Il nostro incrociatore spaziale, armato con cannoni laser a lunga distanza, รจ stanziato lรฌ, in quella fascia di asteroidi. Granzie alle armi a lunga gittata di cui disponiamo, noi possiamo vedere la flotta nemica pur rimanendo a riparo e, soprattutto, possiamo colpirla, un lusso che gli altri non possono concedersi. Calibriamo l’arma e facciamo fuoco di sbarramento sui vascelli nemici di grande dimensioni ma improvvisamente la nostra โbestia spazialeโ riporta dei danni: siamo sotto attacco da parte di alcuni incursori nemici. Velocemente, le piccole navi sciamano intorno alla nostra posizione, proviamo a prenderle di mira ma le nostre armi sono troppo lente e troppo inefficienti dalla corta distanza e ciรฒ, in breve, decreta prima il nostro declino e poi la nostra morte, trasformando la nostra astronave in un cumulo di macerie fiammeggianti. Questo tipo di emozioni sono proprie solo degli eroi della fantascienza, e di chi ha provato, come noi, Dreadnought di Grey Box Games, il nuovo free to play che porta i combattimenti di War Thunder nello spazio.
Il gioco dei creatori di Spec Ops: The Line ci pone sul ponte di comando di una nave appartenente ad una delle 5 classi disponibili. Abbiamo, ad esempio, le Corvette in grado di ricoprire grosse distanze in poco tempo, le navi d’artiglieria in grado di colpire nemici da lunga distanza, i veloci Jet che sfruttano l’elevata cadenza di fuoco e cosรฌ via, tutte soluzioni che offrono dei pro e dei contro al giocatore e che permettono di interpretare la battaglia a modo proprio. Dato che ogni astronave si esprime meglio in determinati contesti e nel corso delle battaglie queste condizioni possono spesso cambiare in base al comportamento dei nostri alleati e nemici, ad ogni morte ci รจ permesso cambiare nave con una di quelle presenti nelle nostre officine. Nel corso della nostra prova ad esempio abbiamo dispensato morte e distruzione a mantenendoci le distanze grazie al nostro incrociatore d’artiglieria per poi decidere di sfruttare un Jet leggero una volta che i giocatori avversari hanno iniziato a prenderci di mira andandoci a stanare, e uccidere, piรน e piรน volte. Questo tipo di esigenza di adattamento alle condizioni della battaglia ricorda molto quella presente in Overwatch e impreziosisce sicuramente il titolo sotto il punto di vista tattico.
La modalitร da noi provata รจ solo una di quelle che saranno presenti nel titolo finale e ha visto fronteggiarsi due squadre di cinque giocatori in quello che puรฒ essere riassunto come un semplice deathmatch a squadre. La nostra esperienza non รจ perรฒ iniziata direttamente sul fronte, bensรฌ dalle officine, una serie di menรน in cui personalizzare le varie navi da portare in battaglia. Come abbiamo giร detto i veicoli sono divisi in diverse classi e godono tutte di un ulteriore e piรน profondo grado di personalizzazione da parte dei giocatori che possono decidere che equipaggiamento montare su di esse. Questo tipo di aggiunte, sbloccabili esclusivamente giocando piรน partite con la stessa nave, non solo permettono ad ogni capitano di approfondire ulteriormente il livello tattico della partita ma risultano visibili sul corpo della propria nave, una chicca che sicuramente farร la felicita degli estimatori del genere.
Una volta completata la fase preparatoria, lo scontro รจ iniziato e, mentre la versione finale del gioco comprenderร anche scenari ambientati nello spazio, ad accoglierci abbiamo trovato la superficie di un pianeta desertico, composta da gole, canyon e grossi ripari. Tutte queste alture e anfratti naturali ci hanno permesso di giocare di tattica sfruttando le nostre quattro abilitร , ovvero le armi montate in precedenza nell’officina, in maniera opportuna alle diverse situazioni. Eh giร , perchรฉ tutto l’equipaggiamento citato in precedenza non costituisce solo un orpello estetico, ma funziona proprio come le classiche โabilitร โ di un GDR, con specifiche proprie e un cooldown che ne impedisce l’utilizzo continuo, regolamentando il tutto con un sistema di ricarica. Oltre a queste armi, ogni nave รจ dotata di tre differenti โassettiโ che permettono di dare potenza rispettivamente ai motori, agli scudi e agli armamenti, scelta che permette di potenziare la velocitร della nave, la difesa o la potenza di fuoco. Nonostante l’elevato livello di personalizzazione e la grossa varietร di tipologie di navi acquistabili, il gameplay risulta essere piรน arcade rispetto ai titoli del colosso WarGames (War Thunder e affini) ma ha comunque una curva di apprendimento discretamente ripida.
Dal punto di vista grafico il titolo sfoggia un comparto tecnico di tutto rispetto, immergendo il giocatore in spettacolari battaglie spaziali grazie ai numerosi e curati effetti particellari e alle navi ultra dettagliate, specialmente nella modalitร officina che ci permette di esaminare i vari modelli dei nostri veicoli. L’Unreal Engine 4 sfoggia davvero i muscoli in questa produzione, seppur due piccoli difetti siano riscontrabili nell’assenza di un sistema dinamico di danni allo scafo e un UI forse non sempre chiara nelle notifiche date al giocatore.
Dreadnought si prepara allo sbarco su PC entro fine anno e, con una relese ormai prossima, si conferma essere molto promettente. A decretare il successo o il fallimento del titolo sarร il supporto che gli sviluppatori daranno al loro prodotto, cosรฌ come il bilanciamento delle varie armi e navi e la validitร del sistema di matchmaking, tutti elementi fondamentali per un free to play. Le meccaniche di base ci sono, cosรฌ come la nostra fiducia, ora confidiamo che Yager possa rifinire i dettagli, offrire diverse modalitร di gioco e curare quanto detto sopra.
Clicca sulla copertina per leggere