Siete mai andati in un punto vendita GameStop per comprare un gioco nuovo ed hanno provato a vendervene uno usato? Vi hanno anche detto che li hanno finiti? Potrebbero avervi semplicemente mentito, complice un nuovo programma che scoraggia la vendita al pubblico di copie ancora non aperte. Si chiama Circle of Life, ed assegna ad ogni negozio della popolare catena di distribuzione differenti quote percentuali di preordini, carte fedeltà e sottoscrizioni, vendita di giochi usati e permute. Ognuna di queste è basata sulle transazioni totali del negozio. Per fare un esempio, se le quote di una sede per la vendita di giochi di seconda mano è il 30%, ed essa vende $1000 di merchandise, GameStop si aspetterà che almeno $300 degli incassi provengano da merci usate. La conclusione quindi è che andando a comprare un gioco nuovo senza contribuire a una delle quattro quote da rispettare per i dipendenti, quest’ultime ne risentiranno, e dunque aumenteranno il numero di titoli che il retailer avrà da rivendere.
Questa politica del Circle of Life, entrata in pieno vigore ad inizio 2017, assegna uno specifico punteggio “COL” a ciascun impiegato. Ognuna delle quattro categorie rappresenta il 25% del COL totale. Pare inoltre che lo staff di Gamestop monitori sia i singoli puni vendita che i dipendenti, richiedendo ad ognuno uno score minimo del 75% (dato quindi dal raggiungimento di tre delle quattro quote) pena l’incorrere in sanzioni o addirittura il licenziamento, a detta di interni alla compagnia. Questa politica adottata dal colosso statunitense ha riscosso davvero pochissima approvazione da parte della clientela che viene di fatto spinta a comprare un prodotto diverso da quello desiderato, la nostra solidarietà va però agli impiegati che sembra, specie nei periodi ricchi di eventi di lancio, siano sottoposti ad un forte stress. Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate di questo “nuovo” programma attuato da GameStop e se vi è mai capitato di sperimentarlo di persona.
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