Recensione Skylanders Imaginators

Il genere dei “toys to life”, che vi piaccia o meno, ha sicuramente sconvolto il mercato dei videogiochi. Il capostipite è stato Skylanders, che nel 2011 arrivò come un fulmine a ciel sereno dimostrando come fosse possibile far interagire dei veri e propri giocattoli con il mondo virtuale. Da allora ci sono stati diversi competitor, e alcuni nonostante l’enorme potenziale come Disney Infinity hanno preferito abbandonare, altri invece come LEGO Dimensions sono entrati di prepotenza, altri ancora come Nintendo con i suoi Amiibo hanno proposto un approccio differente. Il mercato dimostra come questo genere sia sempre apprezzato sia dai piccoli che dai grandi, de puntuale come ogni anno ecco arrivare una nuova incarnazione del brand da cui è partito tutto. Skylanders Imaginators è quindi tra noi, ma sarà stato all’altezza delle aspettative?

Il motto di Skylanders Imaginators è “libera la tua immaginazione”. La principale novità del gioco infatti è quella di poter creare da zero il proprio Skylander personale grazie ad un vastissimo editor. Una volta posizionato il Cristallo di Imaginite contenuto nello Starter Pack sulla piattaforma ci viene chiesto di scegliere la classe del nostro personaggio, una scelta che dobbiamo ponderare attentamente perché definitiva. Skylanders Imaginators riprende uno stile da RPG, e ogni classe ha poteri, armi e abilità uniche, come ad esempio l’Avventuriero (quello che ho scelto io) è armato di due lame e punta tutto sul combattimento ravvicinato e sulla velocità, mentre altri come Arciere, Bazookista e Pistolero preferiscono attacchi dalla lunga distanza. Ogni statuina del Cristallo di Imaginite può contenere solo uno Skylander personalizzato, e ognuno ha anche un determinato elemento a seconda del colore. Quello presente nello Starter Pack ad esempio è rosso (molto carino inoltre l’effetto di illuminazione quando si mette sulla pedana) e dona al nostro personaggio poteri legati al fuoco, ma se volete Skylanders di acqua, vento, terra, luce e così via dovrete necessariamente acquistare altri Cristalli separatamente. L’editor ci permette di personalizzare il nostro personaggio in ogni singolo aspetto, come testa, braccia, busto, gambe, coda, orecchie e così via, anche se ad una prima occhiata la scelta non sembra così ampia. Gran parte dei “pezzi” con cui creare gli Skylanders possono essere infatti sbloccati durante il gioco, che in maniera piuttosto generosa ci fornisce dei bauli contenenti delle parti casuali con cui rendere il personaggio sempre più unico e stravagante. Nonostante ci siano sei set di equipaggiamento specifici niente ci vieta di mescolare parti tra le più diverse tra loro, con creazioni che possono passare dall’eroico al ridicolo in pochissimi passaggi. Volete fare un alieno con un occhio solo, il busto muscoloso, le braccia da zombie scheletrico, una gonnellina da principessa e una coda da coccodrillo? Nessun problema.

 

Non fatevi ingannare dalle apparenze, i ghiaccioli che ho equipaggiato al mio Gaetano sono armi più temibili di quello che sembrano.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, i ghiaccioli che ho equipaggiato al mio Gaetano sono armi più temibili di quello che sembrano.

Alcuni elementi hanno una mera funzione estetica, ma si possono sbloccare anche alcuni equipaggiamenti che influiscono sia sull’aspetto che sulle statistiche del nostro eroe. Questi si dividono in Comune, Raro, Mitico e Supremo, che oltre a determinare quanto siano difficili da trovare aumentano in maniera più o meno considerevole i valori di Attacco, Armatura, Velocità e così via. Ho notato tuttavia che il gioco tende ad elargire equipaggiamento di alto livello già nelle prime fasi di gioco, rendendo quindi completamente inutili (se non per un fatto collezionistico) alcuni elementi che si sbloccano in seguito di livello più basso. Infine si possono personalizzare anche le voci, creare un motto personale scegliendo tra diverse parole e frasi interamente doppiate in italiano (il mio è stato “Temete il potere della pizza!”, tanto per rendere l’idea di quanto possano essere assurde le combinazioni) e perfino selezionare un tema musicale che ci accompagnerà durante l’avventura. Anche in questo caso all’inizio la scelta è abbastanza limitata, ma dopo poche ore avremo a sbloccato già diverse opzioni aggiuntive. Anche le mosse e gli attacchi speciali possono essere personalizzati scegliendo tra quelli sbloccati e potenziati usando l’oro guadagnato sconfiggendo i nemici, inoltre se si possiede la statuina di un Sensei della nostra stessa classe si possono sbloccare dei potenti attacchi supremi.

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La principale novità del gioco infatti è quella di poter creare da zero il proprio Skylander personale grazie ad un vastissimo editor.

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I Sensei sono una nuova tipologia di Skylanders introdotti in questo capitolo, e nello Starter Pack si trovano già incluse le statuine di King Pen (classe Attaccabrighe elemento Acqua) e Golden Queen (classe Stregone elemento Terra), ma se volete la collezione completa preparate il vostro portafoglio, perché in totale ci sono ben 31 Sensei. Purtroppo come gli appassionati sanno bene i titoli toys to life sono decisamente dispendiosi se si vogliono sfruttare al 100%, anche perché alcune zone di gioco e livelli possono essere affrontati solo se si possiede un determinato tipo di statuina. Ogni Sensei posseduto inoltre aumenta il livello massimo raggiungile dal nostro Skylander personale, oltre a poter essere loro stessi potenziati e utili in diverse occasioni. Come da tradizione è possibile utilizzare anche Skylanders dalle precedenti edizioni, ma il loro appeal è praticamente nullo visto che non possono essere migliorati o personalizzati con l’equipaggiamento sbloccato.

Ecco il contenuto dello Starter Pack base
Ecco il contenuto dello Starter Pack base

Dal punto di vista del gameplay in realtà c’è molto poco da dire. Se l’editor e i Sensei sono un passo in avanti il gameplay invece ha fatto un passo indietro, non osando nulla e tornando alla formula già rodata dei primi capitoli. Non che sia necessariamente un male, infatti il gioco si presenta come un action adventure con elementi puzzle piuttosto lineare ma piacevole, specialmente se si considera il target di riferimento dei più piccoli, mentre gli adulti potrebbero avere qualcosa da ridire per gli enigmi fin troppo elementari e il livello di sfida dei combattimenti piuttosto basso. I più grandi tuttavia potrebbero trovare un valido motivo nella nuova mascotte introdotta, ovvero l’intramontabile Crash Bandicoot. Prima del suo ritorno con la trilogia originale rimasterizzata infatti l’amato marsupiale fa visita al mondo di Skylanders come Sensei, ed è possibile acquistare uno speciale Starter Pack che include anche la sua statuina e quella del dottor Neo Cortex. Crash è protagonista di un livello tutto suo pieno di riferimenti ai giochi classici, e anche le sue mosse saranno sicuramente familiari ai fan. Purtroppo no ho potuto ancora provarlo in prima persona poiché la versione mandata per la recensione non includeva il personaggio, ma se siete curiosi ne ho già parlato nella mia anteprima del gioco dopo averlo visto i azione all’E3 di quest’anno. Anche al trama non presenta grandi stravolgimenti, con il già conosciuto Kaos che cerca in tutti i modi di conquistare le Skylands grazie ai Doomlanders, e il nostro compito sarà quello di fermarlo nuovamente. Sul versante grafico Skylanders Imaginator risulta ancora a standard già visti, e lo stile cartoonesco ci offre ambientazioni e persononaggi abbastanza definiti, anche se sicuramente non viene sfruttato del tutto l’hardware delle attuali console.

Crash porta il suo carisma nel mondo di Skylanders
Crash porta il suo carisma nel mondo di Skylanders

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Se l’editor e i Sensei sono un passo in avanti il gameplay invece ha fatto un passo indietro, non osando nulla e tornando alla formula già rodata dei primi capitoli.

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In conclusione Skylanders Imaginators è un prodotto che non osa quasi nulla sul fronte del gameplay, ma che riesce comunque a divertire e appassionare soprattutto i più piccoli, ma anche i più grandi potrebbero dargli una possibilità soprattutto per la presenza di Crash. L’idea di creare uno Skylander personalizzato è sicuramente valida e realizzata in maniera ottimale, anche se il fatto di poter avere un solo personaggio a Cristallo rendere l’esperienza piuttosto limitata… a meno che ovviamente non siate disposti a spendere per ulteriori Cristalli e provare tutte le varie classi e combinazioni. Avrei preferito che gli sviluppatori introducessero delle novità anche sulla formula di gioco che, seppur sempre funzionale, ormai inizia a sentire il peso degli anni. E’ vero che un grosso avversario come Disney Infinity si è ritirato, ma il nuovo arrivato LEGO Dimensions ha dimostrato come si possa essere molto più creativi e sfruttare le statuine in diversi modi originali, per cui se la serie di Skylanders vuole continuare a sopravvivere serve qualcosa in più il prossimo anno.