Provato Downward

Il mercato videoludico, in continua espansione e ricco di interessanti titoli, racchiude una realtà, vasta per numero ma piccola per budget e personale. Mentre le opere più grandi come ad esempio: Uncharted 4, GTA 5 e Gears of War 4 hanno bisogno di un grande budget per essere portati a termine, oltre che un gran numero di persone, per i giochi più piccoli e indipendenti il discorso cambia. Una delle particolari differenze che contraddistingue gli Indie è la loro libertà creativa che, in molte occasioni, ha permesso loro di uscire fuori dal proprio bozzolo. Oggi punteremo il nostro sguardo verso un prodotto italiano realizzato da Caracal Games, Downward. E’ dunque il momento di scoprire cosa ne pensiamo.

Il videogioco basa il suo gameplay sul parkour , elemento predominante che ci permetterà di spostarci all’interno del mondo realizzato dagli sviluppatori. La tematica presa in considerazione per realizzare la trama, e di conseguenza il level design, è l’apocalisse. In questo caso però, non stiamo parlando della classica fine del mondo in cui i morti camminano tra i vivi ma bensì qualcosa che si discosta totalmente da questa visione. La distruzione, questa volta, arriva dall’alto, più precisamente dallo spazio. Lo so cosa starete pensando, la solita invasione aliena e invece no. Gli artefici di tale distruzione sono dei pianeti che, per motivi ancora sconosciuti, hanno cominciato ad orbitare intorno alla Terra. Le sezioni platforme si discostano da quelle di molti altri prodotti grazie agli effetti dei misteriosi pianeti, infatti ogni qualvolta che sposteremo quest’ultimi, grazie all’utilizzo di uno speciale macchinario in grado di compiere tale operazione, l’ambiente che ci circonda cambierà.

L’effetto di questi corpi celesti non comporta solamente le suddette modifiche ma anche le anomalie. Ebbene si, saranno presenti anche le anomalie, fenomeni particolari che saranno collegate in maniera diretta con il parkour, in grado di diversificare le azioni da compiere per superare un determinato ostacolo. Il nostro personaggio è provvisto di un sistema di abilità che ci permetterà di sbloccare capacità che ci consentiranno di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Vista la natura di Downward, gli sviluppatori hanno pensato ad un modo per rendere l’esperienza fruibili a tutti, implementando delle meccaniche “semplificate”. Lasciando un segno a terra poco prima di una sezione più complicata, avremo la possibilità, premendo un apposito tasto nel momento in cui falliremo un salto, di ritornare al punto contrassegnato. Badate bene, questa capacità non potrà essere sfruttata all’infinito e dopo un tot di utilizzi dovrà essere ricaricata in apposite postazioni capaci anche di curare il nostro personaggio.

Oltre a dover superare gli ostacoli ambientali che troveremo lungo il nostro cammino, dovremo affrontare anche dei nemici provvisti di uno speciale “nucleo”. I combattimenti non sono basati sulla pura forza bruta, bensì su riflessi, schivate e ingegno. Per poter abbattere questi avversari bisognerà privarli del suddetto “nucleo”, scoperto e vulnerabile solamente in alcuni momenti. In conclusione Downward si presenta come un prodotto che non vuole solamente far divertire i videogiocatori, infatti tra scorci in grado di far provare emozioni e un gameplay, si semplice ma anche di buona fattura, punta a conquistare un posto nel cuore di coloro che sapranno apprezzarlo. Non ci resta che aspettare il momento in cui potremo provarlo fino in fondo.