Come siamo a conoscenza in questi giorni è andato in scena il GameRome, prima edizione della fiera romana dedicata al mondo dei videogiochi. Tra le varie conferenze c’è stata l’occasione di sentir parlare Adriano Di Medio, che ha presentato il suo libro intitolato Bloodborne: parole nel sangue. Al termine dell’evento noi di VMAG abbiamo avuto la possibilità di parlare con lui, ecco cosa ci siamo detti:
Quanto è stato difficile racchiudere tutta la storia di Bloodborne, le varie metafore e citazioni in un unico libro?
Molto difficile. Comunque l’ho fatto perché, al di là che ho dovuto restringere alcune cose senza però cambiare niente, una volta compresa la struttura e come il gioco si racconta, grosso modo riesci a comprimerlo. Basta prendere quei due tre riferimenti che ti servono, e che sono quelli di cui effettivamente hai bisogno, per riuscire a ricavare tutto il ragionamento. Non ti nascondo che la storia di Bloodborne è molto più astratta rispetto a quella di un Souls, quindi resta volontariamente aperta ad interpretazioni.
Tra le tante storie narrate nel videogame, qual’è stata la tua preferita?
Tutta la storia che c’è dietro Gherman. Tutto quello che si nasconde dietro a quest’uomo anziano, che poi è anziano solo per metà se lo consideriamo come boss finale (ride), che però ha investito tutto perdendolo successivamente. L’unico modo che aveva per non impazzire è stato quello di evocare l’aiuto di queste entità ancestrali, i cosiddetti grandi esseri. Lui ha espresso un desiderio, solo che poi quest’ultimo è stato preso alla lettera. Forse è anche questo il messaggio, occhio a quello che desideri.
Tra Bloodborne e Dark Souls, a livello di trama e costruzione del gioco, qual’è il più complesso secondo te?
A livello di trama mi sembra Bloodborne, per il semplice fatto che ci sono molti bivi, ci sono molti momenti che una cosa che viene fondata viene divisa in tre parti. Dark Souls ha una trama molto più lineare: si parla di un re che piuttosto di rassegnarsi alla propria fine cerca di prolungare la sua vita all’infinito.
Pensi che i livelli di complessità della trama di Bloodborne potranno essere raggiunti da un altro gioco?
E’ inevitabile che qualcun altro li raggiungerà, o in un altro modo o in un altro contesto. Ciò che rende unico Bloodborne è che c’è un autore dietro. Non me ne vogliano gli altri, ma se esistono libri d’autore esistono anche videogiochi d’autore.
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