Zone of The Enders HD Collection: la recensione di VMAG

Un gioco di Hideo Kojima, come un diamante, è per sempre. È con questo spirito che ci si dovrebbe avvicinare alle sue creazioni, sempre condite con un ingrediente magico che le rende esperienze capaci di segnare un videogiocatore, di scolpire il proprio nome nelle radici del suo cuore. Zone of the Enders mostrò i muscoli dell’allora esordiente seconda console casalinga di Sony, spianando il tappeto rosso a quel 2nd Runner che, grazie alla sua attenzione per i dettagli, una storia coinvolgente e capace di ammanettare il giocatore a una spirale di azione senza respiro, nonché la benedizione degli emozionanti filmati targati I.G. Production (Ghost in the Shell, Evangelion), riuscì a elevarsi  sul podio delle migliori produzioni a 128-bit.

E per sedare i numerosi fan in attesa di un nuovo, biblico scontro tra Jehuty e Anubis, ecco che arriva la collection in HD della mecha-filosophy secondo Hideo. Astutamente confezionata per sondare il terreno nella possibilità di una terza iterazione della saga, la Zone of Enders HD Collection ci lancia nuovamente tra stelle, asettiche città futuristiche, esplosioni particellari e una manciata d’impulsivi controlli hack’n’slash. Unica reale aggiunta, oltre alla pulizia grafica dell’alta definizione, l’avvolgente presentazione anime che mette sapientemente in scena i passaggi più significativi dei due titoli. Tutto il resto, purtroppo o per fortuna, è identico a come lo ricordavate: persino i menu di gioco soffrono di una disarmante penuria in quanto a contenuti.

 

A complicare la validità dell’offerta “a costo contenuto” di Konami, ci pensa un framerate riabbassato rispetto a quello della stessa versione PlayStation 2. Forse, un modo poco elegante per aggirare i frequenti rallentamenti dell’opera originaria, ma che finisce col rendere ben più contenuta la frenesia esasperata di alcuni epici combattimenti; in particolar modo con i numerosi e memorabili boss di fine livello. Un po’ come mettere una toppa di tessuto sopra un tubo dell’acqua forato, insomma.

E tenendo poi conto di precedenti della major di Tokyo, da un lato estremamente positivi (Metal Gear Solid HD Collection) e dall’altro decisamente negativi (Silent Hill HD Collection), questa riedizione in grande spolvero del classico Kojima Productions finisce col collocarsi a metà strada tra i due aghi della bilancia. Ma nonostante il retrogusto amaro dell’aspra delusione, noi non possiamo proprio declinare un secondo giro nel cockpit del Jehuty… Anche perché un diamante è una promessa di assoluta, eterna e indissolubile fedeltà.

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