Il pomeriggio dell’ultimo giorno di showfloor in quel dell’E3 lo abbiamo trascorso quasi interamente da Devolver Digital, publisher che negli ultimi anni si sta ritagliando una fetta sempre più importante e ricca all’interno della nostra beneamata industria. Titoli promettenti e sviluppatori spesso molto giovani e motivati, fanno di Devolver un bellissimo stand in cui trascorrere il proprio tempo. Birra di tre tipi, bevande gelate e hot dog con jalapenos totalmente offerti dalla casa rendono l’atmosfera accogliente e goliardica. Tutto questo contornato da postazioni di gioco all’avanguardia. Su un PC di ultima generazione abbiamo messo le mani su Shadow Warrior 2, guidati dal Lead Writer e altri sviluppatori. Chi come me ha giocato in passato il primissimo capitolo sa benissimo di cosa sto parlando. Il reboot di qualche tempo fa ha risollevato l’interesse verso il genere degli fps che negli ultimi anni ha, grazie a Call of Duty e Battlefield, preso per mano il giocatore rinunciando alla brutalità dei primi esponenti del genere.
Shadow Warrior è una pietra miliare degli sparatutto in prima persona. Il secondo capitolo, in uscita su PlayStation 4, Xbox One e PC, ha tutta l’intenzione di risollevare il brand per far tornare il franchise in sella ai migliori purosangue. Ho detto l’altra parola magica: sangue. Non avete idea di quanto sangue ci sia in Shadow Warrior 2. O meglio: vi ricordate il primo capitolo del 1997? Benissimo, esattamente così. Mentre giocavo in compagnia di altri 3 colleghi in co-op, notavo l’entusiasmo riflesso nelle risate degli sviluppatori mentre affettavo demoni con la mia spada o ne tranciavo gli arti con le armi disegnate dal team di sviluppo. Per avvicinarmi di più ai lettori giovani dirò una simil-bestemmia. Avete presente la cura sul design delle armi di Destiny? In Shadow Warrior 2 gli sviluppatori hanno curato ogni singolo pixel delle armi, pensandone accuratamente fuoco primario e secondario e alcune armi possiedono addirittura quattro o più modalità di fuoco in base alla posizione in cui saremo con il personaggio. La spada, per citarne una, può eseguire tre attacchi in base a come posizioniamo la levetta analogica sinistra o i comandi della tastiera assegnati al movimento.
Altro capitolo, altra chicca, altro ritorno al passato. Shadow Warrior 2 ha una trama principale ed è principalmente un open world con main quest e sub quest. Ciò che potremo fare è giocare la trama principale ignorando bellamente le missioni secondarie, ma in qualunque modo ci interfacceremo con il titolo noteremo una feature inserita volutamente dagli sviluppatori. Il background delle missioni è randomico. Possiamo affrontare la stessa missione dieci, quindici volte senza trovare mai lo stesso level design o lo stesso meteo, o la stessa posizione dei nemici. Ciò significa che la longevità di Shadow Warrior 2 schizza alle stelle, se pensate che ogni missione può essere affrontata in 4 giocatori. All’inizio non ci credevamo, ma quando abbiamo riavviato e provato e riprovato la stessa missione più volte, non trovandoci mai a riviverla passivamente abbiamo compreso che la feature può davvero essere la chiave per il successo del titolo, abbinata ad un gunplay già solidissimo e ambientazioni demoniache riuscite.
Per concludere, l’unico dubbio sul titolo rimane la narrativa che, a detta dello stesso Lead Writer, sarà comunque basata su un sistema piuttosto classico, alternando cutscene a gameplay, in un ritmo ben ponderato. Shadow Warrior 2 si poggia su basi solide con un gameplay sopraffino, ignorante e brutale. Il feeling con le bocche da fuoco (al momento oltre 10) è eccezionale. Non vediamo l’ora di ricevere il codice finale e tornare a squartare demoni.