Resident Evil 6: la recensione di VMAG

Che questo attesissimo, sesto capitolo della saga horror (action) partorita da Capcom nel lontano 1996 sia il più lungo, stratificato e profondo della serie è una certezza indissolubile. La natura estremamente versatile del titolo fu rivelata già da quando, a inizio 2012, vennero diffuse le prime informazioni sul gioco e confermate le 3 campagne principali, affrontabili (come già visto nella quinta iterazione della saga) sia in single player, sia con un co-op online o off-line in split screen. A queste poi, come abbiamo scoperto con il passare dei mesi grazie anche a vari press tour (di cui uno perfino all’interno degli studi Capcom di Osaka), è susseguito un ampliamento esponenziale del prodotto, individuabile nella quarta campagna con protagonista Ada, nella tradizionale modalità “Mercenari”, in un interessantissimo quanto spettacolare multiplayer online denominato “Agent Hunt” e in tutte le ulteriori ramificazioni ancillari del male firmato Capcom. Quello che ci teniamo a far emergere e ad evidenziare però, anche se la matematica non è certo il nostro mestiere, è che, a differenza dei tanti titoli tripla A che hanno invaso le vetrine e gli scaffali dei negozi di videogame da gennaio a oggi, Capcom ci dà un numero incredibile di giochi in uno… e subito!

Avete capito bene, quello che ci ha sorpreso maggiormente della software house di Osaka infatti è stata proprio la mentalità estremamente aperta e votata ai fan che ha dimostrato di aver adottato e di voler perseguire con Resident Evil 6 (e con i prossimi suoi prodotti, ci auguriamo), senza costringere gli appassionati a dover spendere decine di euro anche successivamente all’acquisto del gioco, magari solo per poter provare una modalità piuttosto che un’altra.

A differenza dei tanti titoli tripla A che hanno invaso le vetrine e gli scaffali dei negozi di videogame da gennaio a oggi, Capcom ci dà un numero incredibile di giochi in uno… e subito!

Prima di tutto però, anche se difficile credere che i nostri lettori non conoscano già a menadito le tante facce del solido che compongono Resident Evil 6 (e che lo rendono un titolo davvero unico nel panorama videoludico odierno), andiamo a ridisegnare il profilo del sesto capitolo del male made in Japan. La prima avventura delle quattro proposto vi rimetterà di nuovo nei panni di Leon S. Kennedy, eroe della saga conosciuto nel secondo capitolo e poi tornato in quel Resident Evil 4 che ha segnato la linea di confine tra vecchia e nuova scuola. Questa porzione di gioco vi sembrerà racchiudere alcune delle componenti principali dei capitoli che hanno reso grande questa saga: si parte dall’horror miscelato a tensione del capostipite della serie, rintracciabile nella desolata università IVY di Tall Oaks. Continua con la medesima cittadina invasa da zombie e fiamme ma anche rifugio per i pochi sopravvissuti al nuovo C-virus, capace come poche di restituire lo stesso feeling della Raccoon City calpestata nel 1998. Per chiudersi, infine, con una cattedrale che ricorda sin troppo il design e gli enigmi incontrati in RE4, tra statue da disattivare, campane da far suonare e specchi da illuminare.

 

Un vero e proprio macinato del meglio della saga  quindi, da vivere tutto di un fiato nei panni dell’agente governativo o della sua nuova compagna, Helena Harper. Sarà cristallino sin da subito come l’atmosfera di questa prima porzione di RE6 sia a dir poco palpabile, tra splendide ambientazioni tridimensionali molto ispirate e ricche di particolari, unite a un sonoro davvero da brivido. Passando alla seconda modalità di gioco, invece, tornerete a impersonare l’eroe per eccellenza della serie, un Chris Redfield più sconvolto che mai in seguito alla perdita di un plotone B.S.A.A. che capeggiava nella regione europea di Edonia (“incidente” a cui assisterete in un flashback giocabile), ma pronto a tornare in battaglia grazie allo sprono del suo giovane collega, Piers Nivans, che lo accompagnerà durante tutta l’avventura di Lanshiang.

Sarà cristallino sin da subito come l’atmosfera di questa prima porzione di RE6 sia a dir poco palpabile, tra splendide ambientazioni tridimensionali molto ispirate e ricche di particolari, unite a un sonoro davvero da brivido

La modalità di gioco con Chris avrà come location principale la luminosa metropoli cinese di cui sopra, una selva di palazzi in cui si dipanerà gran parte della storia, tra combattimenti furibondi e tempeste di proiettili che danno vita a uno dei TPS più adrenalinici e immersi visti sino ad ora. Ultimo (o così pensavamo fino a qualche tempo fa) episodio di gioco quello che vede come protagonisti Jake Muller (alias Wesker Jr.) e Sherry Birkin: il primo un mercenario erede del patrimonio genetico di Wesker in grado di menar le mani come pochi; la seconda è la stessa ragazza conosciuta in RE2, un tantino cresciuta e dotata di particolari capacità di cui vi accorgerete presto.

Insomma, 3 modalità della durata di oltre 10 ore l’una che vanno a intessere una trama fra le più complesse della storia dei videogame, osservabile/modificabile da punti di vista differenti e coadiuvata tanto da una grafica estremamente fluida e curata quanto da un gameplay evoluto all’inverosimile (tra calci, pugni, scivolate e “fatality” degne del miglior film horror/splatter, senza contare la tanto richiesta mira in movimento), sono le fondamenta da cui si innalza un prodotto dalle capacità davvero illimitate. Viste le ultime uscite, ammettiamo per primi che un Resident Evil così vario e divertente non ce lo aspettavamo proprio, e nonostante i piccoli difetti che potrebbero minare l’esperienza di gioco (dall’azione ripetitiva di alcuni frangenti all’I.A. nemica altalenante fino ad alcune boss battle poco ispirate) rimane probabilmente l’esperienza di gioco definitiva per gli amanti dell’horror, dell’action e più in generale della saga. Impossibile nasconderlo, Resident Evil non ci è mai sembrato così grande e pronto a soddisfare ogni tipo di giocatore!

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