Animal Crossing: New Leaf: la recensione di VMAG

Non è di certo una novità che i titoli Nintendo siano cambiati e che non dedichino più ai vecchi fan della software house le attenzioni di una volta per dedicarsi a un mercato più ampio e generico. Ne è la prova Animal Crossing: New Leaf, un titolo atipico privo delle linee caratteristiche di un gioco tradizionale, di una storia e obiettivi prefissati. Dalla sua uscita in Giappone il gioco ha sempre ricevuto ottime critiche, tanto che Famitsu, celebre rivista giapponese specializzata in videogiochi, gli ha spesso attribuito risultati lusinghieri. Il gioco si svolge, come sempre, all’interno di un piccolo villaggio in cui, fondamentalmente, ci verrà chiesto di occupare le più diverse mansioni.

Il piccolo villaggio ospita le attività quotidiane dell’alter ego del giocatore quali la pesca, coltivazione, personalizzazione dell’arredamento e dell’abbigliamento. Un tipo di simulazione semplice, nonostante vi sia la possibilità di interagire con altri giocatori grazie al comparto online. Grazie a un buon numero di attività, nonché di diversi personaggi con cui interagire si sarà totalmente schiavi delle giornate che scorrendo in tempo reale, ci obbligheranno a tenere d’occhio l’orologio, onde evitare, ad esempio, che ci si rechi a fare un acquisto in un negozio mentre questo è chiuso. Ciò detto, il gioco prende il via grazie al gatto Girolamo che, con fare colloquiale, vorrà sapere molti dettagli della vostra vita (nome, sesso ecc), nonchè tutta una serie di dettagli onde delineare le fattezze e la personalità del nostro personaggio. A seguire sulla carrellata di celebrità del luogo: Fuffi, personaggio ciarliero, nonché segretaria del sindaco e Tortimer, la rachitica tartaruga che spesso si trova al municipio per occupare la carca di sindaco. A noi il compito di sostituirlo, addossandoci le necessità dei numerosi abitanti dell’isola, spesso bisognosi di aiuto o supporto.

 Essendo l’unico ed indiscusso sindaco, obiettivo primario del titolo è quello di rendere la città il luogo perfetto in cui vivere, realizzando progetti per la costruzione di opere pubbliche per nuove strutture o servizi. Perciò è necessario andare più volte da un curioso bradipo (a tutti gli effetti), Florindo il fioraio, per comprare un’ampia varietà di fiori, piante e siepi da piantare nel verde della città per aggiungere un po’ di colore. In queste sessioni, il gioco ci chiederà spesso di interagire per mezzo del pennino, così da innaffiare, potare e prendersi cura delle piante sparse per il paese. Peccato che procurarsi il denaro utile agli acquisti sia una pratica non proprio piacevole. Servirà infatti trovare mele, pesci, insetti e conchiglie da vendere poi in uno dei negozi di Via degli Acquisti.

Nel titolo precedente, Let’s go to the City, era molto difficile ottenere l’attenzione dei cittadini, invece in Animal Crossing New Leaf  è presente un enorme flusso di animali per l’accoglienza di benvenuto. Con il passare del tempo gli abitanti diverranno sempre più allegri e impiccioni e diverranno più o meno disponibili a venire incontro alle vostre richieste. Non mancano nuovi personaggi, così come si è statti attenti a ripescare alle simpatiche icone della serie che, in virtù del nuovo capitolo, hanno rimodernato i loro negozi o le loro case, dandogli un look estroso e di tendenza. Ogni cittadino, inoltre, sarà foriero di tutta una serie di compiti che ci serviranno per progredire nella gestione della nostra vita e della vcittà più in gerale. All’inizio del gioco, per esempio, ci toccherà vivere in una tenda da campeggio, dati i prezzi d’affitto delle case non propriamente abbordabili. Con la buon riuscita degli incarichi, l’aiuto di alcuni comprimari, nonché l’impegno nell’accumulo di denaro, vedremo pian piano migliorare la nostra vita e quella dei cittadini. Case più grandi, nuovo mobilio, o anche solo oggetti di arredo saranno pian piano alla nostra portata, definendo quella personalizzazione (tanto dei personaggi quanto degli immobili) tanto cara ai fan della serie.

Cambia la struttura del gioco, infatti il villaggio confina con il mare almeno su due versanti (sud e ovest). Tuffandosi sarà divertente cercare crostacei o stelle marine equipaggiati con la muta nell’acqua limpida dell’oceano dell’isola. Non manca poi la possibilità di visitare anche altri luoghi come ad esempio New York, la cui visita guidata ci sarà offerta dal bizzarro gatto Charly. Questo personaggio s’incontrerà la prima volta sul treno del viaggio d’andata e sarà così curioso da fare continue domande sulla vostra vita privata. Potremo poi intrufolarsi nel Tramway utilizzando liberamente sia l’accesso del centro-nord che quello all’isola segreta del Sud, ma, dall’altra parte, il paesaggio è sovraccaricato di falesie che “dovrebbero” dare un tocco di classe all’ambientazione esterna, abbinate alle infrastrutture (ponti, lampioni, banche, ecc) che man mano, durante il corso del gioco, aumenteranno grazie alle funzioni di sindaco.

La grafica poligonale rimane semplice e graziosa, come sempre assolutamente disinteressata alla ricerca del  realismo. Molto buona è la localizzazione in italiano, ma non per questo i personaggi non son stati contraddistinti a sufficienza. Anzi, basti pensare a Miranda, la signorina “so-tutto-io” o il gallo Kalin che ha una parlata rigorosa e misurata. Il gioco è complessivamente molto gradevole da vedere, con una scelta di palette cromatiche accesa e fanciullesca che, come ovvio, definisce uno stile semplice e immediato, perfetto per le fasce di giocatori più giovani. Rispetto ad Animal Crossing Wild Word per DS Nintendo si ritorna alla classica visuale casalinga evitando di utilizzare il touch screen per muovere l’avatar, il che, non è affatto male. La scelta sembra appropriata e intelligente: non si vedrà né il cielo sullo schermo superiore né il mappamondo che mostrava le case ed il terreno. Sulla schermata superiore si avrà invece l’immagine in game e diverse schede dell’inventario. Così Nintendo decide saggiamente di lasciare poco spazio alla parte sceen per concentrarsi sui tasti frontali.

Animal Crossing: New Leaf è tutto quello che la serie è sempre stato ma con alcuni accorgimenti per darle una marcia in più. Partendo da una grafica leggermente più definita, sino alle più disparate caratteristiche di personalizzazione, il titolo resta comunque ancorato al suo passato definendo un prodotto immediato e semplice. Ben chiaro che il tutto è ancora vincolato a quella monotonia di fondo che da sempre contraddistingue il susseguirsi dei numerosi incarichi, New Leaf è comunque un gioco interessante e ben congegnato, pensato palesemente per un pubblico giovanissimo. Risulta, infine, molto piacevole anche la modalità multigiocatore, grazie alla quale è possibile invitare fino a 3 amici e passare un po’ di tempo insieme nella città o nell’Isola Segreta. Nonostante tecnicamente parlando sia un gioco di altissimo livello, la mancanza di missioni e obiettivi reali da raggiungere (se non quelli di migliorare la cittadina) lo rendono ripetitivo e uniforme, anche se, a dire il vero, è ammirevole la caratterizzazione di ogni singolo personaggio con una propria ed univoca personalità, che permette di dar vita ad una stravagante e utopica realtà fatta di animali antropomorfi.

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