Recensione Killing Floor 2

I giochi (barra film, barra serie) con gli zombie mi affascinano sempre. Portano dentro di loro un senso di desolazione che, in un modo o nell’altro, cattura sempre la mia attenzione. Che siano storie raccontate in modo brillante come in The Walking Dead di Telltale, oppure quando di raccontato c’è poco, ma in compenso ci sono orge di cadaveri e sangue con sottofondo di chitarre distorte, come in Killing Floor 2. Esempi diametralmente opposti, ma che alimentano la mia costante voglia di vedere (per finta, eh) mondi in rovina. Il titolo di Tripware Interactive è gameplay puro, è abilità e cooperazione, è crescita del personaggio, è voglia di fare una partita dietro l’altra per diventare più forti e per far saltare più teste. Il primo capitolo uscì ufficialmente nel 2009, oggi esce il numero 2 dopo una lunga fase di accesso anticipato su Steam. Io l’ho provato nella versione PlayStation 4. E, da come avrete capito, ho gradito.

Partiamo con un piccolo abbozzo di storia: premesso, è un gioco pensato per l’online, non ci sono campagne e la storia è ampiamente in secondo piano. Se volete sapere qualcosa in più vi consiglio comunque di leggere le schede dei diversi personaggi. Dicevamo: in Killing Floor 1 si parlava della Horzine Biotech, delle sue ricerche sulla manipolazione genetica e sulla clonazione di massa. Un’esperimento per un programma militare segreto va male, e Londra viene infestata da cloni simil zombie, che divorano la maggior parte della popolazione. La capitale del Regno Unito venne messa in quarantena, ma un mese dopo questi mostri, chiamati Zed, raggiungono il resto d’Europa. E’ con questa invasione che inizia Killing Floor 2.

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Ci saranno 12 personaggi da scegliere, ognuno con il proprio background.

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Dopo uno sguardo ai menu di gioco, vi sarà data la possibilità di personalizzare il vostro alter ego virtuale, sia nell’aspetto che nelle abilità. Ci saranno 12 personaggi da scegliere, ognuno con il proprio background, e ognuno con diversi oggetti cosmetici per modificarne l’aspetto. Ai fini statistici, prendere il metallaro svedese o il reverendo anglo-scozzese non cambierà nulla, perchè saranno le classi a cambiare i valori in campo, ma comunque è apprezzabile la grande varietà di scelta in questo senso. Dopo un breve tutorial introduttivo, che vi spiega le basi per sopravvivere alle orde di Zed famelici, potrete decidere se giocare offline in singolo, oppure entrare nel gioco reale online o nella modalità cooperativa Survival, o nella modalità competitiva Survival VS.

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Vi ritroverete spesso accerchiati da zombie di tutti i tipi.

Come in Killing Floor 1, la modalità principale è la modalità Survival. Una squadra composta da un massimo di sei giocatori ha il compito di resitere a orde di zombie sempre maggiori e sempre più difficili da contenere. Potrete decidere se fare partite relativamente brevi da quattro ondate (20 minuti circa) oppure impegnarvi seriamente in 7, o addirittura 10 ondate. Al termine di ogni ondata avrete la possibilità di utilizzare i negozi all’interno della mappa, per migliorare il vostro armamentario. Più uccisioni farete e più soldi otterrete. Soldi che potrete utilizzare per comprare nuove armi, granate, rifornirvi di munizioni o migiorare la vostra armatura. Finita l’ultima orda, sfiderete il temibile boss: il gioco di squadra servirà sempre, ma fidatevi, per i boss sarà fondamentale. Ho avuto modo di giocare assieme ad un amico e vi consiglio, a chi ne ha la possibilità, di avere un team con più persone poddibile con cui comunicare a voce: più divertimento, migliori risultati.  C’è poi il Survival VS che è invece una modalità competitiva, dove una squadra è composta da umani e l’altra è composta da zed. Questa nuova modalità è un pò più debole. Il giocare con gli zombie può essere divertente all’inizio, però la voglia di sparare con il proprio personaggio tenderà molto presto a prendere il sopravvento.

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Aumentando di livello, migliorerete in particolari caratteristiche della classe.

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Dicevamo, le classi. Potrete scegliere tra ben dieci disponibili. Dal medico da campo, al pistolero, al berserker. A seconda di quella che sceglierete, partirete con un diverso equipaggiamento ad inizio partita. Un equipaggiamento base che potrete upgradare a vostro piacimento durante la partita, comprando anche armi di altre classi. Oltre che per le armi, le classi si differenziano per dei bonus statistici e per degli obiettivi specifici che aumentano l’esperienza. Il Supporto, ad esempio, ha tra gli obiettivi quello di saldare le porte (in alcune situazioni sarà meglio bloccare le porte per non venire travolti da troppi zombi contemporaneamente). A seconda di quanti danni, uccisioni e assist farete con un arma, accumulerete punti esperienza in quella determinata classe. Aumentando di livello, migliorerete in particolari caratteristiche della classe. Ogni 5 livelli si sbloccheranno due abilita, ma di ogni coppia di abilità potrete sceglierne solo una per volta.

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Lo zed-time vi permette di mirare ai diversi Esemplari con più facilità.

Uno dei punti a favore del gioco sono proprio le tante armi disponibili, e lo studio che c’è stato dietro ognuna di esse. La sensazione che dà lo sparare con un Revolver, sarà completamente diversa rispetto ad un Winchester, così come diverso sarà l’approccio al gioco. Ogni arma avrà il suo particolare feedback. Io sono rimasto estremamente colpito sotto questo punto di vista dalla risposta della 9mm. Tante armi disponibili, vuol dire però tanti nemici da abbattere. In alcuni casi, troppi. Che spuntano da ogni direzione. Il non avere una mappa può farvi sentire un pò smarriti nello stage, ma allo stesso tempo aumenta il senso di difficoltà che per forza di cose deve dare l’essere accerchiati da strani esemplari di mostri in un mondo in declino. A venirvi in aiuto c’è comunque lo “zed time”: in alcune situazioni, dopo determinate giocate e per pochi secondi, il gioco andrà a rallentatore (e il mondo diventerà bianco, nero e rosso) e voi avrete la possibilità o di mirare più facilmente o di poter trovare una via di fuga.

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Per quanto riguarda l’audio, beh, se ascoltate musica metal state a cavallo.

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A livello grafico sicuramente non si grida al miracolo. Il gioco utilizza una versione modificata dell’Unreal Engine 3, e magari qualche texture in bassa definizione vi potrà far storcere il naso. Però tra tutto il macello di zombie, sangue e teste che esplodono, l’impatto è più che buono. Nelle spettacolari fasi zed-time a rallentatore viene esaltato ancora di più questo gusto un pò splatter. Il frame rate a tratti risulta ballerino, specie nei momenti caotici (e, come vi dicevo prima, saranno frequentissimi), soprattutto in determinate mappe, come le catacombe. Nulla però di compromettente. Per quanto riguarda l’audio, beh, se ascoltate musica metal state a cavallo. Le chitarre distorte e i doppi pedali ben si sposano con lo stile del gioco, in un perfetto legame di simbiosi. Un suono che vi rimarrà impresso fin dalle prime giocate sarà il lamento dell’esemplare Siren: un misto fra il richiamo di una balena e il verso che facevano i fantasmi dei Ghostbuster mentre venivano catturati nella ghost-trap.

In conclusione, Killing Floor 2 è un gioco che mi sento di consigliare caldamente ad una vasta fetta di videogiocatori. E’ un gioco che diverte, che fa venir voglia di giocare (si, ora vorrei giocarci invece di scrivere) e che ha una crescita di classi e abilità ben studiata. E’ un esempio perfetto di videogioco, nel suo termine più puro. Certo, soffre di qualche problemino tecnico, e la modalità Survival VS poteva essere un pò più incisiva, ma è un titolo che vale la pena di essere giocato. Tante classi, tante armi, tante mappe. E orde infinite di zombie.

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