TMNT: Mutants in Manhattan: la recensione di VMAG

Quanta nostalgia che ho provato nel giocare nuovamente con le mitiche Tartarughe Ninja… i ricordi della serie animata degli anni novanta e soprattutto dei videogiochi su console 16bit sono riaffiorati velocemente, per un magico effetto “right in the childhood”. Le nuove Teenage Mutant Ninja Turtles o in breve TMNT sono figlie dei recenti fumetti dal mood sì più maturo e oscuro (siamo cresciuti e il target è ovviamente variato) e della sapiente mano di Platinum Games nei giochi action ad alto fattore spettacolare, che dopo il recente Transformers passa ad un altro franchise che ci ha segnato negli anni. Riusciranno a ripetersi nell’ottimo lavoro svolto con i robottoni?

Il nuovo gioco delle TMNT si rifà molto al’ultima fatica di Platinum e se lo avete già giocato avrete già idea di cosa aspettarvi: un hack’n’slash dal gameplay immediato, che vi getta nella mischia contro gli scagnozzi di Krang e Shredder in uno splendido cell shading, diviso in livelli chiamati fasi dove farsi largo a colpi di arti marziali fino ad arrivare al Boss finale. La principale novità sta ovviamente nel fatto che le Tartarughe sono quattro e fanno del combattimento combinato il principale punto di forza. Sono liberamente selezionabili e scambiabili in tempo reale ed ognuna ha attacchi differenti come le armi usate, uno leggero e uno pesante, uniti alle tecniche Ninjutsu che possono riversare sui nemici l’impatto di più tartarughe contemporaneamente. Ninjutsu delle TMNT chiaramente, quindi se vedete Michelangelo che balla come una Cheerleder sapete che non c’è da stupirsi!

TMNT
In battaglia potete prendere il controllo di una delle quattro tartarughe Ninja e scambiarle in qualsiasi momento

La sensazione che si immergendosi nell’azione di TMNT Mutants in Manhattan è tipica dei giochi targati Platinum, caratterizzata dal ritmo frenetico nella velocità d’azione, dalla musica elettronica e dal caos di effetti grafici che invadono facilmente tutto lo schermo. Pochi game over visto che i vostri compagni possono tirarvi su quando avete zero energia e si perde solo quando tutti e quattro sono KO. Tutto molto giapponese, uno stile che ha già “matchato” bene gli americani Transformers e fa bene anche in questo caso. Purtroppo alcuni problemi, pochi ma gravi, minano la qualità dell’intero titolo, che in fondo sa di occasione sprecata a guardare i lati positivi. Non è tutto da buttare, anzi. TMNT ha dalla sua elementi davvero di spicco, a partire dal cell shading estremamente curato dei personaggi, principali e non: Michelangelo, Leonardo, Raffaello e Donatello sono meravigliosamente realizzati, dettagliati e modellati. Riprendono fedelmente i recenti fumetti, con molti tratti scuri, così come i nemici, anch’essi ottimamente modellati. Anche le animazioni meritano, sia nel gameplay che durante le cutscene. Gli stage invece pur godendo di texture dettagliate e colorate sono povere di poligoni e fin troppo semplici per farsi apprezzare. Palazzi rettangolari e arene quadrate fanno perdere di fascino l’intero comparto tecnico. Peccato.

TMNT
Le cutscene mi sono piaciute tanto che vorrei vedere una intera serie animata così

La struttura dei livelli è molto semplice: prima di arrivare ad un Boss bisogna completare una serie di missioni randomiche per poi spostarsi in una arena dedicata al combattimento finale. Le missioni vanno dal semplice ripulire una zona dai nemici, al disinnescare una bomba o trasportare un oggetto da un punto all’altro. Alla fine otterremo un voto per la prestazione. Purtroppo la scarsa varietà delle missioni e la loro semplicità annullano l’effetto positivo del non avere mai un livello uguale ad ogni partita. I nostri eroi hanno grande libertà di movimento, possono fare salti doppi, correre sulle pareti, scivolare su fili e ringhiere e planare, ma non si ha mai la sensazione di dover sfruttare tutto questo in modo strategico per superare le missioni e divertirsi di conseguenza. Questo tende a rendere ripetitiva l’azione a schermo, con le quattro Tartarughe Ninja che picchiano legnate come se non ci fosse un domani e poco altro. Discorso a parte per i Boss. Questi hanno dei pattern d’attacco ben studiati che obbligano ad adottare una buona tattica per evitare le minacce ed mandare a tappeto i grossi nemici. Le battaglie sono molto divertenti e dure ma anche qui ci sono alti e bassi. Il percorso per arrivare al Boss risulta fin troppo semplice, paradossalmente grazie alla buona IA dei compagni che fanno un ottimo lavoro, mentre una volta arrivati all’arena del Bebop di turno, si instupidisce e difficilmente evita i suoi attacchi. Il nemico poi ha una barra della vita molto lunga e gli attacchi fanno davvero male. Una curva ripida che non mi ha convinto.

TMNT
I Boss sono duri da battere e l’IA amica non aiuta molto

Ogni stage di cui abbiamo parlato è liberamente selezionabile e affrontabile equipaggiando le tartarughe degli oggetti che troviamo in battaglia. Sono in tutto 9 (più un Boss segreto) e la loro durata va dai circa 12 minuti ai 20, sfruttando i continua a disposizione in caso di game over. Se fate due conti capirete che la longevità non è il punto forte di TMNT Mutants in Manhattan, che probabilmente vorrebbe puntare sulla rigiocabilità grazie alle missioni casuali dei livelli, ai collezionabili e così via, ma abbiamo già parlato della poca efficacia di questo. Tuttavia il gameplay riesce a divertire grazie alle tante mosse a disposizione dei ninja e alle Boss fight dure. In definitiva questo titolo non appassionerà i veterani degli hack’n’slash o gli hardcore gamer in generale, ma lo ritengo un ottimo casual game che può fare al caso a chi è in cerca di una partita veloce e sporadica con poco tempo a disposizione, o il pubblico dei più giovani per avvicinarsi a giochi d’azione ad alto ritmo. Non sarà il caso di gridare Kowabonga ai vicini di casa ma una pizza insieme alle simpatiche testuggini umanoidi ce la concediamo.

V MENSILE
Clicca sulla copertina per leggere
V008 Mensile