Dopo tanta attesa finalmente Overwatch è entrato nella vita di milioni di giocatori tra cui, ovviamente, anche la mia. Dopo l’anteprima di circa un mese fa, ora sono pronto per parlare più nello specifico di tutto ciò che c’è da sapere sul nuovo FPS arena marchiato Blizzard. Permettetemi di dire che anche questa volta Blizzard ha lasciato il segno, non solo perché è stata capace di riciclare parte di un progetto andato fallito creando una nuova IP, ma anche perché ha dimostrato di potersi imporre anche nel mondo degli sparattutto: da World of Warcraft a Starcraft, da Hearth Stone a Heroes of the Storm, Blizzard si è costruita un impero prendendo con sé molti dei generi videoludici più giocati online (Giochi di strategia, MMO, Moba e ora anche FPS).
Quello che rende Overwatch unico e che ha fatto sì che più di 9 milioni di giocatori lo provassero nell’open beta (senza mai un crash dei server, cosa non da poco) è il fatto che è un gioco immediato, facile da capire ma allo stesso tempo difficile da padroneggiare. Il gioco è ovviamente pensato per essere giocato da chiunque, esperti e non, ma allo stesso tempo dà  la possibilità a quei giocatori più hardcore, me compreso, di imparare e approfondire le tattiche, le meccaniche dei personaggi e la struttura delle mappe in un’ottica competitiva e più impegnativa. Come detto più volte, Overwatch riprende il genere dei MOBA, anche se le due squadre sono formate da 6 giocatori anziché 5 come di consuetudine; inoltre il fatto che ognuno dei 21 personaggi sia caratterizzato da due abilità specifiche e di una abilità speciale non sempre utilizzabile lo porta ad essere vicino al genere arena tanto quanto a quello FPS. Non tutti gli eroi sono uguali, poiché ognuno ricopre solo uno dei quattro ruoli all’interno della composizione di una squadra tra cui Attaccante, Difensore, Tank e Curatore.
La caratteristica che ha conquistato nel profondo i giocatori di tutto il mondo però è, a mio avviso, lo studio del design e del background di ogni personaggio, creando così delle icone nel mondo videoludico che rimarranno nel corso degli anni.Â
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Le voci inglesi sono decisamente ottime, tutte caratterizzano al meglio il personaggio interpretato, ma, sorprendentemente, il doppiaggio italiano mantiene fedelmente il livello della lingua originale risultando, a volte, anche meglio.
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Prima di entrare nel cuore delle meccaniche di gioco, vorrei spezzare una lancia in favore sia del comparto grafico che di quello sonoro. In un gioco frenetico come Overwatch la grafica risulta essere sempre molto godibile e mai fastidiosa, anche grazie allo stile un po’ “cartoon” del titolo, mantenendo tra l’altro un frame rate fisso a 60 fps. Gli effetti delle abilità , le texture dei personaggi e le loro skin sono curate nei minimi dettagli per non parlare delle mappe di gioco, 12 in totale e ricche di particolari e piccoli rimandi alla lore dei personaggi stessi. Se da una parte la grafica tocca un livello qualitativo molto alto, dall’altra anche il comparto sonoro non è da meno e in particolare vorrei soffermarmi sul doppiaggio dei vari eroi. Le voci inglesi sono decisamente ottime, tutte caratterizzano al meglio il personaggio interpretato, ma, sorprendentemente, il doppiaggio italiano mantiene fedelmente il livello della lingua originale risultando, a volte, anche meglio.
Fatta questa piccola parentesi su quello che è “esternamente” Overwatch, possiamo ora andare a spolpare il gioco dall’interno vedendone le meccaniche principali e tutti quegli elementi di gameplay che lo caratterizzano. Le modalità principali di Overwatch durante tutta la durata della beta all’uscita ufficiale sono tre, ma ogni modalità ha una o più mappe specifiche in cui può essere giocata: la prima è conquista gli obiettivi A e B che solitamente vede una squadra di difesa e una di attacco scontrarsi per il controllo di questi in un tempo limite che può variare in base alla capacità dei difensori di tenere il punto o degli attaccanti di sfondare la resistenza dei nemici; la seconda è una modalità a round, in cui le due squadre devono combattere per il controllo di un punto al centro della mappa e solo quando il punteggio di una delle due arriva al 100% si conclude il round; nella terza una squadra dovrà trasportare un carico attraverso dei check point, sotto il fuoco del nemico. Quello che non rende affatto facile la vittoria o la sconfitta è il fatto che quando si arriva al 99% e un nemico si trova ancora nella zona di difesa o attacco, parte un “over time”, ossia un countdown in cui è possibile ribaltare le sorti dello scontro ( non immaginate quante partite perse o vinte con la squadra avversaria al 99%). A queste si aggiunge inoltre una modalità che cambia ogni settimana e che propone eventi particolari, come l’utilizzo di un solo personaggio per tutti i giocatori o, al contrario, eroi del tutto casuali.
Da quando il gioco è entrato in open beta, moltissimi giocatori si sono lamentati dicendo che Overwatch non è minimamente bilanciato e che, per questo, non è possibile divertirsi se non si prendono quei personaggi ritenuti OP (Over Powered). Beh, permettetemi di dire che non è così. Capisco la frustrazione nel vedere la “play of the game”, che si riassume con la giocata più bella della partita, essere di un Bastion o di un Torbjorn, ritenuti molto più forti degli altri, ma forse non tutti riescono a comprendere a pieno che ad ogni personaggio corrisponde un counter, ovvero un eroe che facilmente può contrastarne un altro. Le partite non sono sbilanciate, ma semplicemente, data la “freschezza” del titolo, non tutti hanno imparato a counterare gli eroi che si trovano contro e per questo molti si sentono impotenti contro “quel personaggio fortissimo”.
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[…] Il gioco in sé è difficile da padroneggiare, ma questo non inficia sul divertimento delle partite e anzi alimenta la voglia di migliorare.
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L’unica cosa che ritengo essere sbilanciata è l’abilità che serve con alcuni personaggio piuttosto che con altri. Solitamente in un MOBA è normale ci siano personaggi più difficili di altri, ma questo perché c’è una scelta molto più ampia che arriva a toccare i 100 eroi; su Overwatch invece essendo solamente 21 e non potendo crescere in futuro in maniera esponenziale il numero di personaggi giocabili, questo risulta essere un po’ troppo evidente. Bastion e Torbjorn, ad esempio, una volta imparati i punti della mappa ottimali per posizionarsi, richiedono della mira e a volte neanche quella; personaggi come Genji e Tracer invece hanno bisogno di essere utilizzati per molto più tempo prima di riuscire ad arrivare ad un buon livello. Questo squilibrio fa sì che i giocatori in generale risultino essere molto più forti all’inizio con alcuni personaggi piuttosto che con altri, perché con quest’ultimi serve molta più pratica. Come detto all’inizio, il gioco in sé è difficile da padroneggiare, ma questo non inficia sul divertimento delle partite e anzi alimenta la voglia di migliorare.
Per tutti i collezionisti invece Blizzard ha pensato bene di inserire nel gioco la possibilità di sbloccare modelli, battute originali, spray spesso molto divertenti ed esultanze nel caso in cui si finisse nella tanto bramata Play of the game, grazie a forzieri che si sbloccano ogni volta che si raggiunge il livello successivo. Anche qui, si nota di quanto i vari modelli per i personaggi siano curati nel dettaglio e spesso da far venire l’acquolina in bocca anche a chi di estetica non gliene importa nulla. I forzieri sono comunque acquistabili in gioco per soldi e rappresenta l’unica forma di shop in Overwatch. I livelli sono 100 e una volta raggiunto il massimo si ricomincia da capo, ma questa volta con un “prestigio” ossia verrà mostrata una stella sotto l’icona del giocatore a dimostrazione che già una volta ha completato la scalata al livello massimo.
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Il gioco richiede una collaborazione di squadra non indifferente e questo sarà il motore che spingerà la cooperazione tra i vari giocatori
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L’unica pecca che mi ha fatto un po’ storcere il naso è la rimozione delle partite classificate che già nella beta avevamo potuto provare, ma che ora sono state sottratte all’esperienza di gioco fino a circa metà giugno. Diciamocelo, mostrare qualcosa per poi vederselo privato è peggio che non mostrarlo affatto, no? Oltre a questa mancanza, un altro piccolo difetto sta nel matchmaking delle partite che non sempre è fatto a dovere poiché vengono messi in squadra giocatori di livello troppo superiore o inferiore.
Come eSport sono convinto che Overwatch darà gran spettacolo visto che anche a livello italiano sono già previsti alcuni tornei aperti a tutti. Il gioco richiede una collaborazione di squadra non indifferente e questo sarà il motore che spingerà la cooperazione tra i vari giocatori (oltre che ai flame gratuiti): è difficile che una persona sola possa vincere una partita da solo e una squadra con ruoli che vertono troppo su Attacco o Difesa, ad esempio, non sono efficaci contro un team bilanciato.
In conclusione posso dire che Overwatch merita di essere giocato da tutti, da chi punta al divertimento a quelli che puntano a diventare i migliori. Cooperazione, immediatezza e divertimento rendono il titolo uno degli FPS migliori degli ultimi anni. Chissà che in futuro mamma Blizzard non ci delizi anche con qualche missioni a mo di storia per i vari personaggi di Overwatch. Ho saltato la descrizione dei vari personaggi, il perché? Se volete capire come funzionano e quali sono le strategie da usare non dovete far altro che rimanere con VMAG. Il futuro è pieno di sorprese.