Durante la carriera scolastica molti di noi hanno studiato George Orwell, scrittore britannico vissuto nel ventesimo secolo. Probabilmente una buona parte ha anche letto La Fattoria degli Animali e/o 1984, due dei romanzi più famosi di quest’ultimo. Proprio nel secondo libro nasce la figura del Big Brother (in italiano Grande Fratello), dittatore dello stato totalitario capace di tenere sotto controllo ciascun individuo. Ma cosa c’entra tutto ciò con il mondo dei videogiochi? Tanto visto che Osmotic Studios ha rilasciato da pochi giorni il quinto, e ultimo, episodio di Orwell, interessante titolo disponibile su Steam. In questa produzione viene ripresa la figura del Big Brother e, in seguito a un attacco terroristico, il protagonista si troverà a dover indagare nelle vite dei comuni cittadini. Noi di VMAG ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a invadere la privacy dei civili in cerca di risposte, siete pronti a sapere in cosa ci siamo imbattuti?
Una volta dato il via alla nostra avventura dovremo creare un personaggio, assegnandogli un nome e un avatar tra quelli impostati nel gioco, dopodiché ci ritroveremo a sfruttare delle telecamere nel bel mezzo della città . L’apparente calma verrà ben presto rimpiazzata dal panico generale causato da un esplosione in un quartiere: non si tratta di un semplice incidente, ma addirittura di un attacco terroristico. A questo punto abbandoneremo l’attività di spionaggio attraverso le telecamere per passare a Orwell, sistema informatico sconosciuto ai civili capace di acquisire informazioni su chiunque tramite i post sui vari social, le chiamate, i messaggi privati e alcune volte addirittura entrando nei computer degli individui.
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Invadere la privacy dei civili per salvaguardarli è eticamente corretto?
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Impersonando un impiegato del governo dovremo completare le schede di alcuni sospettati tramite le informazioni presenti sul web, nelle loro conversazioni e all’interno dei PC. L’indagine, in un primo momento, partirà da Cassandra Watergate, ma ben presto scopriremo come la signorina non è l’unico elemento immischiato nell’attacco terroristico. A questo punto, grazie anche all’aiuto di un nostro collega, inizieremo a comprendere la verità : non si tratta di trovare un singolo individuo, bensì di stanare un’intera organizzazione con svariati membri attivi. Tutto ciò ci metterà in difficoltà , visto che dovremo indagare sulle vite di quelli che, apparentemente, sono civili, invadendo la loro privacy e scoprendo ogni dettaglio tenuto nascosto per anni.
Ciò che a molti non andrà giù è sicuramente il gameplay, totalmente diverso dagli standard attuali. Il nostro compito sarà infatti cliccare sulle stringhe di informazioni e trascinarle dentro le schede dei personaggi, così da completare il loro quadro generale. Per chi si stesse chiedendo: e poi? Nulla. Ammettiamo che è raro vedere titolo basati unicamente sui click, ma se avete amato opere come Her Story (in cui si doveva cliccare sui filmati e ascoltare gli interrogatori) oppure produzioni basate interamente sull’interfaccia grafica (per esempio Democracy 3), troverete in Orwell il giusto compromesso.
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Scegliere un’informazione al posto di un’altra potrebbe rivelarsi fondamentale.
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Purtroppo non avremo la possibilità di raccogliere tutte le informazioni esistenti, dunque, in base a quelle prese, alcuni scenari potrebbero variare (in qualche caso riceveremo degli achievement). Addirittura ci potremo imbattere in dei dati evidenziati in giallo, ovvero elementi che vanno in contrasto con quanto già immagazzinato dentro Orwell: a questo punto starà a noi scegliere quale delle due nozioni accettare. Se pensate che una piccola modifica non sia rilevante vi sbagliate, ci ritroveremo spesso in queste situazioni e potremo seriamente modificare il corso degli eventi. Tutte queste scelte da fare non saranno comunque importanti quanto l’ultima che condizionerà il finale del gioco.
Tecnicamente parlando, Orwell è un titolo che si basa interamente sul funzionamento dell’interfaccia grafica e, per fortuna, il team di sviluppo è riuscito a centrare il bersaglio. Sin da subito ci siamo trovati a nostro agio nell’hub del sistema informatico, comprendendo immediatamente come cambiare sospetto e/o metodo di spionaggio (ovvero il web, i messaggi, le chiamate e il desktop di qualcun’altro). Per quanto riguarda il reparto sonoro, l’alternanza tra una traccia calma e una ben più adatta a momenti caldi ci ha aiutato a immedesimarci meglio nella situazione. Ad esempio, in un determinato punto abbiamo accelerato il ritmo a causa delle musica di sottofondo e, alla fine, la situazione in cui ci trovavamo era davvero di emergenza. Per quanto riguarda la lingua, Orwell è presente in inglese, ma non in italiano, dunque valutate bene questa cosa prima di acquistare il titolo.
In conclusione, Osmotic Studios è riuscito a creare un ottimo titolo, pur se di nicchia. Orwell non verrà ricordato per la durata (in meno di tre ore potrete concludere la vostra esperienza) o per il gameplay rivoluzionario, ma chi ha apprezzato romanzi dello scrittore britannico non può snobbare l’opera. Il tema della libertà di pensiero e, soprattutto, di parola viene affrontato durante tutta l’avventura, dall’inizio alla fine. Noi di VMAG consigliamo l’acquisto a chiunque cerchi un titolo profondo e capace di trattare tematiche importanti senza annoiare il giocatore, ma ricordiamo che per godere pienamente del prodotto è necessario conoscere abbastanza bene l’inglese, altrimenti avrete difficoltà a comprendere molte cose e perderete passi importanti. Questa recensione è giunta al termine e noi, come succede a fine giornata su Orwell, facciamo il log out dal server.