Sono un videogiocatore da circa vent’anni, ma rimango ancora sorpreso quando mi trovo di fronte qualcosa di veramente particolare: è il caso di Semispheres, vincitore di vari premi fra il 2015 e il 2016. Noi di VMAG lo avevamo già trattato qualche settimana fa, e per questo abbiamo deciso di provarlo fino in fondo. Parliamo di un titolo per PlayStation 4, in vendita su Steam dallo scorso 14 febbraio, in cui dobbiamo risolvere una serie di rompicapo divisi in livelli, muovendo, in quello che sembrerebbe un reticolato di cellule nervose, due pedine di colori diversi, fino al punto d’arrivo.

Per iniziare vi troverete davanti due mappe uguali, una a sinistra e una a destra, in cui dovete superare gli ostacoli grazie ai poteri speciali e alle interazioni fra le due pedine. Inizialmente si dovrà solamente raggiungere il punto indicato e basta ma, andando avanti coi livelli, sarà sempre più difficile. A complicare le cose ci sono dei “guardiani“ che vi bloccano la strada: se entrate nel loro campo visivo dovrete ricominciare. Tra le varie skill utilizzabili c’è un suono, molto simile a quando venivate notati in Metal Gear Solid, che può distrarli e lasciare, per poco, il passaggio libero. Progredendo otterrete ulteriori abilità come l’apertura di portali, scambiarsi posizione o costruire ponti. Tutti questi elementi lo rendono a tutti gli effetti un gioco stealth in 2D, in cui bisogna risolvere una marea di rompicapo, senza però farsi notare.

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Muovere due pedine è un’ottimo modo per distinguersi dalle masse.

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L’idea è veramente bella, muovere due pedine è un’ottimo modo per distinguersi dalle masse dei videogiochi rompicapo. Si deve pensare a come liberarle entrambe, anche sacrificandone una per permettere all’altra di avanzare e usare i poteri. Non sempre c’è bisogno di farlo contemporaneamente ma a volte la coordinazione tra mano destra e sinistra è essenziale. Per muoversi basta usare i tasti L1 – R1 e le due levette analogiche: data la complessità di certi livelli ho provato a giocarlo in coppia. Non so quanto sia voluto questo, ma nei casi più difficili essere in due aiuta davvero molto dal punto di vista del gameplay: se non era stato pensato così, sono diventato il primo cheater.

Vedendo i credits in-game inoltre, è fantastico scoprire tutte le persone che hanno lavorato a questo titolo: quattro. Nell’immagine di sopra potrete vedere scritto illustrazione e design narrativo: entrambi si riferiscono alla storia che troviamo all’interno del gioco. Ogni quattro o cinque livelli è possibile sbloccare un capitolo dell’avventura. Sono tredici in tutto, e servono per motivarvi ulteriormente dal momento che se rimanete bloccati con i rompicapo non potrete mai sapere cosa accade dopo. Vi assicuro che tutto questo non è da sottovalutare, perché per godermela fino alla fine ho completato tutto Semispheres.

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Sarebbe stato meglio puntare sul mobile.

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Il titolo, come dicevamo poc’anzi, è sviluppato per PlayStation 4, ma ritengo sbagliata la piattaforma per la semplicità del gioco. Sarebbe stato meglio puntare sul mobile perché si tratta di un’applicazione molto arcade, in cui è possibile fare un paio di livelli per passare il tempo. La scelta di un videogame così è sicuramente molto apprezzabile e divertente, ma ogni genere per rendere al meglio deve essere sviluppato per la console giusta. La colonna sonora non penso sia adatta ad un titolo simile: mi aspetterei qualcosa di molto più gradevole e con un loop più ritmato, che aiuti maggiormente a concentrarsi. Non dico che il pacchetto sonoro sia inadeguato, ma solamente che mi sarei aspettato di meglio.

Altro grande problema è il prezzo: 8.99 euro, scontato fino al 21 febbraio. Per un titolo che non punta sulla grafica o sulla trama e che può durare veramente molto poco, il costo è veramente esagerato, specialmente se paragonato ad altri prodotti, non recentissimi magari, ma di tutt’altra categoria. Parliamo di poco più di 50 livelli e molto brevi, quindi a maggior ragione il rapporto longevità/prezzo è fin troppo sproporzionato.

Semispheres è un mix di elementi fantastici e da rivedere. Tra le cose che mi sono piaciute di più il fatto di dover muovere, anche se non sempre, le due pedine insieme: difficile, ma non impossibile. Nel complesso è un gioco che diverte il player e lo costringe ad inventarsi tattiche per poter superare gli ostacoli e portare all’arrivo entrambi i colori, ma i contro sono decisamente pesanti: fra tutti trovo clamoroso lo sbaglio di piattaforma e il prezzo. Sugli store iOS e Android avrebbe un successo enorme, come hanno mostrato altri puzzle game negli ultimi anni, diventando virali al punto di creare dipendenza: staremmo parlando di un capolavoro se lo stessimo recensendo per uno smartphone. Quando ho visto le prime immagini e il trailer ho pensato subito ad un ottimo titolo: effettivamente lo è. Il mio giudizio finale è condizionato dal peso degli elementi negativi, pochissimi, che però riescono quasi a pareggiare la moltitudine di cose buone e innovative.