Rossi costretto a usare il suo nome vero sempre e ovunque, con chiunque che segue costantemente le sue mosse. Siti, anche di infima importanza, che pretendono mandiate il vostro codice fiscale per mandare anche un solo commento innocuo. Dove finisce la libertร personale inizia la dittatura, ed io non posso che essere contrario. Internet, da sempre, รจ un universo dove la libertร di parola ed espressione, anche anonima, รจ la regola. Vostro Fabio D’Anna, noto un tempo come Super Fabio Bros.
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