Lungo il normale corso evolutivo di ogni genere videoludico, lo scorrere delle cose è ciclicamente sconvolto dall’arrivo di opere capaci di elevarsi al di sopra di ogni eventuale prodigio: titoli in grado di sconvolgere radicalmente i panorami del settore e ridefinirne di colpo usi e dogmi concettuali. Half-Life è uno di questi. Proprio quando pensavamo dunque di aver compreso tutto; nello stesso istante in cui ritenevamo di aver assimilato ogni esperienza di gioco possibile sull’onda di innumerevoli capolavori ed altrettante rivoluzioni, il il titolo della Valve fece irruzione nel mondo degli FPS con la forza di un tornado, lasciandosi alle spalle soltanto i resti di una vecchia cittadina da troppo tempo assuefatta all’ordinario. Nel a risvegliare ogni più sopito entusiasmo, esso ci schiuse i confini di una nuova frontiera concettuale in cui anche i videogame più dinamici potevano finalmente avvalersi del supporto di una narrativa matura ed articolata.
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Lontani dalle lineari bagarre di un “semplice” Doom, prigionieri di un male ben più tangibile perché scaturito dalle stesse mani dell’uomo e non da immaginifici inferi vermigli, ci riscoprimmo vicini al vecchio Gordon Freeman più di qualsiasi altra star dei poligoni. Noi, insieme: insospettabili “normal man” che diventano eroi per necessità e non per sacra investitura. Aggrappati ad armi di fortuna, vulnerabili come non mai, avremmo scoperto che l’FPS poteva anche non ridursi a una semplice pioggia di piombo: potevamo pensare prima di sperare; anteporre la ragione all’istinto e trovare, una volta tanto, nell’astuzia molte delle soluzioni che i proiettili non ci avrebbero mai assicurati. L’incubo di Black Mesa si trasformò così nel battesimo della narrativa videoludica moderna e il semplice hardcore gamer si riscoprì di colpo assetato di emozioni come forse non lo era mai stato prima di allora.
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Con oltre 50 Awards a far bella mostra di sé sulla propria bacheca, gli elogi spassionati di ogni esperto del settore e l’approvazione incondizionata di milioni e milioni di fan sparsi in tutto il mondo, Half-Life è senza ombra di dubbio uno dei titoli più rilevanti degli ultimi 25 anni e questo primato assume un valore persino maggiore se rapportato agli ulteriori traguardi conseguiti dal suo sequel. Se girando per rete e dintorni non avevate mai compreso del tutto cosa spingesse tutta quella gente a parlare di una terza iterazione del brand quasi sottovoce, neanche si trattasse dell’avvento di un nuovo messia, ora dovreste avere le idee un po’ più chiare.