Probabilmente il Giappone del periodo fine anni 80 (da come rappresentato da questo titolo) non dev’essere stato un luogo dove si viveva tranquilli. Ben che mai se a mettere i bastoni tra le ruote ai cittadini non cerano solo dei “comunissimi” teppistelli, bensì la Yakuza, una tra le più famose (e temute) associazioni criminali presenti nelle lande del Sol Levante e nel vasto territorio asiatico. Prendersi a pugni, anche per i motivi più futili, nei piccoli sobborghi e quartieri della città era all’ordine del giorno e non importava se il motivo riguardasse questioni economiche o altri fini meno nobili, la violenza doveva comunque farla da padrone, roba che in confronto la mafia italoamericana di Al Capone non era nulla. Ma quale sarà stato il passato di Kazuma Kiryu giovane componente della Yakuza di Kamurocho e di Goro Majima sfortunato criminale del clan Tojo? Scopriamolo insieme con la nostra recensione.

Il metodo narrativo della serie di Yakuza è piuttosto semplice e, solitamente, abbastanza lineare. Non a caso, la saga presenta un ottimo lavoro di sceneggiatura. Non è infatti un segreto sapere che i giapponesi siano essere veramente molto bravi nel rappresentare i drammi umani, e (molto presto) lo scopriremo addentrandoci nella storia e nella figura di Kazuma Kyriu. Il gioco, infatti, tenderà a mostrarci costantemente sia le faccende che riguardano il giovane Kyriu reclutato nella Yakuza di Kamurocho e le vicende di Goro Majima, membro del Clan Mojo. Il primo verrà accusato, ingiustamente, di un omicidio che non ha commesso, e comprometterà dunque il rapporto con la famiglia criminale; il secondo, invece, gestisce un locale notturno obbligato dal proprio clan per espiare alcune proprie colpe. Apparentemente, la trama può sicuramente sembrare abbastanza banale, tuttavia, una delle specialità presenti in Yakuza 0 non riguarda solo l’incredibile somiglianza che la serie presenta con alcune rappresentazioni cinematografiche, bensì l’incredibile pathos che si riesce a creare tra il giocatore e i due protagonisti, capaci, grazie alle proprie caratterizzazioni, di risultare assai credibili oltre che assai carismatici, nonostante ogni tanto si possano trovare quei clichè stereotipati tipici delle produzioni giapponesi.

[su_quote]

L’ utente potrà girovagare per il Kamurocho, il cui realismo con la Tokyo degli anni 80 risulta essere assolutamente fantastico, non a caso le intere vicende si svolgeranno nell’anno 1988.

[/su_quote]

I due protagonisti si troveranno ad affrontare una realtà molto più grande e complessa di come loro si aspettavano, e cercheranno ad ogni modo di sfuggire da questo incubo in cui loro stessi si sono ritrovati; tuttavia, nonostante l’apparente situazione drammatica, Kazuma e Goro manterranno comunque un rispettoso comportamento morale in un mondo assetato di sangue e soldi e regolato dall’obbedienza cieca a dettami crudeli. Ma non tutto ciò che si vive nel titolo è un dramma: infatti, quando si prenderanno i comandi del personaggio di Kyriu, il giocatore potrà girovagare per il Kamurocho (una versione fantasiosa di un quartiere da cui hanno preso ispirazione, tale Kabukichō), il cui realismo con la Tokyo degli anni 80 risulta essere assolutamente fantastico, non a caso le intere vicende si svolgeranno nell’anno 1988.

Se nei precedenti capitoli la storia ruotava intorno alla figura di Kazuma, Yakuza 0 riuscirà ad immedesimare il giocatore anche nella controparte di Goro Majiima, dove sarà incredibilmente divertente vedere come in certi momenti possa sembrare un personaggio assai simpatico capace però, in pochi secondi, di diventare quantomai brutale e spietato contro gli sfortunati nemici che si possono trovare al suo cospetto. Soffermandoci sulla struttura del Gameplay, Yakuza 0 non tende a modificare più di tanto la nota base già presente nei precedenti capitoli, ma, nel suo piccolo, questo episodio porta comunque alcuni leggeri cambiamenti: il riferimento è, nello specifico, alla tipologia di lotta che il giocatore potrà utilizzare (per entrambi i personaggi) contro i nemici che varieranno in tre particolari stili di combattimento (più uno aggiuntivo che specificheremo in seguito).

[su_quote]

Kazuma potrà passare dall’equilibrato stile Brawler ad uno più frenetico denominato Rush, concludendo con il brutale Beast.

[/su_quote]

Soffermandoci sulla figura di Kazuma, il futuro “Drago di Dojima” potrà passare dall’equilibrato stile “Brawler” (già intravisto in precedenza, o perlomeno omaggiato in questo titolo) ad uno più frenetico basato sulla velocità e la difesa denominato “Rush”, ma non mancherà anche la brutalità della modalità “Beast” dove, come il nome fa intuire, il giocatore potrà sfogare la propria rabbia assomigliando quasi più ad una bestia contro gli sventurati avversari, i quali si troveranno di fronte a delle grottesche battaglie basate, principalmente, su oggetti contundenti e stili di lotta ambigui pronti a sfociare nell’aggressività più totale. Goro Majima, invece, presenterà una forma di combattimento differente in confronto al suo collega, basata sempre su tre tipologie: si incomincia con lo stile “Thug” che però non presenta né grossi pregi né tantomeno grossi difetti. Molto più interessante invece è la modalità “Breaker”, dove il nostro Goro ci potrà deliziare con mosse prese direttamente da un mix tra la Capoeira e la Break Dance; appagante anche la tipologia “Slugger”, la cui peculiarità è rappresentata dall’utilizzo di armi da combattimento che non si consumano con l’uso, e la prima delle quali è una mazza da baseball.

Ogni singolo stile di combattimento presenterà un albero incentrato sulle abilità, le quali, man mano che si avanzerà con il gioco, consentiranno di sbloccare nuovi tipi di combattimenti utili per superare determinate sfide con i boss. Infatti nel titolo potrà capitare di trovarsi di fronte ad alcuni nemici che baseranno le proprie battaglie su alcune tecniche speciali, e dunque, per avanzare nel gioco, sarà indispensabile apprendere alcuni degli insegnamenti previsti all’interno del suddetto albero.

[su_quote]

Guadagnare fiumi di Yen sarà indispensabile per il proseguimento della storia.

[su_quote]

Il sistema di apprendimento dell’albero delle abilità è collegato non tanto all’esperienza fatta per ogni singolo combattimento, bensì al denaro che verrà preso solamente dopo la sconfitta dei mal capitati che ci molesteranno. I soldi potranno essere guadagnati non solo attraverso le lotte, ma anche tramite numerose missioni secondarie. Guadagnare fiumi di Yen sarà indispensabile per il proseguimento della storia: infatti, non entrando particolarmente nel dettaglio, il giocatore avanzando con la storia, per ricavare più denaro (e per migliorare dunque le abilità precedentemente citate) potrà decidere usando Kazuma Kiryu di gestire una piccola attività immobiliare capace di rendere attraverso degli appartamenti affittati, mentre con Goro Majima potrà diventare il manager di un secondo locale grazie a degli introiti provenienti da numerosi drink e ragazze seducenti.

Dunque il ritmo del gameplay rimane molto fedele ai precedenti episodi, capiterà spesso di lasciarsi catturare e prendere dalle numerose attività secondarie che il titolo presenta: si potranno “perdere” svariate ore di gioco in alcuni dei cabinati classici di SEGA (tra questi Hang-on e Out-Run!), e in piccole, ed autoconclusive, missioni secondarie sparse per la mappa; oppure, per chi volesse dilettarsi in maniera alternativa, all’interno del titolo si potranno trovare alcuni locali con dei minigiochi che si baseranno principalmente sulle seguenti attività: biliardo, karaoke e freccette. La scelta di come occupare il tempo, dunque, sarà solo la vostra.

In conclusione, Yakuza 0, nonostante si presenti come un titolo assai interessante e con una storia molto intrigante, non è esente da imperfezioni: sarà infatti possibile trovare qualche piccolo bug grafico con, a tratti, delle animazioni piuttosto goffe e, costantemente, rallentamenti nel frame rate. Il comparto tecnico svolgerà un ottimo lavoro quando si tratterà di osservare le splendide cutscene e le svariate animazioni presenti nel gioco; tuttavia, una volta preso il pad alla mano, sarà impossibile non notare le notevoli differenze presenti tra le cinematiche e la grafica in-game. La storia però, nella sua fluidità, saprà compensare. Da non sottovalutare anche la problematica dovuta alla localizzazione del titolo: infatti, chi non mastica un buon inglese potrebbe trovarsi in palese difficoltà poiché, nel gioco, non è presente la traduzione in italiano. Yakuza 0 dunque, nonostante qualche piccolo errore tecnico, si presenta comunque come un ottimo titolo sulla falsariga dei precedenti episodi, e ne consigliamo l’acquisto a chi si vuole avvicinare a questa storica saga: sarà infatti molto facile affezionarsi al futuro Drago di Dojima di cui, speriamo, possa arrivare in futuro un nuovo capitolo (tradotto magari in italiano).