Recensione Wheels of Aurelia

“Scogli, Rabbia e Luna Park

Wheels of Aurelia”.

Mi è sembrato doveroso iniziare la recensione di questo titolo citando il ritornello della canzone principale della colonna sonora. In primis, perchè entra nella testa senza uscirne, e in seconda battuta perchè Wheels of Aurelia parla di un viaggio in auto, e durante un lungo tragitto la radio, e di conseguenza la musica che ne esce, diventa un elemento fondamentale. Il gioco del team italiano Santa Ragione è un esperimento sicuramente azzardato. Un particolare titolo in cui si guida, e contemporaneamente si prendono tante decisioni che influiscono sulla storia. Non è esente da difetti, ma toccando tanti argomenti, dall’aborto alla politica al calcio, vi farà conoscere varie sfaccettature dell’Italia degli anni ’70, tramite la protagonista Lella, nel suo viaggio da Roma a Nizza lungo la via consolare Aurelia.

1978. Lella è una ragazza che porta dentro di se uno spirito rivoluzionario da maggio francese. Cresciuta nel ricco quartiere dei Parioli di Roma con una visione anticonformista della vita, non è mai andata troppo d’accordo con la sua famiglia. E non crede più, sul finire degli anni ’70, nella classe politica italiana, ripudiando al tempo stesso tempo le pistolettate a caso di Roma (sfondo della storia Aldo Moro e le brigate rosse). Decide così di scappare di casa ed intraprendere un lungo viaggio che la porti il più lontano possibile da quel mondo borghese per lei troppo distante, e andare a trovare una persona fondamentale della sua vita. Dopo una serata nella storica discoteca Piper, la ragazza parte, insieme alla sua amica Olga, per un viaggio di sola andata verso Nizza. Lungo il cammino incontreranno tanti personaggi, ognuno con la propria storia da raccontare e un posto dove andare.

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Il cuore del gioco […], più che nella guida, sta nelle scelte di dialogo.

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Il punto forte di Wheels of Aurelia sta proprio nel modo in cui viene raccontata la storia. Tutto tramite dialoghi. Poche linee di testo che riusciranno ad immergervi a pieno nel mondo creato da Santa Ragione. E sarete voi stessi a decidere cosa voler sapere e cosa no. Il cuore del gioco infatti, più che nella guida, sta nelle scelte di dialogo che prenderete durante gli scambi di opinione con i diversi personaggi che incontrerete lungo il cammino. Piccole scelte che faranno sviluppare in modo diverso il riuscitissimo personaggio di Lella. Potrete decidere se essere più o meno comprensivi, o se sia il caso o meno di ascoltare ciò che hanno da dire i tanti compagni di viaggio. Sotto questo punto di vista si ha la sensazione che ogni risposta possa cambiare l’esito della partita.

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Rispondere a determinate domande risulta sempre difficile.

Ma Wheels of Aurelia non è solo questo. A fare da contorno ai riuscitissimi dialoghi c’è la parte più ludica del titolo. State intraprendendo un lungo viaggio sull’Aurelia, e dunque, mentre prendete le vostre decisioni, dovete anche guidare lungo la via consolare che affianca il Mar Tirreno. Il gioco si presenta con una visuale isometrica, e voi, con la vostra automobile, dovrete districarvi in mezzo al traffico. Nulla di elaborato, la macchina accelera da sola e il vostro compito sarà solo quello di muovervi a destra o a sinistra: soltanto che il dover guidare e contemporaneamente leggere i dialoghi risulterà un po’ complesso, e spesso per non perdervi una battuta andrete a sbattere inevitabilmente contro un guard rail o un’automobile. Non succederà nulla di grave, ma vi farà perdere un po’ della magia del viaggio. A volte, oltretutto, arrivando troppo presto in determinati punti, vi perderete parte dei dialoghi. Lasciandovi con in bocca una sensazione amarognola.

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Ogni scelta servirà a portarvi ad uno dei tanti finali differenti.

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Non aspettatevi da Wheels of Aurelia un’esperienza da ore e ore di gioco. In una ventina di minuti potrete finire una singola run, ma il gioco è senza dubbio pensato per essere rigiocato più volte. Prendere la strada a destra o proseguire dritti, dare una risposta piuttosto che un’altra. Ogni scelta servirà a portarvi ad uno dei tanti finali differenti, e ogni storia sarà realmente una diversa dall’altra. In alcuni casi, determinati personaggi neanche compariranno nella partita. Inevitabilmente, vista la brevità di una singola run, avrete un forte bisogno di vedere qualche percorso alternativo.

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Benny, palermitano emigrato al nord.

Lo stile grafico è molto semplice, quasi minimale, forse troppo. Il gioco stesso mi è sembrato quasi un pretesto per raccontare una storia scritta estremamente bene. Una trama che avrebbe funzionato anche in un contesto da visual novel. Inevitabilmente, potendo muovere una macchinina, l’effetto-viaggio funziona, ma non sembra quasi essenziale. Punto assolutamente a favore, invece, per la parte audio. Ho iniziato la recensione con la colonna sonora perché i brani viene voglia di canticchiarli: rock, gocce di progressive, anni ’70, voce a tratti simil Manuel Agnelli. Se volete sentire il lavoro del compositore Nicolò Sala con Gimpsy Studio, vi consiglio di fare un salto sulla pagina ufficiale che contiene sette tracce. Azzeccata anche la scelta delle notizie via radio, che vi faranno conoscere particolari momenti di quel periodo storico italiano.

Wheels of Aurelia è sicuramente un titolo particolare. Azzarda con la componente guida-scelte di trama, ma lo fa discretamente bene. La componente racing game è appena accennata, ma la storia e gli ottimi dialoghi funzionano bene. E’ un gioco che fa conoscere un periodo storico difficile del nostro paese, che cita Pasolini e la Juve di Trapattoni, e lo fa attraverso una protagonista, Lella, riuscitissima. Un titolo per chi sa apprezzare una storia, anche breve, ben scritta. Non consigliato per chi si attende una sfida, il tecnicismo e una esperienza longeva. Io, intanto, ritorno a canticchiare Scogli, Rabbia e Luna Park

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