RAGE: la recensione di VMAG

E se un’enorme asteroide si schiantasse sulla Terra dopo aver rimbalzato tra gli anelli di Saturno e la Luna come la pallina di un flipper dalle dimensioni planetarie? L’inevitabile catastrofe a seguire sterminerebbe la quasi totalità della razza umana, eccezion fatta (ovviamente) per voi, fortunelli. No, non si tratta dell’ennesima previsione per il 21 dicembre 2012 o della trama della prossima pellicola cinematografica di fantascienza, bensì della trama di RAGE, che vi vedrà nei panni di un “prescelto” risvegliatosi improvvisamente dal sonno criogenico e letteralmente trascinato in un futuro post-apocalittico pieno di immense aree desertiche, popolato da minuscoli agglomerati urbani e bande di predoni, neo-governi dispotici (l’Autorità) e mutanti che combattono quotidianamente per il predominio sulle ultime risorse rimaste sul pianeta.

Il titolo di id Software (che ha partorito Wolfenstein, Doom e Quake, vere pietre miliari che non solo hanno dato vita e forma al genere degli sparatutto in soggettiva ma anche plasmato il concetto di multiplayer online) e Bethesda è un FPS valido e intenso, della “vecchia scuola,” che strizza l’occhio a Borderlands (per la struttura delle missioni principali e secondarie, con la possibilità di spostarsi tra le locazioni a bordo di un veicolo) e ricorda alla lontana Fallout (per il leitmotiv post-atomico e l’apparente componente free-roaming). Ma se si guarda oltre lo scorrazzare con Dune Buggy per lande desertiche (il trucco utilizzato per trarre in inganno i videgiocatori mascherando lunghi e noiose fasi di caricamento) e la gestione dell’armamentario ed equipaggiamento in salsa GdR, è possibile notare un level design ben curato e sopraffino, quello degli sparatutto di una volta, in grado di gratificare il giocatore che è riuscito a farsi strada sino al termine di un livello, circondato da nemici e con le munizioni agli sgoccioli: questà è la vera natura di RAGE.

Il gioco non rinuncia ai classici medikit (qui sotto le mentite spoglie di bende da realizzare con materiale di fortuna) e implementa il noto sistema del “cerca un riparo che poi passa” per recuperare le energie dopo un breve periodo di pausa dai colpi degli avversari. E nell’eventualità di avere un piede sulla fossa, si avvierà un sistema di defibrillazione automatico per trarci in salvo ancora una volta. Una volta, pertanto non bisogna abusarne… e ricordarsi anche di salvare spesso, perché i checkpoint sono distanti anni luce tra loro (eccezion fatta per il salvataggio automatico durante la transizione da una zona all’altra).

L’intelligenza artificiale dei nemici non è certo esemplare, ma si erge vittoriosa sopra la folla di sparatutto usciti quest’anno per l’ottima varietà di situazioni a cui è in grado di dar vita, che si tratti di nemici aggressivi se fiancheggiati da altri compagni accorsi in aiuto, oppure di battere in ritirata qualora la situazione prenda una brutta piega. È possibile incontrare svariate tipologie di avversari: i kamikaze che si gettano a capofitto contro il videogiocatore, e i “più cauti” che invece preferiscono colpirlo rimanendo stabili in copertura. Certo, potete sempre attendere che le teste dei nemici facciano capolino da dietro i ripari e freddarli con un proiettile dritto in mezzo agli occhi, oppure decapitarli con il wingstick, nel caso si preferisca ricorrere a approcci più sottili, anziché svuotare interi caricatori. Ma occhio ai mutanti che sbucheranno dappertutto, pronti a decretare il game-over.

E per spezzare distrarsi tra una sparatoria e l’altra RAGE offre momenti di distrazione attraverso una serie di mini giochi, a partire dal gioco di carte che plagia le meccaniche di Magic a gare di velocità di vario tipo (si tratta semplici corse in stile Motorstorm dove si vince arrivando semplicemente primi dopo tre giri, eliminando fisicamente la concorrenza, oppure battendo il miglior tempo del tracciato). Ma la componente di corse, nonostante risulti apparentemente accessoria, è enfatizzata durante tutto il gioco e si sposa egregiamente con l’anima principale, quella dello sparatutto: veloce, adrenalinica, spettacolare e impegnativa, una duplicità in grado di conferire quell’unicità distintiva al titolo.

Il motore grafico, l’id Tech 5, non si schioda sotto i sessanta frame per secondo mantenendo un livello di dettaglio in linea con i vertici generazionali delle attuali console. Sia ben chiaro, nonostante sono presenti occasionali effetti di pop-up delle texture durante i movimenti repentini della telecamera o nello zoom col fucile di precisione, si tratta di appena qualche frazione di secondo, giusto il tempo di accorgersene. Perché l’idTech 5 implementa una serie di tocchi di classe, a partire dagli ricchi di dettagli (come i soffi del vento in grado si sollevare la polvere) sino a effetti così elaborati da lasciar letteralmente a bocca aperta.

Cosa chiedere di più? Un multiplayer competitivo FPS. Perché limitarsi solamente all’inserimento della modalità di corse o di quella cooperativa? Intendiamoci: sono entrambe ampiamente giocabili e godibili, ma sarebbe bastato fare quel passo in più per completare al 100% l’opera anziché dare al videogiocatore un semplice contentino?

Tirando le somme RAGE non rivoluziona la concezione degli sparatutto, ma resta nondimeno qualcosa di divertente, senza indugiare nelle menate filosofiche, in grado di offrire con i suoi ritmi accesi almeno una ventina di ore di gameplay puro e spensierato. Altro che il solito gioco con “manina e pistolina”…

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