Luigi’s Mansion 2: la recensione di VMAG

Che gran gioco che era Luigi’s Mansion. Un gioco che precorreva i tempi. Forse anche troppo, vista la timida reazione del pubblico e, in parte, della critica. Ad accompagnare il lancio del neonato GameCube, avvenuto più di dieci anni fa, tutti si aspettavano un Super Mario 128, non certo un titolo con protagonista Luigi e che, per di più, non era neppure un platform. A dare la zappa sui piedi all’idraulico in verde fu poi una longevità risicata, fattore che, ai tempi, non poteva essere perdonato facilmente. Una decina di ore di gioco oggi basta a mettere su un capolavoro e Nintendo, con la sua proverbiale lungimiranza, lo aveva capito dieci anni fa; inoltre, la casa di Kyoto aveva intuito come il categorizzare un gioco in un genere ben preciso sia un limite e non un pregio. Pare scontato, ma dieci anni fa non era esattamente così. Nel corso degli anni, Luigi’s Mansion venne sottoposto a una meritata quanto opportuna opera di rivalutazione, il cui frutto lo vediamo solo ora, nel 2013, con l’uscita di un secondo capitolo reclamato a furor di popolo.


La lunga premessa ci serve per arrivare al punto: Luigi’s Mansion 2 è un gioco eccellente, rifinito e curato sotto ogni punto di vista. Ma è il degno erede del primo capitolo? Probabilmente no. Non c’è un vero difetto da segnalare o un’accusa da muovere all’operato di Next Level Games (autori del discreto Mario Strikers e dell’ottimo Punch-Out!! su Wii)… Qua si parla di quel fattore imponderabile che una volta amavamo chiamare Nintendo Difference, quel valore aggiunto che solo la casa di Mario sapeva imprimere sui suoi prodotti e che stentiamo a ritrovare in questo Luigi’s Mansion 2.

 

Possiamo coglierne qualche barlume nel fischiettio di Luigi o nell’incantevole incedere incerto e dinoccolato che contraddistingue le animazioni del protagonista. Ma la verità è che questo non è un vero titolo Nintendo e si vede. Non possiamo dire che Next Level Games non ce l’abbia messa tutta per conferire la propria impronta: la casa canadese ha avuto il coraggio di stravolgere la struttura dell’originale inserendo una più consona architettura fatta di livelli (rappresentati dalle diverse magioni) e obiettivi da raggiungere, andando incontro alle esigenze di una console portatile; ha inserito una serie di potenziamenti sbloccabili sulla base del denaro raccolto e una mezza infinità di segreti da scoprire tra le solide mura di un level design da applausi; e non dimentichiamoci del multiplayer (locale, online e persino in game sharing), una simpatica aggiunta che proprio non ci aspettavamo.

Eppure, sarà forse il sistema di comandi un tantino macchinoso o la presenza di alcuni punti morti qua e là (soprattutto nelle prime fasi di gioco), ma facciamo proprio fatica a ricordare che questo, in fondo in fondo, è pur sempre un gioco Nintendo, nonostante non sia stato sviluppato internamente. Inutile dire che Luigi’s Mansion 2 rimane un titolo ultra-consigliato, l’ennesimo mattone nel sempre più convincente parco titoli di 3DS (e il voto in basso non è stato messo a caso). Ma non neghiamo neppure che un pizzico di amaro in bocca ci è rimasto…

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