Non sono in molti a sapere che Gauntlet nacque idealmente dalla costola del progetto Dandy: un titolo sviluppato in ambito amatoriale da John Howard Palevich e prodotto da Atari nel 1983 sotto il nome Dark Chambers per i vari formati del VCS. L’idea di basare l’intera formula di gioco su uno schema multiplayer a 4 giocatori, come pure le rispettive sfumature fantasy, furono infatti introdotte proprio da quest’ultimo, salvo essere poi ampliata e perfezionata da Ed Logg solo in un secondo momento.
Sia come sia, quandoil primo Gauntlet giunse in Sala, nel lontano 1985,gli utenti dell’epoca sarebbero stati letteralmente fulminati dalla singolare struttura del suo Coin Operator.
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Sviluppato da Atari stessa per favorire la speciale impostazione concettuale prevista, esso ospitava difatti ben 4 postazioni Joystick in modo da garantire ad altrettanti utenti la possibilità di prendere parte all’avventura. Opportunamente divisi secondo un ordinamento ispirato alle più comuni classi presenti nel mitico Role Playing Game cartaceo di Gary Gygax, i personaggi disponibili presentavano qualità e caratteristiche sensibilmente diverse l’uno dall’altro in modo da soddisfare le esigenze “strategiche” di ogni gamer: al contrario di quanto si potrebbe pensare ad un primo sguardo, la struttura del gameplay di Gauntlet non si limitava d’altronde a rappresentare solo una versione medioevale dei comuni shot ‘em up. In relazione alla presenza di un numero sensazionale di nemici per ogni stanza dei dungeon e alla sorprendente varietà dei poteri a disposizione di ogni categoria di avversario, il superamento degli stage avrebbe di fatto implicato delle sfumature tattiche, nonché una certa propensione al gioco di squadra.
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Impreziosite ulteriormente da elementi innovativi come la voce di un narratore dedicata dispensare preziosi suggerimenti strategici, le partite a Gauntlet divennero una specie di mania per tutti i frequentatori delle sale giochi dell’epoca, nonché uno dei più grandi successi di mass-market mai registrati da un videogame. Volendo giocare un po’ con suggestioni e cifre, potremmo senz’altro attribuire al classico di Ed Logg ogni sorta di merito storico: per come la vedo io, la sua maggiore conquista fu e rimane in ogni caso quella di aver ridefinito il concetto di multiplayer, spianando di fatto la strada ai progressi che hanno fatto di questa particolare modalità di gioco il vero motore dell’industria contemporanea.
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