Company of Heroes 2: la recensione di VMAG

Dopo 7 anni di estenuante attesa, Relic Entertainment è pronta a rilasciare sul mercato il seguito dello strategico in tempo reale Company of Heroes (uscito nel 2006 come esclusiva PC), che vi vedrà stavolta protagonisti sul fronte orientale, al comando dell’Armata Rossa, sempre durante la ben nota Seconda Guerra Mondiale. Molti di voi a questo punto si staranno quindi chiedendo se Company of Heroes 2 sia o no allo stesso livello del primo capitolo della serie. Partendo dal concetto originale, Company of Heroes 2 è, esattamente come il predecessore, un RTS che prende il via dall’inizio dell’Operazione Barbarossa fino alla celeberrima conquista di Berlino, una vicenda narrata grazie alla voce (e ai flashback) dell’ex-tenente dell’Armata Rossa, Lev Abramovic Isakovich. Tre modalità di gioco, la campagna per giocatore singolo, una modalità multiplayer che vede confrontarsi l’Armata Rossa e le armate tedesche sul fronte orientale (in partite 1vs1 o 4vs4), e una modalità straordinaria chiamata Theater of War, vera e propria via di mezzo tra single player e multiplayer competitivo.

 

Il gameplay strategico è molto simile all’originale, le risorse a disposizione del giocatore andranno usate per creare soldati semplici, truppe specializzate o mezzi necessari per controllare e dominare le mappe. Ogni mossa andrà effettuata con le dovute precauzioni, scegliendo con cautela dove posizionare ogni elemento del nostro esercito: sarà quindi fondamentale utilizzare l’effetto sorpresa, magari facendo saltare il terreno sotto i piedi dei nostri avversari quando attraverseranno un determinato punto della mappa, oppure circondandoli su più fronti. La presenza durante alcune missioni di condizioni climatiche estreme (come ad esempio il freddo glaciale della Russia), unite all’abilità di scavalcare le coperture e un campo visivo decisamente ampliato, rendono Company of Heroes 2 la scelta più “realistica” nel panorama degli RTS attualmente disponibili per PC. Controllare, reclutare le unità e tenere a bada l’avversario; tutto ciò è facilmente eseguibile tramite un’interfaccia ripresa in toto dall’originale, ed i tre livelli di difficoltà disponibili sin dall’inizio sapranno soddisfare anche chi, con i tattici, non ha ancora quella gran confidenza.

 

Piccoli problemi come un path finding non sempre perfetto (spesso durante le missioni single player) e menu ancora troppo confusionari, vengono ad ogni modo compensati dal buon motore grafico, l’Essence Engine 3.0, che pur non partorendo chissà quali virtuosismi estetici ha sicuramente aumentato, sempre parallelamente al primo capitolo, la varietà di ambienti e unità: città in rovina devastate dalle esplosioni, boschi e distese innevate, con decine di piccoli soldati e mezzi da trasporto che attraversano le varie locazioni, il tutto senza il minimo rallentamento. Ma dove Company of Heroes 2 da il massimo è nella campagna single player, dall’Operazione Barbarossa fino alla battaglia per la conquista di Berlino: ed è proprio questo che rende il titolo Relic il seguito ideale per chi ha amato il primo capitolo, sia in termini tecnici che prettamente ludici. Ovvio quindi che l’effigie di miglior strategico in tempo reale (tra l’altro esclusivo per Personal Computer), va proprio a quest’ultima produzione targata SEGA. La guerra, in tutta la sua “tatticità”.

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