Nioh: l’hands-on di VMAG

Da quando Dark Souls ha riscosso consensi dalla maggior parte dei giocatori, altre software house hanno provato ad incanalare lo spirito di quest’ultimo in altre opere. Tra i tanti soulslike usciti troviamo progetti importanti come Bound by Flame degli Spiders, oppure progetti minori, giochi indie per capirci, ma pur sempre di ottima caratura, come Salt and Sanctuary oppure Titan Souls. Adesso è il turno di Nioh, esclusiva PlayStation 4, sviluppata dal Team Ninja, celebri creatori della saga di Dead or Alive e Ninja Gaiden. Il gioco fu presentato per la prima volta all’E3 2005 ma, successivamente, finì nel dimenticatoio. Negli anni a seguire si persero le tracce di questo progetto, tant’è che gli appassionati ormai lo avevano totalmente rimosso dalla mente, e chiunque ne avesse memoria l’aveva catalogato come uno di quei tanti lavori che vengono annunciati ma successivamente spariscono dalla circolazione… avete presente Silent Hills? Invece la casa di sviluppo nel settembre scorso è uscita nuovamente alla ribalta con un nuovo trailer dell’opera e, sorprendentemente, c’è stata la pubblicazione dell’alpha demo del videogame, disponibile sulla console ammiraglia di casa Sony dal 26 aprile al 5 maggio. Noi di VMAG l’abbiamo provata, ed ecco cosa ne pensiamo.

Nioh è ambientato in Giappone, negli ultimi anni dell’epoca Sengoku, ed è incentrato su un samurai dai capelli biondi chiamato William, che ricorda molto Geralt di Rivia, e che possiede dei poteri sovrannaturali in grado di controllare gli spiriti. Il viaggio del protagonista lo porterà ad affrontare svariati yōkai, creature della mitologia giapponese. Nella demo che abbiamo provato non c’era il minimo accenno della trama e vede il protagonista sbarcare su un’isola misteriosa abitata da briganti e samurai. Il colpo d’occhio è davvero spettacolare, con la prima zona che si apre in una spiaggia, circondata da alte montagne, ed un villaggio che è stato appena razziato. Da questo momento l’unica cosa che conta davvero è uccidere tutti i nemici cercando di sopravvivere. Al primo impatto l’opera multimediale sembra il classico Dark Souls. Avrete quattro slot in basso a sinistra, da usare per selezionare armi e oggetti, la barra della vita ed in alto quella della stamina. Quest’ultima, denominata Ki, si rigenererà allo stesso modo dei Souls. Nonostante tutte queste similitudini c’è una cosa che non può passare inosservata: l’impugnatura della spada. Si, avete capito bene, ci saranno tre possibilità nell’impugnare la spada, ognuna con diverse caratteristiche. Quella bassa vi permetterà di sferrare un gran numero di colpi ad una velocità impressionante, ma questi non faranno molti danni ai nemici. Tenendo l’arma in alto, invece, potrete sferrare attacchi potentissimi, consumando però una maggiore stamina. L’ultima, quella più equilibrata, è l’impugnatura intermedia ed è la più adatta ai giocatori che devono ancora prendere mano con queste meccaniche.

L’armamentario a vostra disposizione, e che completerete progredendo nel gioco, in questa prova sarà composto semplicemente da una katana, una lancia, un’ascia ed un arco. Quest’ultimo dovrebbe essere bilanciato ulteriormente nella versione finale del gioco, poiché causa troppi danni e rende troppo facile l’esperienza in alcune fasi. Ognuna di queste armi, oltre a parare tutto il danno subito compensando con l’uso di una notevole quantità di Ki, avrà un set di mosse diverso per ognuna di esse e diversificare l’approccio alla battaglia sarà fondamentale per cercare di avere la meglio sui nemici più agguerriti. A tutto questo va aggiunto che ogni volta che salirete di livello otterrete dei punti abilità, che potranno essere sfruttati sbloccando pergamene durante lo sviluppo del personaggio. Questo vi garantirà nuove tecniche e mosse speciali che vi aiuteranno a prevalere nelle situazioni più difficoltose, nonché una notevole personalizzazione del protagonista. Il risultato è un combat-system profondo ed innovativo ma, al contempo, molto difficile da padroneggiare. Una volta familiarizzato con i movimenti, questi risulteranno fluidi e facili da utilizzare, anche se il targeting del nemico, in alcuni casi, non sembra del tutto preciso. Durante gli scontri sarà fondamentale stare attenti al consumo della stamina, poiché se questa scenderà a zero, William resterà immobile per prendere fiato. Questo causerà qualche secondo di vulnerabilità massima, che permetterà ai vostri avversari di uccidervi con un paio di colpi. L’intelligenza artificiale dei nemici è parecchio aggressiva; riuscire a scappare da essi sarà un impresa davvero ardua poiché vi inseguiranno ovunque, ed affrontare a viso aperto un gruppo composto da due o tre bersagli, nella maggior parte dei casi, vuole dire morte certa.

Durante l’esperienza dovrete prestare attenzione alla durabilità del vostro equipaggiamento, poiché quest’ultimo si consumerà molto rapidamente. Per fortuna i nemici abbattuti dropperanno quasi costantemente armi e armature in base al loro livello di forza, garantendovi, dunque, di non restare mai spogli di una copertura. Sconfiggendo i nemici e distruggendo elementi del mondo di gioco è possibile ottenere la valuta del titolo chiamata Amrita, corrispondente alle Anime di Dark Souls, in grado di farci salire di livello ogni volta che si raggiunge uno dei santuari sparsi per la mappa. Riposandovi accanto ad essi, gli avversari ritorneranno in vita nelle medesime posizioni ma, a differenza dei Souls, qui potrete anche vendere oggetti, sbloccare dei bonus con l’ausilio di spiritelli disseminati per le zone, evocare amici e cambiare il vostro spirito guardiano. Di quest’ultimo ce ne sono diversi tipi come, ad esempio, il lupo o lo squalo; ognuno di essi è dotato di abilità passive, diverse in base alla scelta fatta, e potrete aumentare la loro forza per sbloccare ulteriori potenziamenti. Man mano che si combatte, si riempie una barra a loro dedicata, la quale, una volta colma, ci permetterà di usare la mossa speciale corrispondente allo spirito scelto. Esso, inoltre, accompagnerà William fino alla sua morte e potrà essere recuperato nuovamente al santuario o tornando sul punto in cui siete caduti, dove troverete anche le Amrita precedentemente perse.

I luoghi in cui i personaggi degli altri giocatori sono deceduti, sono segnalati sulla mappa con delle katane conficcate nel terreno. In questi punti possiamo sfidare il caduto controllato dal computer. Una volta sconfitto otterrete il suo equipaggiamento ed un Ochoko, strumento con cui potrete chiedere l’aiuto di un giocatore online. Ogni oggetto ha un grado di rarità ed un livello. La prima, contraddistinta dal colore, garantisce bonus aggiuntivi sia in difesa che in attacco, mentre il secondo determina la forza dell’arma. La mappa di gioco, che prende ispirazione da quelle dei Souls, è divisa in piccole zone collegate fra loro e guida il giocatore in un percorso ben definito, finché riuscirà a trovare una scorciatoia in grado di ricollegarlo ad un santuario. Nonostante si tratti solo di un alpha demo, le sorprese, come mini-boss o boss effettivi, non mancano, e siamo sicuri che vi terranno occupati più tempo del previsto. Nel gioco sarà possibile scegliere il dettaglio grafico, aumentando la risoluzione a discapito di un frame rate ballerino o viceversa. Nonostante ciò, l’ottimizzazione non sembra impossibile, ed il titolo si presenta con dettagli, come ad esempio il sangue sui vestiti del personaggio dopo uno scontro o un’ampia diversificazione dell’aspetto delle armature, che lasciano ben sperare per il futuro. Sicuramente per quanto riguarda i nemici non é presente una grande varietà, ma ci auguriamo che la casa di sviluppo si sia riservata qualche sorpresa per la versione finale del titolo.

In conclusione Nioh è tutto quello che un amante dei Souls sta cercando, ispirandosi a quest’ultimo, ma riuscendo ad avere una propria anima scrollandosi da dosso, fin dal primo momento, il paragone con le opere della From Software. Il gioco non si può ritenere di certo una passeggiata, la difficoltà non manca ed è parte integrante del titolo, e noi per primi, in alcuni casi, abbiamo rischiato di rompere più volte il Joypad. Inoltre la mitologia giapponese custodisce un fascino misterioso che non passa mai in secondo piano, soprattutto grazie ad ambientazioni dai toni cupi e dark. Il tempo a disposizione del Team Ninja per ottimizzare l’opera multimediale non manca, problemi gravi non ne abbiamo riscontrati,  ma si potrebbe sicuramente osare di più. Viste tutte queste premesse, salvo grosse sorprese, ci aspetta un titolo davvero promettente.