Siamo stati ospitati da Paradox Interactive al padiglione di Tyranny, un interessante strategico isometrico che ha saputo catturare la nostra attenzione, soprattutto perché dietro allo sviluppo c’è Obsidan Enertainment, team che ha dato vita a titoli come Star Wars: Knights of the Old Republic II, Pillars of Ethernity e Fallout New Vegas… non proprio gli ultimi arrivati insomma. Una volta entrati nel padiglione troviamo ad accoglierci il simpaticissimo Alec Frey, uno degli sviluppatori di Tyranny, che ci spiega brevemente il background del gioco e cosa stiamo per provare.
La particolarità di Tyranny è quella di essere ambientata in un mondo fantasy dove il Male ha già vinto, e uno spietato Tiranno comanda tutto con il pugno di ferro. Pugno di ferro che viene rappresentato proprio dal nostro personaggio, uno Comandante dell’esercito che aiuta il Tiranno a governare il suo immenso dominio. Durante l’avventura avremo molti dialoghi e scelte morali da compiere, e il punto di forza di Tyranny è l’estrema libertà di scelta e diramazioni della trama. Possiamo ad esempio scegliere di essere giudice, giuria e boia aiutando il Tiranno ad insultare terrore nella popolazione e continuare il dominio, oppure ribellarci e tradire il nostro signore… ma ci sono una quantità impressionante di variabili che rendono l’avventura unica per ogni giocatore. Già nel piccolo assaggio di livello che abbiamo provato si è notato come il gioco abbia una narrativa profonda e variegata, ma procediamo con ordine.
Un gruppo di Ribelli ha conquistato una fortezza, e naturalmente il Tiranno è intenzionato a riconquistarla. Il malvagio dittatore decide di mandare due fazioni del suo esercito ad espugnarla, e se nessuna delle due riesce ad eliminare i Ribelli entro un mese ucciderà tutti gli abitanti della zona indistintamente… compreso il nostro personaggio a capo di uno degli schieramenti. Diventa quindi nel nostro interesse riconquistare il prima possibile la fortezza, e insieme ad altri 3 alleati iniziamo a guidare il nostro esercito verso i Ribelli. Il viaggio dura poco tuttavia, infatti all’inizio della presentazione l’esercito si trova bloccato davanti un portone sigillato dalla magia, per cui mentre gli Stregoni del Sangue cercano un modo di sciogliere l’incantesimo il nostro compito sarà quello di aggirare le mura e colpire i traditori sul fianco. Il party è formato dal nostro personaggi più altri 3 precedentemente reclutati: ad una prima occhiata si potrebbe identificarli nelle classiche razze dei giochi di ruolo, infatti c’è un Tank, un’Assassina e un Mago. Gli sviluppatori hanno tuttavia precisato che si tratta di classi miste, e che tutto dipende da come decidiamo di spendere i punti esperienza nello skill tree: possiamo quindi ad esempio avere personaggi specializzati unicamente nelle magie di cure, oppure mix di cure e incantesimi per avere particolari bonus, oppure un tank che può passare dallo scudo allo spadone a due mani e diventare una macchina di distruzione. In particolare i compagni reclutati avranno una sorta di “classe” di partenza che potrà essere personalizzata in seguito, mentre il nostro personaggio avrà una totale libertà fin dall’inizio.
Avviata la missione notiamo subito la classica visuale isometrica di titoli come Pillars of Ethernity, e chi ha già giocato al titolo di Obsidian si troverà facilmente a suo agio. Con pochi click si possono selezionare i vari personaggi da controllare (si può anche decidere di utilizzarne uno e lasciare gli altri all’intelligenza artificiale) e iniziare a scatenare i vari attacchi e abilità sui poveri ribelli. Ad eccezione degli attacchi base ogni abilità ha un determinato periodo di cooldown, mentre gli oggetti come ad esempio le pozioni sono legati ad un numero preciso di utilizzi. Anche la strategia tuttavia è fondamentale, anche perché molte abilità tra i personaggi possono essere combinate per avere effetti devastanti: ad esempio con il Tank si può eseguire una spallata che atterra per alcuni secondi il nemico rendendolo inerme, e l’Assassina può sferrare un attacco in salto che uccide quasi istantaneamente i nemici a terra con una pugnalata al collo. Da non sottovalutare anche la posizione dei personaggi, infatti si possono piazzare (o subire) trappole o essere impossibilitati ad attaccare se magari uno dei nostri compagni ci sbarra la strada in un vicolo stretto. Dopo aver massacrato tutto ciò che si muoveva il gruppo è arrivato davanti al capo dei Ribelli, e qui ho avuto una dimostrazione del sistema di dialoghi. La prima cosa che salta all’occhio sono i muri di testo che spesso ci si parando davanti, sia perché oltre ai dialoghi c’è anche una descrizione della scena e dei pensieri come se fosse un vero e proprio libro, sia per la grande quantità di opzioni disponibili. Ad un certo punto ad esempio dopo una frase era possibile scegliere tra ben 10 possibili opzioni per continuare, anche se alcune richiedevano un determinato livello nelle statistiche. Ad esempio prima del combattimento se si ha un valore alto di agilità di può scegliere di roteare la spada con movimenti acrobatici, così facendo una delle guardie del capo dei Ribelli si spaventa e scappa. Uno in meno. Dopo aver sconfitto il boss anche la seconda fazione arriva sul posto, ma dopo un dialogo accesso gli sviluppatori mi hanno mostrato come, volendo, si può anche decidere di tradire il Tiranno, infatti selezionando determinati dialoghi si può mandare al diavolo il comandante dell’altra fazione e uccidere tutti, diventando a nostra volta dei Ribelli.
La dimostrazione si è quindi conclusa, e non posso che essere intrigato da questo Tyranny. Il gameplay mi è sembrato piuttosto classico, ma ciò che mi interessa davvero è appunto il sistema di scelte multiple e come queste influenzino la trama. Gli sviluppatori non sono entrati nel dettaglio, ma considerata la mole di scelte sembra che il gioco abbia veramente un notevole libertà d’azione, per cui l’unico dubbio rimane come tutte queste cose riescano ad incastrarsi e quante siano effettivamente le scelte importanti che cambiano la storia. Conoscendo Obsidian sono piuttosto fiducioso nelle loro abilità di storytelling, per cui non resta che attendere l’uscita del gioco completo.