Recensione a cura di Luca Sansaro e Alessandro Fileni.

La prima guerra mondiale è stato un conflitto epocale, che ha cambiato le sorti del pianeta in cui respiriamo. La guerra che avrebbe dovuto terminare ogni possibile conflitto. Così, chiaramente, non è stato. Dopo aver trattato controversie ben più recenti con guerriglia futuristica o moderna, il medium videoludico si concede una digressione nelle vesti di EA, dando vita a Battlefield 1. Sulla carta il titolo DICE si presenta come una boccata d’aria fresca per il brand, che, dopo Battlefield 3, sembrava aver perso quello smalto che da sempre aveva caratterizzato le produzioni del team svedese. Noi di VMAG abbiamo analizzato single player e multiplayer sommando le forze di due redattori, optando dunque per una recensione a quattro mani.

Senza ombra di dubbio, quasi tutti i titoli che utilizzano il tema della guerra, come elemento cardine della produzione, hanno come punto di forza il multiplayer. Grazie alla possibilità offerta dalla connessione internet, moltissimi giocatori ripongono la loro attenzione verso la componente PVP. Un videogioco, però, non è formato solo da quest’ultima, ma bensì anche dalla campagna dedicata al single player; in questo caso Battlefield 1 riesce a portare tra le mani del pubblico un comparto davvero ben riuscito e di grande impatto emotivo. Nonostante, per via delle atrocità commesse, la seconda guerra mondiale sia presa come punto di riferimento per evitare alle generazioni a venire di commettere gli stessi errori dei suoi predecessori, DICE ha deciso di ricostruire la prima grande guerra, conosciuta anche come guerra di trincea o di posizione, che ha coinvolto le nazioni di tutto il mondo. Una volta avviata la partita, dopo aver assistito ad un primo filmato introduttivo, vi ritroverete subito all’interno di un campo di battaglia; tra mille proiettili che fendono l’aria, bombe e nemici armati di baionetta, la morte giungerà all’istante. Dopo essere stati abbattuti comparirà sullo schermo il nome del soldato e la data della sua morte. Questo tutorial, per tutta la sua durata, ogni qual volta che verrete uccisi, vi porterà ad impersonare un altro soldato della stessa fazione di quello prima in una differente zona della battaglia.

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All’interno di un conflitto cosi vasto, l’individuo non è altro che uno strumento destinato a soccombere per adempiere ad un ideale più grande.

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Partendo da una premessa simile si riesce a capire subito cosa il team di sviluppo volesse comunicare, e a sua volta è ancora più chiara l’impronta adottata per questo nuovo capitolo della serie targata DICE. All’interno di un conflitto così vasto, l’individuo non è altro che uno strumento destinato a soccombere per adempiere ad un ideale più grande. La storia principale, considerando anche la missione tutorial, si suddivide in sei campagne che a loro volta vedono come protagonisti altrettanti soldati di differenti nazionalità e retaggi culturali. Ogni personaggio che vi troverete ad utilizzare sarà specializzato in un determinato tipo di settore come ad esempio: aviazione, mezzi corazzati e fanteria. Questa scelta vi aiuterà a carpire il giusto feeling con i vari mezzi ed armi presenti all’interno dell’opera, in modo tale da prepararvi ad affrontare anche il PVP. La narrativa è decisamente migliorata rispetto ai vecchi capitoli e la scelta di utilizzare delle cutscene realizzate in computer grafica aumenta drasticamente l’immersività e le emozioni che proverete tra una missione e l’altra. Non è certo semplice riuscire a gestire differenti storie ed infatti, nonostante il risultato positivo ottenuto, non tutte le vicende narrate riescono a brillare sotto il punto di vista emotivo, complice la scelta di mostrare alcuni personaggi eccessivamente carismatici seguendo così la falsa riga dei classici film d’azione.

È giunto il momento di rivolgere il nostro sguardo alla struttura del gameplay adottata in questo capitolo. Quando approccerete una missione, salvo i momenti di pura frenesia e distruzione concessi dai veicoli, potrete decidere se adottare un approccio stealth oppure procedere ad armi spianate. La maggior parte delle volte vi troverete da soli contro una grande quantità di nemici e prenderli di sorpresa, sfoltendo le loro fila, risulterà la strada migliore per sopravvivere. Oltre alla normale fanteria saranno presenti anche degli avversari corazzati, soldati muniti di una speciale protezione di metallo ed equipaggiati con armi davvero devastanti. Ogni macro area che visiterete nel corso dello svolgersi delle varie vicende è stata strutturata in modo preciso e ben pensato. La distruttibilità ambientale torna padrona in quest’opera, permettendovi di adottare differenti tipi di “soluzioni” per abbattere coloro che si opporranno alla vostra avanzata. Battlefield 1, dunque, cerca di offrire un’esperienza soddisfacente a tutti i diversi tipi di videogiocatori, riuscendo a proporre un single player in grado di coinvolgere anche chi cerca qualcosa di più oltre il semplice “spara a volontà”.

La componente multiplayer di uno sparatutto moderno viene considerata il cuore pulsante del titolo e delle produzioni in generale, tenendo poco conto delle campagne meritevoli che accompagnano il tutto. Come vi abbiamo spiegato qualche riga più su, il single player di Battlefield 1 non è un semplice gregario in termini di qualità, anzi. Tuttavia, le nove gigantesche mappe, la nuova modalità Operazioni e le classiche Corsa e Conquista ci introducono al classico multiplayer di DICE. Battlefield 1, in questo, non si discosta molto dagli ultimi capitoli, riuscendo a regalare un’esperienza di gioco del tutto diversa da altri prodotti sul mercato. Purtroppo, negli ultimi tempi, il team svedese ci ha abituato a titoli non impeccabili al lancio, con problemi di netcode, lag e bilanciamento. Nonostante i feedback della beta, tutto ciò si è verificato anche al netto della 1.02 su PlayStation 4, versione da noi testata. Andiamo con ordine, senza fare confusione. Con Battlefield 1 assistiamo ad un titolo potenzialmente superbo, in termini di map design e immersività, ridotto al solo “buono” a causa degli innumerevoli problemi che ne affliggono il PvP. Il frame rate, su PS4, è a dir poco instabile, nonostante il titolo giri con risoluzione dinamica passando da 1600×900 a 1824×1026. Su Xbox One la risoluzione arriva persino a 1280×720 con un frame rate decisamente più gradevole. Nelle fasi concitate, il Frostbite singhiozza spesso, mostrando il fianco ad una scalabilità secca e decisa in certi scorci. Altri aspetti che singhiozzano fortissimo sono le hitbox e i respawn. Ci è capitato spesso di spawnare già praticamente morti, scegliendo come punti di spawn le bandiere in Conquista nonostante fossero libere. Le hitbox sono da rivedere: i cecchini hanno subito un restyling per quanto concerne la loro balistica per agguantare ulteriore pubblico meno avvezzo alla “simulazione” delle traiettorie, però capita spesso di colpire la sagoma del bersaglio e ottenere l’uccisione e sparare al bersaglio senza che subisca alcun danno.

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Ciò che resterà sarà l’immedesimazione in un conflitto sporco, perpetuo e logorante, basato sui nervi e sui giochi di potere, sulla non volontà di combattere contro altri esseri umani catapultati in un mondo che non gli appartiene.

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Fortunatamente, non è tutto da buttare. Le nove mappe inserite nel pacchetto multigiocatore sono a dir poco enormi e ben pensate. L’immersività nell’ambiente è totale e la capacità di DICE nel ricreare un conflitto è da lodare. La velocità di gioco è lievemente aumentata rispetto ai capitoli precedenti e ciò non porta ad una simulazione certosina della prima guerra mondiale (per fortuna!). Al contrario, la sensazione è di vivere un conflitto logorante, ma non eccessivamente statico e tedioso. La modalità Operazioni spicca in termini di design e sicuramente è l’incarnazione della guerra in tutto e per tutto. La sensazione di perdere o conquistare i vari fronti è tangibile, toccabile con mano. Restano ben rodate le modalità classiche della serie come Corsa o Conquista che chiaramente offrono un’esperienza di gioco decisamente più coinvolgente ed entusiasmante in gruppo con amici, con un buon rispetto dei ruoli. Prima di addentrarci in un discorso meramente tecnico riguardante il bilanciamento del PVP, vogliamo spendere due parole per la nuova modalità introdotta da DICE: Operazioni. Lo studio di Stoccolma, in questo caso, ha fatto davvero centro. Con un paio di patch si potranno sistemare i problemi legati alle varie hitbox e i vari singhiozzi del frame rate andranno a diluirsi nel corso del tempo. Ciò che resterà sarà l’immedesimazione in un conflitto sporco, perpetuo e logorante, basato sui nervi e sui giochi di potere, sulla non volontà di combattere contro altri esseri umani catapultati in un mondo che non gli appartiene.

Per quanto concerne il bilanciamento, molte armi risultano essere preponderanti rispetto ad altre in diverse situazioni. Tuttavia, per i motivi spiegati sopra è difficile giudicare quanto sia bilanciato il tutto, a causa di hitbox fallate. Come al solito, al fronte saremo chiamati ad utilizzare una classe (ruolo) che sarà impattante sul risultato finale dello scontro. Assaltatore, Medico, Supporto e Cecchino. Il rispetto dei ruoli e la loro interpretazione sarà la chiave della vittoria. Un cecchino posizionato nei punti corretti durante la difesa in Operazioni potrà risultare fatale per sperare di vincere e sfiancare le truppe nemiche. Chiudiamo dunque la nostra recensione tirando le somme su Battlefield 1. L’ultima fatica di DICE è un prodotto valido, denso di contenuto di qualità. Permea comunque una grossa sbavatura sulla tela su cui gli sviluppatori hanno dipinto la Grande Guerra. Nulla che non si possa arginare, ed è per questo che siamo fiduciosi. Rimane il fastidio di trovare per l’ennesima volta un prodotto che, aggiornato alla 1.02 su PS4, non è ancora pronto per essere investito con un’eccellenza piena. Il grande lavoro svolto sul fronte della ricerca stilistica e sulla ricostruzione del conflitto nella campagna è encomiabile. Nel complesso crediamo fortemente di essere di fronte ad un grande gioco che sarà ancora più godibile nel corso dei mesi successivi, quando arriveranno patch correttive per i problemi legati principalmente al multigiocatore.