Avete mai provato a riaffrontare le vostre vecchie paure? Ad esempio, da adulti, vi siete mai avvicinati a quell’angolo oscuro della vostra casa, quell’anfratto sotto il vostro letto o quel vicolo buio, che anni e anni fa vi faceva tremare come un fuscello? Se lo avete fatto, con molta probabilità vi sarete resi conto che quello spazio che vedevate da bambini non esiste più e che quella tana di mostri e incubi è in realtà assolutamente innocua. Little Nightmares, gioca proprio su questo concetto, ponendoci nei panni di una bambina alle prese con le sue, e le nostre, paure. Noi questa bambina l’abbiamo conosciuta, così come abbiamo conosciuto gli sviluppatori di Tarsier Studios, e siamo pronti a raccontarvi come è andata.
Alcune voci dicono che, puntualmente nell’oscurità, si presenti una creatura marina chiamata The Maw, una bestia che assorbe dentro di sé i naufraghi che hanno la sventura di incontrarla. Nessuno è mai riuscito a tornare vivo dall’incontro con questo mostro e si da il caso che lo stesso destino sembri toccare a Six, misteriosa ragazza dai piedi scalzi e l’impermeabile giallo e che ora si trova invischiata in questa tetra situazione. Lo scopo è quindi solo uno: sopravvivere e fuggire, un’impresa che ci vedrà passeggiare, strisciare e scappare a perdifiato all’interno della variegata e strana prigione in cui siamo rinchiusi. Si tratta di un mondo immaginario, ingigantito (letteralmente) dalle paure e fobie di una piccola bambina sperduta nell’ignoto, un reame di ombre e pericolosi personaggi, ma anche un enorme parco giochi con cui sperimentare interagendo con oggetti e elementi dello scenario.
Quanto citato poc’anzi è bene o male il cuore oscuro di questo adventure game: si risolvono enigmi che richiedono spesso l’interazione con lo scenario o l’esplorazione del mondo di gioco, si evitano pericoli e si procede verso il prossimo incubo, inconsapevoli di cosa possa attenderci tra le ombre. Nonostante Little Nightmares non sia un free roaming e il gioco tenderà sempre a mantenerci sempre su un binario, è possibile concedersi un po’ di esplorazione anche solo per scoprire cosa c’è dietro il prossimo angolo. Proprio questo senso di “scoperta” è il vero motore del titolo e se gli enigmi ed il gameplay generale sono infatti abbastanza semplici dal punto di vista delle complessità delle meccaniche, l’intera atmosfera risulta invece estremamente evocativa e in grado di generare empatia con il giocatore. Ogni pericolo affrontato da Six rappresenta in realtà una delle tante paure che tutti noi abbiamo avuto da piccoli: dal timore del buio ai rumori sinistri e sconosciuti, dalla notte ai mostri, ce ne è davvero per tutti i gusti in un vero e proprio “buffet di incubi”. Va detto, qualora non fosse ancora chiaro, che non si tratta di un gioco horror secondo la classica accezione del termine, ma più di uno “teneramente inquietante”, di una tetra favola che si fa venire i brividi, ma con delicatezza.
Quando il giocatore non è impegnato ad affrontare le proprie paure del passato sopraggiungono invece le parti più concrete del titolo in cui siamo chiamati ad interagire con oggetti spostandoli per lo scenario, saltare e ragionare. Di diverso tipo rispetto alle sfide mentali sono invece quelle più fisiche costituite dai nostri aggressori, quelle creature che, se allertati, ci daranno la caccia. La piccola Six non è dotata di armi, se non la sua agilità e piccola statura, quindi in questi malaugurati casi non ci rimane altro da fare che giocare al gatto con il topo, dandoci alla fuga e cercando un riparo. Nel corso della demo da noi provata abbiamo, per esempio, avuto la sfortuna di incappare in un cuoco “un po’ particolare” e che ci percepiva come intrusi nella sua cucina, per questo motivo siamo stati costretti a scalare credenze e nasconderci sotto i tavoli, far perdere le nostre tracce e a procedere poi di soppiatto verso la più vicina via di fuga.
L’incubo è finito, per ora, e possiamo dire che non ci dispiacerebbe affatto fare di nuovo questo brutto sogno. “Brutto” infatti, Little Nightmares lo sembra solo di nome, mentre l’esperienza di gioco ci è apparsa davvero pregevole e intrigante. A conti fatti ci ricorda un po’ un incrocio tra l’Unravel di EA e il Limbo sviluppato da Playdead, un prodotto che non piacerà sicuramente a tutti ma con un’identità forte e marcata. Il successo dell’esperienza risiederà tutto nella creatività degli sviluppatori e in cosa essi decideranno di nascondere tra le ombre, un qualcosa che scopriremo solo nella primavera del 2017, quando il gioco uscirà per PC, PlayStation 4 e Xbox One