Recensione Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

I giganti esistono, sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Forse non si tratta di quegli omoni alti da sette a venti metri che popolano le fiabe di tutte le civiltร , ma ognuno di noi ha incontrato o sentito parlare almeno di un gigante nella sua vita. A volte si tratta dei nostri genitori, che sembrano torreggiare sopra di noi quando siamo bambini, altreย si tratta di una persona degna di stima e grandi riconoscimenti. Il GGG รจ un film con premesse ambiziose: tratto dal libro di Roald Dahl, il gigante anglosassone della letteratura per ragazzi e diretto da Steven Spielberg, uno dei grandi maestri Holliwoodiani. Purtroppo per tutti noi, le premesse non bastano a fare un gran film e nemmeno la tecnica o l’esperienza, anzi, l’eccesso porta solo all’arroganza. Proprio quest’ultima รจ il vero problema dell’intera pellicola: l’arroganza di Spielberg.

Il Grande Gigante Gentile รจ la storia di una bambina di nome Sophie che vive in un orfanotrofio gestito con il pugno di ferro e con un rigidissimo coprifuoco. Quando tutti dormono, perรฒ, lei rimane sveglia a leggere i suoi libri, nascosta sotto le coperte con in mano la sua fedele torcia. Una notte, nell’ora delle ombre, quando tutti quanti dormono, Sophie decide di affacciarsi alla finestra e vede in fondo alla strada la sagoma di un uomo gigantesco. Questi non รจ altro che il GGG, venuto come ogni notte a soffiare i sogni dentro le case dei bambini addormentati. Colto in flagrante, il soffiasogni deciderร  di rapire la piccola Sophie e portarla nel mondo dei giganti cosicchรฉ non racconti a nessuno di averlo visto. Da qui inizierร  una grandissima amicizia tra lo sgrammaticato mastodonte e la piccola orfanella che imparerร  a volergli bene come ad un padre adottivo. Il mondo dei giganti, come suggerisce il nome, non รจ un luogo amichevolissimo ma una terra lontana popolata quasi esclusivamente da giganti malvagi. Nascosti dentro la caverna del GGG, lui e Sophie impareranno a conoscersi e a rispettarsi a vicenda, sfuggendo sempre per un pelo ai pericoli mortali che gli si pareranno davanti.

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Il GGG non รจ veramente un film nel senso stretto.

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Mi piacerebbe poter scindere l’esperienza di questo film da quella del libro e del cartone animato che lo hanno preceduto, ma tale impresa mi risulta impossibile ed ingiusta. Steven Spielberg ha regalato a tutti noi dei grandi film divenuti capolavori immortali: che sia stata la fama o la vecchiaia io non lo so, ma questo film รจ davvero poco soddisfacente. Se si trattasse di un lungometraggio qualunque mi limiterei a dire che รจ bruttino, ma trovandoci davanti ad un regista cosรฌ altisonante, che mette le mani su una storia cosรฌ bella ed ottiene un risultato cosรฌ mediocre, non posso fare a meno che divenire un po’ piรน severo. Il GGG non รจ veramente un film nel senso stretto: si limita ad essere una serie infinita di campi lunghi, rincuoranti inquadrature del sorridente gigante gentile e frasi mistiche ad effetto prive di un vero contenuto anche solo vagamente adulto. Certo, si tratta di una storia per ragazzi, ma limitarsi a questo vuol dire non aver compreso la potenza di uno dei piรน grandi scrittori del ‘900.

Ecco uno dei famosi campi lunghi suggestivi
Ecco uno dei famosi campi lunghi suggestivi

La vera grandezza di Roald Dahl risiedeva proprio nella sua capacitร  di inserire nei propri libri molteplici chiavi di lettura, in modo che i genitori potessero invogliarsi a leggere le storie ai figli, che crescendo ne avrebbero compreso la duplice natura. Proprio come La Fabbrica Di Cioccolato critica fortemente la societร  moderna e il distorto concetto di genitori e figli, cosรฌ il GGG รจ un piccolo libricino di assalto a tutti i pregiudizi e agli assiomi del mondo moderno, tanto che ad un certo puntoย Sophie nel libro si chiede se i giganti siano davvero peggio degli esseri umani. Questo non avviene per la versione di Spielberg: tutte le parti migliori del libro, ovvero le piรน originali e fuori dagli schemi, vengono tagliate fuori dal lungometraggio finale, per lasciare spazio alla scarsa inventiva del direttore che inserisce sequenze di estrema banalitร  e prevedibilitร , appiattendo tutta la storia. Si seguono le regole del cinema e dei grandi film, cosรฌ il gigante deve avere un passato segreto di delusione, la bambina deve essere un po’ piรน arrogante e nella modesta caverna del semplice GGG ci deve essere una cascata.

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Non serviva davvero inventarsi la pozzanghera dimensionale o lo skate sui camion per realizzare una bella storia.

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Certamente non si puรฒ criticare proprio tutto di questo film. Spielberg rimane comunque un uomo dalla grande capacitร  suggestiva e inserisce nel lungometraggio alcune sequenze di grande impatto e resa grafica (dio benedica la CGI) come la scena nel mondo dei sogni o quella dello scontro tra giganti, perรฒ la bellezza non รจ tutto. Forse i novelli cineamatori dovrebbero trarre esempio da questo grosso fallimento narrativo: la semplicitร  paga. Non serviva davvero inventarsi la pozzanghera dimensionale o lo skate sui camion per realizzare una bella storia. Stesso discorso perย il clichรฉ del passato misterioso per dare spessore al GGG;ย inoltreย non era assolutamente necessario rendere i giganti cattivi figure tragicomiche idrofobe per strappare una risata ai piรน piccoli.

ggg vero
L’unico vero GGG che ha lasciato un segno nel mio cuore e un pensiero nella mia testa.

In conclusione, quello che sento sia importante dire รจ che la storia del Grande Gigante Gentile sopravviverร  a questo brutto film tanto quanto Spielberg sopravviverร  alla mia recensione negativa, e che ancora tanti scorreranno le pagine di quel libricino sentendosi battere il cuore. Steven Spielberg รจ un uomo che vanta di conoscere le regole del cinema e della narrazione: il GGG รจ un libro che non aveva bisogno di nessuna regola per essere eccezionale e che parlava con semplicitร  e regalava una risata anche al ragazzo piรน disilluso, prendendosi gioco della societร , degli assiomi e delle certezze di un mondo che cambiava e spaventava coloro che lo amavano. Tra i brevi capitoli dell’opera originale non c’era scampo per nessuno: le televisioni, le radio, i bruti, i codardi, i soldati, i generali, gli orfanotrofi e le regine, a tutti spettava un pezzetto di satira. Purtroppo Roald Dahl non puรฒ lamentarsi di questo adattamento cinematografico,ย ma nei suoi libri ha ampiamente attaccato i pomposi personaggi che si fregiano del titolo di maestri. Il mio parere definitivo รจ che potete anche portare i vostri figli a vedere il film, maย fareste meglio a leggergli il libro voi stessi.

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