Anteprima The Last of Us Part II

Durante il PlayStation Experience 2016 è successo qualcosa di indimenticabile: Naughty Dog ha scomodato il nome The Last of Us, quello che viene considerato da molti un pilastro della scorsa generazione videoludica, per annunciare la Part II. Già dal nome si evince come non sia un nuovo capitolo, bensì il proseguo della storia di Joel ed Ellie, due icone (perché di questo si tratta) che nel lontano 2013 hanno fatto breccia nei cuori dei giocatori grazie alla meravigliosa storia vissuta. Quello che è successo sul palco è stato un susseguirsi di richiami ed emozioni: prima la natura che ha preso il sopravvento su quanto rimasto della civiltà, dopodiché il segnale di stop imbrattato con il simbolo delle Fireflies (in italiano Luci), a quel punto i cuori di tutti i videogiocatori hanno avuto un sussulto. Schermata nera, logo Naughty Dog e un respiro affannato, in seguito il rumor è diventato realtà: la mano aperta di una ragazza, anzi di una donna, che trema, dopodiché trova il coraggio di chiuderla grazie probabilmente all’odio che pervade il suo corpo, infine si calma e tocca le prime corde della chitarra. Il resto è già storia, ma rivedendo più volte il trailer di The Last of Us Part II ci sono tanti richiami e supposizioni che, conti alla mano, sono degni di essere raccontati, un po’ come la storia di Joel ed Ellie nel lontano 2013.

Quattro minuti e un secondo di video e qualche informazione rivelata da Neil Druckmann, tanto è quello che abbiamo a disposizione su The Last of Us Part II. Sappiamo che la data d’uscita è ancora lontana, dunque non resta che rassegnarsi e cercare di rielaborare quanto mostrato e detto sabato. Partiamo dal fulcro della storia, ovvero l’odio. Se tre anni fa il rapporto tra Joel ed Ellie ha fatto piangere i videogiocatori come neonati, questa volta dobbiamo rassegnarci alla dura verità: anche le migliori storie, in determinate situazioni, si logorano. Invito coloro che non hanno ancora messo le mani sull’opera Naughty Dog a passare direttamente al paragrafo successivo in quanto potreste imbattervi in spoiler decisamente importanti. Sono passati cinque anni dagli eventi del primo capitolo e le cause del declino del rapporto possono essere molteplici, ma vorrei soffermarmi principalmente su quella relativa al tanto discusso finale. Per rinfrescarvi la memoria, Joel, salvando Ellie, ha condannato l’umanità a soccombere nell’eterna lotta contro il Cordyceps, dopodiché ha mentito alla ragazza dicendole che il suo dono era comune, tanti altri cittadini erano immuni e non c’era modo di sconfiggere questa bestia. In realtà rimuovendo il fungo dal cervello di Ellie, causandone così la morte, le cose sarebbero andate diversamente, ma Joel ha scelto di non ostacolare il virus e mentire alla compagna di viaggio, scaturendo in lei un dubbio più che lecito. Dalla scena finale al trailer di sabato sono passati cinque anni, adesso troviamo una diciannovenne sopravvissuta che odia gli esseri umani, in particolare le Luci, e la domanda che subito assale lo spettatore è: lei sa di aver inconsapevolmente condannato l’intera popolazione? Se la risposta è si possiamo dedurre che i rapporti, un tempo idilliaci, siano cessati in seguito alla rivelazione da parte di Joel. Non è difficile capire che l’odio, tema centrale di The Last of Us Part II, possa esser sopraggiunto in seguito a un evento di tale portata.

Continuiamo a cercare di comprendere l’origine di questo odio. Tra le tante teorie lette, due mi hanno particolarmente colpito. La prima riguarda la natura stessa del trailer: è logico pensare che quanto mostrato su schermo sia una sezione di gioco vera e propria, e se invece si trattasse di un sogno di Ellie? Ciò che avvalora questa tesi inizia a 2:04 nel video, ovvero quando da una luce bianca, che sembra rappresentare l’aldilà, emerge un’ombra che successivamente scopriremo essere Joel. Andando più nel dettaglio, l’odio della donna potrebbe esser scaturito dalla morte del compagno (quasi come un padre per lei) per mano delle Luci e la domanda posta dall’uomo risulterebbe solamente una scusante per la frase li troverò e li ucciderò tutti che ha chiuso il filmato. Non dimentichiamoci poi della canzone, cuore vero e proprio del trailer, che ha un significato molto importante. Leggendo il testo è palese la sete di sangue da parte di Ellie: non si parla di clicker, runner o via dicendo, bensì di esseri umani proprio come lei. Capiamo che dal primo capitolo, in cui l’adolescente ha dovuto lottare contro altri civili, avrà avuto modo di uccidere altre persone per sopravvivere, ma solamente un evento drammatico scaturisce un cambio tanto radicale in un individuo. Dopo tanto tempo a cercare la retta via, anche il più innocente di tutti si adatta al mondo in cui vive, cedendo all’istinto di sopravvivenza che impone il passare sopra a chiunque pur di andare avanti.

Analizzando con attenzione il trailer, è impossibile non soffermarsi sul tatuaggio presente sul braccio di Ellie. Già conosciamo colei che ha creato questa forma d’arte grazie al cinguettio di Neil Druckmann, inoltre sembra che quanto visto all’interno del filmato sia stato registrato tramite la tecnica del motion capture e poi sovrapposto al modello virtuale della donna. Sapendo ciò, credo sia necessario un’analisi del tatuaggio e del suo significato: perché proprio sul morso ricevuto dalla protagonista? La teoria più plausibile è che ci sono più civili immuni al Cordyceps (dunque Joel diceva la verità) e per contraddistinguersi viene utilizzata questa forma d’arte. Se ciò si rivelasse vero, non sarebbe così strano imbattersi in una comunità esclusivamente popolata da questi fortunati individui. A questo punto da cosa potrebbe scaturire l’odio? Magari quella che in un primo momento era l’idea di preservare i cittadini speciali è sfociata presto in una selezione artificiale e Joel, rivelatosi vulnerabile, è stato semplicemente eliminato. Ricollegandosi così all’ipotesi che il trailer non fosse altro che un sogno, Ellie è pronta a uccidere coloro che stanno mettendo in grave pericolo l’intero genere umano seguendo un falso ideale.

Questa teoria è ancora più complicata delle precedenti. Nel trailer, la chitarra nasconde il corpo di Ellie: e se sotto ci fosse il pancione di una donna incinta? L’idea ovviamente non nasce dal nulla, bensì dalla copertina di un fumetto presente in Uncharted 4 intitolata The Last of Us American Daughters. Scavando più a fondo, alcuni utenti hanno offerto una versione differente e sensibilmente più in linea con il tema dell’odio. Partendo dal fatto che Ellie, secondo quanto visto nel DLC Left Behind, è omosessuale, resta difficile credere che abbia trovato un partner maschile. Allo stesso tempo prende piede sempre più l’idea che un gruppo di persone abbia scoperto l’immunità della donna e costretta a riprodursi, così da custodire il nascituro e sfruttare il DNA immune al Cordyceps per arricchirsi. A questo punto non servono spiegazioni, strappare ingiustamente un bambino dalle braccia della madre è forse la peggior cosa da fare, dunque l’odio dentro di Ellie cresce sempre più fino ad arrivare alla strage compiuta nell’abitazione mostrata nel video.

Poche cose sono certe per ora, ma forse la più importante già è stata rivelata: durante l’avventura vestiremo i panni di Ellie. Il vissuto Joel lascerà il ruolo alla donna, quasi un passaggio di testimone tra padre e figlia, che rimescola le carte in tavola. Le meccaniche di gioco cambieranno e questo Naughty Dog l’ha messo subito in chiaro, dunque è possibile che ci ritroveremo più fasi stealth rispetto al primo capitolo, oltre a qualche novità che servirà a rendere il titolo godibile anche per gli utenti più giovani. Questo è quanto, analizzando a fondo il trailer abbiamo notato questi indizi e, una volta rielaborati a dovere, sentiamo The Last of Us Part II più vicino a noi, nonostante la data d’uscita sia ancora molto lontana. Che sia il rapporto tra Joel ed Ellie o l’odio il tema centrale, tutto il mondo attenderà con ansia il rilascio ufficiale e, una volta giunto il momento, saremo qui per scoprire la verità.