[E3 2016] Furi: l’hands-on di VMAG

Furi possiamo considerarla una di quelle sorprese che ci ha colpito in positivo. Non perché qualitativamente si rivela essere una spanna rispetto ad altri titoli, quello lo potevamo immaginare, ma perché decide di rischiare, proponendo nuove idee e compiendo scelte che, da un punto di vista puramente di mercato, saranno state difficili da decidere in maniera definitiva. Durante L’E3 ci siamo dovuti spostare agli stand dedicati di Sony per poter parlare con gli sviluppatori del titolo, noti come The Game Bakers, e conosciuti per aver sviluppato la serie di Squids, riuscendo a provare la prima bossfight di un titolo che, a detta del team stesso, proporrà unicamente combattimenti simili, in un tripudio di bullet hell, sangue freddo e tanto, tanto divertimento!

Furi comincia senza fronzoli, facendoci vedere direttamente quello che sta succedendo al protagonista. Abusati e tormentati da un carceriere a tre teste e vestito da samurai, ci troveremo presto liberati da una figura che si nasconde dietro ad una maschera da coniglio, apparentemente senza spiegarci alcunché. Da quest’incipit possiamo già capire come il design dei personaggi sia stato curato a dovere, e non è certo per puro caso. Questo specifico lavoro è stato gestito, infatti, da Takashi Okazaki, noto per aver illustrato Afro Samurai, un manga riconoscibile per lo stile grafico. Furi risulta quindi particolare, anche se non arriva ad eccellere nel comparto grafico. Detto questo, le collaborazioni non finiscono qui, e sarebbe folle nominarle tutte, ma per il resto parliamo di artisti e musicisti che si sono dati da fare per fornire una colonna sonora che potesse coinvolgere il giocatore oltre ogni limite. Noi vi consigliamo di ascoltarla, magari provando un altro videogioco. Siamo sicuri che, qualsiasi attività starete facendo, la colonna sonora di Furi riuscirà a darvi una scarica di adrenalina in più! Un pò come fece Metal Gear Rising: Revengeance ai tempi della sua uscita nei negozi.

Tralasciando il comparto grafico e quello artistico, è nel sistema di gioco che Furi arriva a splendere e a risultare unico, nella miriade di titoli blandi e incentrati nel seguire delle orme già definite ed esplorate. Cominceremo subito a batterci contro il carceriere, che farà da tutorial, e potremo già capire alcuni particolari del gameplay. Furi fa parte di quei videogiochi che seguono il motto easy to learn, hard to master. È infatti piuttosto semplice nelle meccaniche di gioco, ma diventa ostico quando si cerca di utilizzarle contro le diverse bossfight, che risultano variegate e diverse in qualsiasi caratteristica; a partire dal moveset fino ad arrivare alle fasi. I combattimenti saranno, difatti, intervallati da una versione potenziata e a tempo del nostro avversario, che utilizzerà combo esclusive. È difficile dire se Furi è stato sviluppato altrettanto bene nelle sue fasi finali, ma bisogna ammettere che, da quel poco che abbiamo visto, ci siamo trovati dinnanzi ad un titolo pressoché perfetto e, soprattutto, unico.

Riuscirà Furi a conquistare il grande pubblico, nonostante la difficoltà singolare?
Riuscirà Furi a conquistare il grande pubblico, nonostante la difficoltà singolare?

Come collocheremmo, quindi, Furi? Al momento c’è poco da dire, visto che il nostro hands-on sarà durato sulla mezz’ora scarsa, ma bisogna ammettere che il titolo di The Game Bakers trasuda hype da ogni poro. Abbiamo un mangaka noto per il suo stile unico, dei compositori abbastanza rinomati ed un sistema di gioco che, se non si è mai visto, poco ci manca. Furi non sarà per tutti, vista la sua struttura peculiare che prevede solamente bossfight, ma riuscirà a convincere qualsiasi giocatore che vorrà un’esperienza ardua, completa e, finalmente, diversa da molte altre. Furi uscirà il 5 luglio di quest’anno su PlayStation 4 e PC, e da lì capiremo in maniera definitiva se arriverà, o meno, a solidificarsi come quel gioiello grezzo che tanto abbiamo descritto in queste righe.

 

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