Oggi è iniziato il secondo giorno di GameRome – La città del videogioco, la più importante manifestazione a tema gaming romana. L’interesse nei confronti degli eventi non può che essere elevato: infatti dopo lo speech tenuto da Biblioteche di Roma, la storia di Milestone, Krackoff, presidente di Razer e l’intervista a Denis Dyack, le conferenze sono proseguite con la trattazione di un tema molto importante ed interessante tanto nel mondo dei videogiochi quanto in tutti i mezzi di comunicazione: l’esplorazione spaziale, nello specifico nel cinema, nelle serie TV e nei games.
Gli ospiti intervenuti per mostrare le proprie conoscenze in materia erano Marcello Paolillo, specializzato nei giochi, Michele De Angelis, ferrato sui film, e Marcello Rossi sulle serie TV. In base a quanto riferito da Rossi, lo spazio è, senza ombra di dubbio, uno dei punti cardine della fantascienza. A comporlo sono, sostanzialmente, due sotto categorie: da un lato l’esplorazione dei corpi celesti osservato sotto un punto di vista scientifico, di conseguenza realistico, incappando così ovviamente in numerose problematiche legate alla realisticità delle scene girate, dall’altro il non realistico, contraddistinto da una libertà decisamente più spiccata, con la possibilità di inserire, per il bene dello sviluppo dei personaggi, un numero maggiore di forzature. Infine, vi è anche una terza categoria, la quale si contraddistingue per la riproduzione di fatti realmente accaduti nella realtà , come quanto mostrato dal film Apollo 13.
Nei film, i primi esempi di esplorazione spaziale possono essere ricondotti al periodo della seconda guerra mondiale, la quale era storicamente caratterizzata da una spiccata corsa al raggiungimento dei corpi celesti che ovviamente si ripercosse sui mezzi di comunicazione, tra cui, ovviamente, il cinema. Infatti, nel 1950 venne realizzato Destination Moon, il quale rappresentò la prima missione terrestre sulla luna. La pellicola rimase nell’immaginario collettivo dell’epoca perché totalmente a colori. Successivamente, venne pubblicato Conquest of Space, che riprese molti temi del precedente film ampliandoli.
Ovviamente, capite le potenzialità del filone spaziale, in quel periodo nacque la Space Opera, proposta per la prima volta con Forbidden Planet, i cui temi affrontati furono molti e alquanto particolari. Continuando nel percorso di crescita del genere, si giunse nel cuore della Space Opera nel 1968 mediante Countdown. De Angelis, spiegando la successione dei film, ha sottolineato l’immensa importanza ricoperta da 2001 Odissea nello Spazio, nel quale vi è una spiccata commistione tra Space Opera e temi scientifici. Nel 1970 venne distribuito nelle sale Silent Running, pellicola in cui un soldato si ribella all’intenzione da parte dell’uomo di distruggere la flora e fauna situate in stazioni spaziali. Infine, nel 1977 fu il turno di Guerre Stellari, uno dei film più importanti dell’epoca. Per arrivare ai giorni nostri, invece, sono stati nominati Interstellar e Gravity, identificati come prosecutori dello spirito dell’esplorazione spaziale nei film.
Per quel che concerne le serie TV, Rossi ha spiegato che la televisione arrivò negli anni 40 in America e negli anni 50 in Italia con la RAI che incominciò a trasmettere i primi programmi. Nel 1950 Man into Space riuscì a rappresentare la corsa allo spazio, accennando, tra l’altro, ai canali di Marte, nei quali all’epoca si credeva ci fossero delle formazioni artificiali, alludendo, quindi, alla possibilità della vita sul pianeta. Malgrado quanto scritto prima, Marcello Rossi ha comunque specificato che la prima serie TV che parlò assiduamente di spazio fu nel 1969, ovvero Star Trek, appartenente al filone non realistico. Successivamente, con un balzo temporale non indifferente, nel 2009 venne prodotta Define Gravity (nella quale venne esaltato l’approccio realistico), in cui per 6 anni degli astronauti viaggiarono nel sistema solare fino poi ad approdare su Venere. Infine, l’ultima serie TV, pronta ad essere pubblicata in questo periodo, è Mars, in cui la serie è basata totalmente sulla scienza portata al massima esaltazione.
Infine, Paolillo è intervenuto sulla spiegazione dell’esplorazione spaziale nei videogiochi, sottolineando come il medium che tutti amiamo sia, effettivamente, l’unico in grado di estraniare completamente il fruitore e trasportarlo realmente sul posto, anche, e soprattutto, mediante la VR, ormai l’ultima frontiera del gaming. Gli esempi citati sono stati No Man’s Sky, Super Mario Galaxy e Star Citizen.
In conclusione, l’evento si è rivelato piuttosto interessante e capace di far riflettere i presenti, anche mediante clip appositamente preparate, su quanto i tempi siano cambiati e come la visione dello spazio, in fin dei conti, non sia poi cambiata di molto con l’incedere del tempo.
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